Oggi in Campidoglio hanno inizio le celebrazioni centenarie di Dante di Nicola Adelfi

Oggi in Campidoglio hanno inizio le celebrazioni centenarie di Dante IL SOLENNE OMAGGIO ALLA PIÙ' ALTA VOCE DELL'ITALIA Oggi in Campidoglio hanno inizio le celebrazioni centenarie di Dante Le aprirà l'on. Saragat con un messaggio alla nazione, presenti le autorità e i gonfaloni delle città « dantesche » - Alla solenne cerimonia ufficiale, seguiranno per molti mesi iniziative culturali; e si accompagneranno a manifestazioni in tutto il mondo civile - L'omaggio più bello e concreto consisterà nella pubblicazione dell'opera dantesca in un magistrale testo critico: finalmente, a sette secoli dalla nascita, conosceremo con una fedeltà sinora impossibile il nostro massimo poeta Roma, 30 marzo. Alle 11 di domani mattina il presidente Saragat darà l'inizio ufficiale alle manifestazioni indette per il settimo centenario della nascita di Dante Alighieri, rivolgendo dal Campidoglio un messaggio agli italiani. Prima e dopo di lui parleranno il sindaco di Roma, il presidente Moro e il ministro Cui. Sul Campidoglio i gonfaloni delle tre città dantesche — Firenze, Verona e Ravenna — saranno accanto a (tuello del Comune di Roma. Anche domani comincerà l'affissione di un manifesto nazionale nelle principali città italiane, specialmente in quelle legate alla vita e alle opere di Dante. Per dare molo agli ita¬ liani di partecipare all'omaggio a Dante, le cerimonie di domattina saranno trasmesse dalla tv. L'8 aprile, sempre a Roma, comincerà il ciclo delle manifestazioni celebrative con un ".onvegno nella « Casa di Dante ». Seguirà a Firenze, a Verona e a Ravenna, dal 20 al 27 aprile, un congresso internazionale di studi danteschi. Intanto a Firenze, nei locali della Biblioteca nazionale, sarà aperta una mostra dei codici più importanti che si hanno delle opere di Dante; a Verona, nelle sale di Castelvecchio, una mostra su « Verona e il tempo di Dante»; a Ravenna, nella scuderia di San Vitale, un'esposizione documentata su « Ravenna e il tempo di Dante ». Nei mesi successivi seguiranno un po' dappertutto in Italia altri convegni, filtri oongressi, altre mostre ed esposizioni. Come pure, nelle prossime settimane, sarà emessa una apposita serie di francobolli e cominceranno a circolare le monete da 500 lire con l'effige di Dante. Anche molti paesi stranieri intendono celebrare con solennità onesto centenario. Finora Parigi, Varsavia, Monaco di Baviera, New York sono le città che hanno i programmi più notevoli di manifestazioni. A Budapest si è avuta la traduzione in lingua ungherese di tutte le opere di Dante; e se ne dice un gran bene per il valore filologico e poetico del traduttore, Kardos Tibor. Anche gli inglesi si stanno movendo, e ricordano il giudizio che di Dante diede uno dei loro più illustri scrittori, il Carlyle: «Dante arde lassù, nel firmamento, come pura stella fissa, dove va ad accendersi tutto quanto di grande e di alto è in ogni età ». Peraltro, sul piano della cultura, il primato fra tutte le iniziative italiane e straniere spetta alla fiorentina « Società dantesca italiana » che si propone di pubblicare un'edizione monumentale delle opere di Dante: i primi sei volumi usciranno prima che finisca il 1965, gli altri nove entro il 1970. E' un'iniziativa che risale ai primi decenni dopo l'unità d'Italia. Il filosofo pugliese Giovanni Bovio andava allora combattendo nel Parlamento una sia tenace battaglia per persuadere il governo e l'opinione pubblica che sono da reputarsi oscuri i tempi che non si curano di Dante; ed egli, Bovio, voleva che la nazione italiana stampasse la voce di Dante « nella mente dei giovani come i latini imprimevano nella mente degli adolescenti il "Carme decemvirale", germe della grandezza romana ». Bovio ottenne infine che fosse istituita nell'Università di Roma u?ta cattedra dantesca e a inaugurarla fu chiamato il maggiore poeta di allora, Giosuè Carducci. Tuttavia, ogni slancio si arrestò lì, al discorso di Carducci; perché poi la cattedra restò vuota. Tra l'altro, il Carducci disse di Dante: < Tutto quello ch'è più eccelso e nobile e umano nella poesia delle genti è in lui... e canta le più alte cose della vita, i più alti pensieri degli uomini, I più alti segreti delle anime, e non dell'anima sua, e non di queste e quelle anime, ma di tutte le anime». Era l'anno 1888. Mentre a Roma la cattedra restava lettera morta pur in mezzo ai più fervidi discorsi, a Firenze invece nasceva e subito si rivelava alacre la « Società dantesca italiana ». Fra i soci fondatori figura¬ vano i più bei nomi della culti.ra e della politica ed essi si assegnarono come principale scopo sociale quello di pubblicare un'edizione rigorosamente critica delle opere di Dante in base alle più attente ricerche scientifiche. Era — e rimane tuttora — una fatica immane, dal momento che di tutto quel che Dante scrisse, a noi non è arrivato nessun autografo certo, neppure un rigo di suo pugno. Quanto alle edizioni di cui disponiamo — e sono numerosissime, anche del Trecento — risultano tutte più o meno inquinate da errori, lacune, interpolazioni varie. Sicché a tutt'oggi ignoriamo fino a qual punto le opere di Dante corrispondono a quelle originali. E' questo per l'appunto il compito che si assegnò la fiorentina « Società dantesca Italiana »: restituire Dante a se stesso, agli italiani, al mondo; e dal 1888 ha lavorato con fermo impegno, superando difficoltà di ogni sorta, specialmente finanziarie. Gli studiosi ai citali la società affidò a mano a mano le opere di Dante erano fra i maggiori specialisti del tempo. Nel 1896 uscì il De vulgari eloquentia, a cura di Pio Rajna; e Michele Barbi giudicò che con quel lavoro la filologia italiana si era avviata « verso una perfezione di metodi non raggiunta neppure dalla filologia classica, e neppure presso nazioni da tal punto di vista più progredite ». Non staremo qui a ricordare tutti gli altri successi critici conseguiti dagli studiosi che curarono le opere di Dante per conto della benemerita società fiorentina, nel corso di mezzo secolo. Veniamo piuttosto all'ultimo decennio della società. Si è ora trasformata in un centro di studi dotato dei più moderni strumenti di indagine e di documentazione filologica, di un ricco archivio fotografico, di una microfilmoteca, di studiosi eminenti: e alcuni di essi hanno compiuto minuziose ricerche e confronti in diverse biblioteche italiane e straniere. Come si è detto, entro la primavera vedranno la luce ■' primi frutti di questa solerte fatica. Ci saranno allora ridate tutte le rime e le prose di Dante nella loro purezza originale? Questo, no. Tuttavia, potremo finalmente leggere un Dante il più vicino possibile a quello che lessero i suoi contemporanei: ed è questo sicuramente il monumento più bello, più duraturo, che l'Italia contemporanea può erigere al suo massimo poeta. Nicola Adelfi I