La partigiana deportata

La partigiana deportata La partigiana deportata Su questo tema ha parlato una superstite di Ravensbruck, la contessa Pallavicino - Del primo gruppo di 40, sono tornate in dieci - Un appello: «I Lager non vengano distrutti; l'umanità non deve dimenticare» Prosegue il ciclo delle conferenze celebrative promosso dall'Associazione partigiani autonomi e dall'Unione giovanile nel quadro delle manifestazioni per il ventennale della Resistenza. Le conferenze si svolgono ogni martedì alle ore 21 ne' salone della Croce Verde in via Dorè 4. Ieri sera il comandante Mauri, Medaglia d'Oro della Resistenza, ha presentato i due oratori: la contessa Camilla Galli della Mantiea Pallavicino e l'ing. Fernando Creonti. La contessa Pallavicino operò nelle prime formazioni Autonome della Val Casotto. Arrestata con la sorella Sandra, dopo la detenzione nel carcere genovese di Marassi e nel campo di Fossoli, venne deportata a Ravensbruck. Del primo gruppo di 40 italiane trasferite nel terribile Lager ne sono tornate una decina. La contessa Pallavicino ha parlato sul tema: « La partigiana deportala ». Con accenti commossi lui ricordato l'angosciosa vita che si conduceva nei campi di eliminazione. « Esistono — ha detto — libri veri ma terrificanti. La gente non ha voglia di sentir raccontare certi orrori disumani. Perciò sì conosce poco della storia dei Lager. A distanza dì SO anni dobbiamo avere la forza di sottolineare specialmente i lati umani ed eroici della spaventosa odissea ». Attenendosi a questa impostazione foratrice ha descritto la angoscia delle deportate quando venivano sottoposte alla visita e le inabili erano inviate forni. Ha accennato ad « episodi di egoismo » e ad atti di generosità meravigliosa. E' riuscita persino a strappare un sorriso all'uditorio quando ha ricordato che le prigioniere, per combattere la fame, si raccoglievano in gruppi e parlavano di ricette di cucina. Le deportate che uscivano incolonnate per recarsi al lavoro sovente erano dolorosamente colpite dall'indifferenza delle donne tedesche. La contessa Pallavicino ha espresso un caloroso ringraziamento a « La Stampa » che ha raccolto i fondi per la costruzione del monumento-sacrario alla « Donna Deportata » nel campo di Ravensbriick ed ha concluso, affettuosamente applaudita, con un appello: « / campi nazisti non vengano distrutti. Restino a testimonianza perenne, non per perpetuare il rancore, ma affinché l'umanità non dimentichi ». L'ing. Creonti. ufficiale superiore in servizio effettivo e rappresentante del Comando Supremo nel Comando Militare Regionale Piemontese ha parlato su « Le Formazioni Autonome nell'attività del C.L.N. e del C.M.R.P. ». Il 25 aprile '45 le Formazion Autonome avevano in Piemonte 19 mila partigiani appartenenti a tutti I ceti: dall'ufficiale effettivo all'operaio. Le forze erano raggruppate in dieci grandi formazioni e in numerose bande. Gli Autonomi ebbero 1500 caduti e 300 dispersi: i sacrifici vennero premiati con 30 medaglie d'oro ed una cinquantina d'argento al Valor Militare. L'ing. Creonti ha ricordato la nascita, lo sviluppo e le azioni più rilevanti delle Autonome. Ha parlato del contatti con gli alleati e dell'attività nell'ambito del Comando militare piemontese fino all'ordine dell'insurrezione alla vigilia del 25 aprile. Calorosi gli applausi. Martedì prossimo alle 21 parleranno il dott. Edy Consolo su « Separatismo Valdostano » e l'avv. Giacosa su « Raggruppamento Divisioni R »

Persone citate: Camilla Galli, Fernando Creonti, Giacosa, Mauri, Pallavicino

Luoghi citati: Piemonte