Per 34 anni fu il Vescovo di Torino

Per 34 anni fu il Vescovo di Torino U cardinale Maurilio Fossati aveva scelto come motto "Umiltà,, Per 34 anni fu il Vescovo di Torino Nacque ad Arona 89 anni fa, settimo dei dieci figli di un impiegato • Nel 1931 gli fu affidata l'archidiocesi torinese Durante la guerra rischiò la vita per proteggere gli ebrei e salvò la città dalle rappresaglie minacciate dai tedeschi - Il seminario di Rivoli e le nuove chiese: opere che lo hanno impegnato fino alla fine della sua lunga vita - L'abbraccio di Paolo VI - « Raccomando che i miei funerali siano semplici, in modo da dare il minimo disturbo alle autorità e ai cittadini » Il cardinale Maurilio Fossati è stato il 97" vescovo di Torino e ne ha retto l'archidiocesi per trentaquattro anni: Il suo testamento si apre con una professione di umiltà: « Se potessi aver offeso alcuno, ne chieggo umilmente perdono...», €l miei funerali si svolgano nella, forma più semplice possibile e in modo da dare il minimo disturbo alle Autorità e alla popolazione...,. Nella sua lunga vita cercò sempre l'umiltà, scelse per il suo stemma cardinalizio il motto « Humilitas ». Umile tra gli umili, povero più di tanti parroci di campagna, schivo di onori e di riconoscimenti. « Humilitas » era già stato il motto di un altro cardinale: San Carlo Borromeo. Ad Arona, città di San Carlo, Maurilio Fossati nacque il 24 maggio 1876, settimo dei dieci figli di un impiegato della Società di Navigazione del Lago Maggiore, che guadagnava 120 lire al mese. Un'infanzia di privazioni, ma ricca di affetti familiari, e fu difficile lasciare la casa per il seminario di Novara. Fu ordinato sacerdote a 22 anni e mons. Pulciano, vescovo di Novara, che aveva notato la sua intelligenza e la sua pietà, lo volle suo segretario particolare e lo portò con sé a Genova quando fu nominato arcivescovo di quella città. Furono anni di fervida preparazione. Nel 1911 morì l'arcivescovo Pulciano e don Fossati tornò ad Arona, entrò nella Famiglia degli Oblati di San Carlo, divenne rettore del Sacro Monte di Varallo. Fu così a diretto contatto con le masse dei fedeli, imparò a conoscerle e ad amarle, si formò come pastore di anime, accrebbe la sua esperienza degli uomini, si dedicò a lunghi periodi di predicazione. La prima guerra mondiale lo avvicinò al dolore e alle sofferenze dei corpi martoriati. Richiamato sotto le armi nella Sanità, prestò servizio nella caserma «Lamarmora» di Torino, ove affluivano i feriti che arrivavano dal fronte con i treni speciali. Era un richia mato non più giovane che, nel le corvées dei soldati, portava ogni giorno i feriti a spalle fino al reparto dei bagni, e soffriva con loro. (Venticinque anni dopo i torinesi rivedranno Maurilio Fossati tra i feriti, lo vedranno rattristato e con la veste polverosa aggirarsi tra le macerie delle case distrutte dai bombardamenti e benedire le vittime delle stragi). Ritornato a Varallo dopo la guerra, il 27 aprile 1924 fu consacrato vescovo e cominciò la carriera di presule in Sardegna: prima a Nuoro, poi a Sassari. Nel dicembre 1930 morì a Torino il bonario cardinal Gamba e Maurilio Fossati ne fu il successore. Giunse a Torino l'8 marzo 1931, un giorno splendente di un precoce sole primaverile, salutò i fedeli dal pergamo della cattedrale: «La pace sia con voi». Da quel giorno di marzo sono passati trentaquattro anni. E' un'altra giornata di marzo splendente di sole. La vita del Cardinale è giunta alla fine. E' stata una vita lunga e operosa. «Humilitas» è stato il suo motto. Ma umiltà non ha significato mai debolezza. Lo abhiamo visto umile con I poveri che ogni mattino affollavano l'Arcivescovado per un aiuto. Lo abbiamo visto forte e intransigente con i comandanti tedeschi. E' certo che se la città fu salva dalle distruzioni minacciate dai tedeschi prima di ritirarsi, molto è dovuto a lui, che una volta, andando incontro a una colonna tedesca, riuscì a farle cambiare strada Forte quando bisognava essere forti. L'Arcivescovado fu colpito dalle bombe e il Cardinale esortato a sfollare, a non abusare delle sue forze. Ma non volle abbandonare il suo gregge. I tedeschi gli portarono via il segretario, mons. Barale, accusato di aiutare gli ebrei, egli stesso fu sospettato. Rimase al suo posto, nel palazzo sinistrato e freddo (aveva rinunciato al riscalda mento), uscendo per le visite pastorali con un carretto. Trentaquattro anni. La città è aumentata quasi del dop pio In questo tempo. Manca vano le chiese, mancavano 1 sacerdoti. Il Cardinale intraprese l'opera * Torino Chiese » e la costruzione del seminario di Rivoli, facendone la sua croce e la sua corona. « Per queste opere il denaro si troverà — scrisse con ardente fede. — Vi assicuro che per parte mia mi imporrò tutte le economie e tutti i sacrifici possibili ». Sappiamo che la sua tavola era povera; unica concessione, un buon sigaro «toscano» ogni tanto: un'abitudine presa nella caserma « Lamarmora ». E' stata una lunga vita, ricca di iniziative filantropiche. Ha partecipato all'elezione di tre Pontefici; l'attuale Papa, nel giorno dell'* obbedienza », è sceso dal trono per abbracciarlo. Ha visto elevare all'altare I torinesi Giovanni Bosco, Giuseppe Cottolengo Giuseppe Cafasso, Maria Mazzarello e Domenico Savio. Ha rGeSlbou— ricevuto dal Re d'Italia la Gran Croce dei Ss. Maurizio e Lazzaro, e dal Presidente Segni la Gran Croce di Cavaliere al merito della Repubblica. Una vita lunga e fervida, ogni giornata — ancora negli ultimi mesi, vecchio e malato — incominciava alle 5,30 con il proposito di fare quanto più bene possibile, ma sapeva che non avrebbe mai potuto accontentare tutti, e ciò lo amareggiava. Aveva detto all'avv. Peyron quando era stato eletto Sindaco: «Si ricordi: non riuscirà ad accontentare tutti. Non ci è riuscito neppure Nostro Signore ». Sono passati così molti anni da quel marzo quando è venuto arcivescovo a Torino. Ha seminato a piene mani la buona semente. Poi, giunto alla vecchiaia, il Cardinale dà disposizioni per la sua Messa funebre: «Raccomando che non si protragga il canto per non tediare il pubblico ». Ora non ha più pensieri terreni. Aspetta la morte, che viene dolcemente. Ieri, alle 12,35, mons. Barale esce dalla camera del Cardinale e annuncia: « Il nostro Vescovo è morto ». htncdpssq2 L'arcivescovo di Torino cardinale Maurilio Fossati. Aveva 89 anni