Mentre l'algerina uccideva l'amante gli amici giocavano nella stanza accanto di Antonio Antonucci

Mentre l'algerina uccideva l'amante gli amici giocavano nella stanza accanto Ascoltati numerosi testi al processo di Sanremo Mentre l'algerina uccideva l'amante gli amici giocavano nella stanza accanto Pensarono ad uno dei soliti litigi - Drammatica deposizione della moglie della vittima: l'imputala una volta le si scagliò contro brandendo un coltello - Vacilla la versione della legittima difesa (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 5 aprile. Il processo a carico dell'algerina Halfsa Hamid, detta Nenè, imputata di omicidio volontario per avere ucciso nella notte dal 2 al 3 aprile dello scorso anno il suo amico Nando Lazzarin, ebbe inizio sabato scorso, in una specie di indifferenza generale. Nello spazio della Corte d'Assise riservato al pubblico, c'erano — si e no — una decina di persone. Oggi invece la folla era tale che ad un certo momento il presidente della Corte, dott. Garavagno, ha dato ordine di non fare entrare più nessuno E' che si comincia ad entrare nel vivo del mistero. L'imputata ha già dato la sua versione: legittima difesa. Ha detto ripetutamente che il « suo uomo » la sfruttava. Resisterà tutto Questo alle prove testimonialit Il Lazzarin abitava ad Arma di Taggia. All'inizio della sua passione, mentre la moglie è lontana per malattia, egli ospita a casa sua, dove si trovano anche due cugini, l'amante. Questi cugini sono Anna Majello e suo marito. Sono loro che ne parlano. Presidente — Situazione sfacciatamente anormale. Io non sarei rimasto un giorno di più in quella casa. La teste — Ma noi erava mo ospiti. Nando ci aveva det to di trattarla come una dì famiglia. Era molto gelosa. Gli disse chiaramente che l'avreb be ucciso se la lasciava. Presidente (all'imputata) — E' vero? Imputata — No. Ero con lui da appena un mese. Non potevo essere già innamorata. Qualcosa di più lo si apprende dalla vedova Anna Lazzarin, sposatasi per amore, felice di avere avuto una bambina a nome Irma. Il marito lavora fino a mettere insieme un suo laboratorio da falegname, compera un'auto che intesta a lei. Da quando si mette poi con l'algerina, addìo lavoro, non bada più al legname, vende il macchinario, firma cambiali. L'auto è impegnata per SfyS mila lire delle quali 160 mila le prende lui, con la scusa di andare a Milano per ritirare, questa macchina. Se ne va invece con l'algerina e da Milano telefona alla moglie per avere un supplemento di 60 mila lire. Ottenuto un rifiuto i due ritornano a Sanremo. A quel tempo la Lazzarin lavorava come cameriera in un locale pubblico; qui un giorno entra l'algerina e lei la i?iueste dicendole: « Hai finito di scialare coi miei soldi! ». L'altra risponde: « Tu stai zitta, che prima di sposarti eri peggio -di me ». E' un insulto compZefamente gratuito, perché non risponde a verità e l'algerina si prende due schiaffi. Di rimando, essa afferra un coltello di cucina e le si scaglia contro, ma è fermata in tempo. Costei è dunque una donna terribile e il Lazzarin continua a ripetere che ha paura di lei. E' soltanto per ciò che von la lascia. Ma veniamo al delitto che fu consumato in cucina mentre nella stanza accanto, ed a porte socchiuse, c'erano Anna Fichi con suo marito Mario Tardioli e il di lei amante Bru no Costamagna. Erano le tre di notte ma essi non dormivano, non erano nemmeno coricati. Giocavano ai dadi. Sentiamo Mario Tardioli, che fu il primo che si decise a muoversi. Presidente — Dunque. Lei è stato interrogato più volte, Non sembra che abbia detto tutto quello che è avvenuto, né tutto quello che sa. E' difficile sapere quello che « sa » il teste. Egli non ha una memoria da Pico della Mirandola. Ad analoga domanda non ricorda nemmeno quando si è sposato (ilarità fra il pub blicoJ. Quando i due litigarono, tre no7i ci fecero caso, essendo ciò « una cosa abituale ». Doveva giungere fino a loro, il rumore degli schiaffi che l'uo mo dava alla donna, ma anche ciò rientrava < nella normali tà ». Ma ecco una sedia che si rovescia, un tavolo che sbatte contro il muro, un portacenere che si frantuma. Allora, la moglie del Tardioli dice a [suo marito: < Vai un po' a ve¬ dere che cosa succede-». Egliobbedisce, ma arriva a fatto pressoché compiuto. Vede il Lazzarin di spalle che stringe la donna per le braccia presso le ascelle. Presidente — Allora non è vero che la teneva per i capelli. Teste — No, per le braccia. L'imputata è invitata a spiegarsi. Lei aveva pure detto che il gesto fatale le era stato strappato dal terrore perché lui con una mano la teneva per i cap-lli e con l'altra la picchiava sul collo, mentre le « daua l'impressione » c«e cercasse d'impadronirsi di un coltello sul tavolo, e lei fu più svelta di lui. L'algerina sembra un po impacciata. Lei ricorda di averl bra confusa », ma non può precisare in quale momento. Secondo lei, il Tardioli poteva vedere ben poco, perché la statura del Lazzarin la sovrastava nascondendola. Quindi insiste nella sua versione dei cu pelli, a meno che non si sia trattato del momento in cui l'uomo aveva lasciato la presa perché colpito dal coltello. Presidente (al teste) — A quale distanza si trovava la coppia':' Testi — A un metro, un metro e mezzo. Presidente — La donna aveva in mano il coltello? Testi — No, io l'ho visto per terra presidente — Nei vostri in- terrogaton precedenti avete dette che lei aveva in mano il coltello. Teste — Se l'hanno messo a verbale, vuol dire che l'avrò detto. Adesso non ricordo, adesso ricordo che era per terra. Se ciò è esatto, il dramma era auindi già compiuto. Difatti, il Tardioli tocca l'amico con una mano sulle spalle, dicendogli: « Che cosa fatet » e lui si accascia gridando: « Mario, aiutami! ». Apre la porta per fuggire all'aperto, ma stramazza sul primo gradino, morto. Dopo la testimonianza del Tardioli, che arrivò per il primo, quelle del Costamagna e della Fichi, sopraggiunti più tardi, non possono più dire nulla di essenzialmente nuovo. Non ne dicono neppure, come ulteriori schiarimenti, sulla stravagante circostanza del continuare a giocare a dadi mentre a pochi passi c'era un simile odore di tempesta. Antonio Antonucci La moglie del Lazzarin, l'uomo ucciso dall'algerinaesce piangendo dalla Corte d'Assise (Telefoto Leoni)dere che cosa succede-» Eglivisto il Tardioli « come uti'om

Luoghi citati: Milano, Sanremo, Taggia