Ferisce a martellate moglie e figlia che dormono poi si dà fuoco ai vestiti e muore carbonizzato di Carlo Cavicchioli

Ferisce a martellate moglie e figlia che dormono poi si dà fuoco ai vestiti e muore carbonizzato Tragedia della pazzia in un paese del Cuueese presso Bra Ferisce a martellate moglie e figlia che dormono poi si dà fuoco ai vestiti e muore carbonizzato E' un fabbro sessantenne di Pollenzo - Morente la consorte, di 46 anni; meno grave la ragazza, una studentessa quattordicenne - L'uomo era benestante; possedeva casa, officina ed auto ma lo ossessionava l'idea di non trovare più lavoro Di notte ha aggredito le due vittime, con furia; infine s'è versato addosso cinque litri di acquaragia e si è bruciato vivo sttupsr(Dal nostro inviato speciale) Bra, 3 aprile. A Pollenzo, un piccolo paese al margine delle Lunghe, a cinque chilometri da Bra, sulla strada di Alba, un uomo colto nella notte da un improvviso accesso di pazzia, ha aggredito a martellate la moglie e la figlia addormentate ferendole gravemente; poi s'è cosparso il corpo di acquaragia e si è appiccato il fuoco uccidendosi in questo modo atroce. Protagonista e vittima ad un tempo di questa fosca tragedia è un fabbro di 01 anni, Antonio Cogno, notissimo nella zona, dove svolgeva da molti lustri il suo lavoro con la passione di un artigiano d'altri tempi. Abitava in una casetta ad un piano di sua proprietà, insieme alla moglie, Teresa Mugliano di 1,0 anni, ed alla figlia Rosanna, quattordicenne. L'edificio è alla periferia del paese, fra cascinali aperti sui campi. Vi si accede per un cortile erboso circondato da alberi di pesco ora in flore; sulla destra dell'abitazione, in una vecchia aia, il fabbro aveva il suo laboratorio zeppo di arnesi, con la fucina, l'incudi ne e una serie di bombole per i saldatori. Non gli mancava il lavoro e conduceva un'esistenza agia ta. La casa — una cucina ed una sala al pianterreno, due stanze da letto al primo piano — era arredata con una certa ricchezza; tra l'altro egli aveva fatto installare pavimenti di marmo; nel garage aveva una «500 :» acquistata di recente. Non c'erano screzi fra lui e la moglie, adorava la figlia che frequenta la terza media in un istituto di Bra. Dicono i vicini che quella del Cogno era una famiglia in perfetta armonia, dove nes-\ suno aveva mai alzuto la voce tanto da essere udito nel cortile adiacente. «E lui era un uomo mite e socievole. Non potevate passare davanti alla sua porta, o affidargli una riparazione, senza che vi invi tasse a bere un bicchiere di vino buono sotto il pergolato. Quand'era nella sua fucina cantava da mai tino a sera. Non molto alto di statura, ma tarchiato e massiccio, era benvoluto da tutti per il suo carattere gioviale. E' incredibile che abbia concluso la sua vita con un dramma allucinante ». Eppure, da qualche tempo, il Cogno andava mutando sebbene tenesse celato alla gente il suo cupo travaglio. Era stato dal medico condotto, più come amico che come paziente, e gli aveva parlato di certe emicranie che lo tormentavano. Poi aveva aggiunto che si sentiva molto, molto depresso: perché gli sembrava che gli affari non andassero più bene come un tempo, e die la gente non avesse più per lui la stessa stima. Molti cambiamenti avvenuti nelle campagne con l'avanzare del progresso gli apparivano come una minaccia personale. Non ci sono più i carri tirati dai buoi colle grandi ruote dai cerchi ferrati, o almeno sono rari: ci sono invece trattori e per ripararli non si va dal fabbro ma dal meccanico. Al Cogno iiuesla concorren za appariva un poco sleale e irrimediabile, e non lo conso lava il fatto di aver fra le ordinazioni molte cancellate per i giardini delle nuove ville. «Un giorno — diceva agii intimi ir non avrò più clienti. Rischiamo di anelare in rovina, io e la mia famiglia ». Questi ragionamenti, mentre batteva il ferro nel suo laboratorio, devono avergli a poco a poco roso la mente. Gli psichiatri conoscono questa forma di pazzia, die, senza sintomi, a lungo compressa, esplode d'un tratto con una furia indomabile. Si chiama, nella terminologia medica, « delirio di rovina». L'ammalato sente incombere su di sé e sui familiari un futuro senza speranza, si convìnce di doverli sottrarre e di doversi sottrarre a questo destino, ed agisce di conseguenza. Ieri sera Antonio Cogno ha lavorato nella sua fucina ancora a lungo dopo cena. Nulla lasciava prevedere il dramma. Aveva cenato di buon umore con la moglie e la figlia, poi era tornato ai suoi ferri. Ha saldato una serie di cancellate ricavate da rottami. Alle 22 ha raggiunto la moglie a letto. La sua pazzia è esplosa sul far del mattino. Nessuno sa che cosa, sia esattamente accaduto, perché le due donne, uniche testimoni, non sono ora in grado di parlare. Il fabbro deve essere sceso dabbasso ad armarsi del martello. Tornato nella stanza, s'f. scagliato sulla moglie. Prima di colpirla però l'ha destata e l'ha baciata con affetto. Lo ha riferito lei ai soccorritori prima di perder conoscenza Per sei o sette volte le ha calato il martello sul capo, finché ne ha visto sprizzare il sangue sui guanciali. Quindi ò entrato nella stanza della figlia. Rosanna si è difesa, le grida l'avevano svegliata. Ha implorato il padre di risparmiarla, ma non è riuscita a riaccendere in lui la ragione, ed è caduta ai piedi del letto. Convinto di averle uccise, il fabbro è sceso al pianterreno ed ha preso in un ripostiglio una latta di acquaragia da cinque litri. Se l'è rovesciata addosso quasi tutta, poi s'è dato fuoco. Ha acceso sci o sette fiammiferi prima di riuscirci: i carabinieri li hanno rinvenuti in un angolo, risparmiati dalle flamine. Qualche minuto dopo, un vicino di casa, Antonio Bertolotto, che si stava alzando, ha visto del fumo nero uscire dalle finestre dei Cogno. E' accorso destando anche un cognato del ;jazzo che abita in una cascina adiacente. Quando sono arrivati davanti alla porta luinno udito i gemiti di Rosunna che era riuscita a trascinarsi sul balcone. L'uscio è stato sfondato. Dietro, ai piedi della scala, lo sventurato, ormai cadavere, ardeva ancora. I due uomini hanno spento le fiamme ed hanno prestato i primi aiuti alle due donne. E' stato chiamato il medico condotto dott. Abbate che le ha portate con la sua auto all'ospedale di Bra. La madre è gravissima, è stata ricoverata con prognosi riservata per fratture al cranio. Per la figlia il Rosanna Cogno, la quattordicenne ferita dal padre cl Teresa Magliano Cogno in ospedale a Bra E' in fin di vita per i colpi di martello infertile dal marito Antonio Cogno, si e arso vivo dopo aver colpito la moglie e la giovane figlia referto è meno preoccupante Se non ci saranno complica zioni può guarire in qualche settimana. Sul luogo della tragedia sono intervenuti il prò curatore di Alba, dott. Vene zia, ed il maresciallo Mossetti che comanda inlerinulment e la tenenza dei carabinieri di Bra. Il Cogno non ha lasciato alcuno scritto. Al suo gesto non c'è altra spiegazione che la pazzia. Carlo Cavicchioli

Persone citate: Abbate, Antonio Bertolotto, Antonio Cogno, Cogno, Mossetti, Rosanna Cogno, Teresa Magliano, Vene

Luoghi citati: Alba, Bra, Pollenzo