Ragazzo tenta un'estorsione di cinque milioni ad un orefice di Aosta minacciandolo di morte

Ragazzo tenta un'estorsione di cinque milioni ad un orefice di Aosta minacciandolo di morte Ragazzo tenta un'estorsione di cinque milioni ad un orefice di Aosta minacciandolo di morte Arrestato: ha 14 anni - Aveva scritto al gioielliere: « Metti il denaro in un sacchetto e lascialo sulla scarpata della ferrovia. Ti tengo d'occhio; se parli con la questura ti faccio fuori» • Gli agenti hanno circondato la zona; il giovane è caduto in trappola - Ha confessato d'aver pensato al ricatto dopo aver visto una commedia in televisione • Suo padre dice: « Legge sempre fumetti; ha molta fantasia » (Dal nostro corrispondente) Aosta, 29 marzo. Un ragazzo di Ih anni ha tentato un'estorsione ai danni di un orefice di Aosta: con una lettera anonima gli ha ingiunto — pena la vita — di depositare 5 milioni, in biglietti di grosso taglio, alla periferia della città. Quando ha ritirato il pacco sono intervenuti gli agenti che lo hanno or-, restato. Trasferito a Torino, all'istituto minorile «D'errante Aporti », il giovane è staio denunciato per tentata estorsione. Giovedì 25 marzo l'orefice Marino Pasqucttaz di 39 anni, con negozio ad Aosta in via Festa* 40, riceve con la posta del mattino una lettera con grafia incerta, nella quale lo si invita a sborsare cinque milioni. L'anonimo lo minaccia di morte se dirà qualche cosa alla polizia. «Ti teniamo d'occhio — scrive —. Se parli, ti facciamo fuori ». La missiva prosegue dicendo dove la somma dovrà essere depositata: perchè sia il più chiaro possibile, il ricattatore allega una cartina particolareggiata della zona, disegnata a penna. La mappa reca anche una leggenda. Impossibile sbagliarsi. Il denaro dovrà essere depositalo di lì a due giorni — cioè sabato 27, tra le 15 e le 17 — sulla scarpata della ferrovia ChivassoAosta, oltre un sottopassaggio sulla strada vecchia che porta n St. Christophe, a poche centinaia di metri dalla caserma dei Vigili del Fuoco, alla periferia sud della città. Una macchia rossa sulla scarpata è il punto esatto. Lì dovrà essere legato ad un arbusto il sacchetto dei soldi. Letta e riletta la missiva, il Pasquettaz si precipita in questura e chiede al commissario capo, dott. Gaetano Peraltu, protezione e aiuto. Si stabilisce un piano. Nel punto indicato verrà messo un sacchetto contenente cartaccia anziché soldi. All'alba del 27 — .'/ionio dell'estorsione, — la zona verrà posta sotto controllo da parte della po'iiia. Gli agenti, a debita distanza e occullati, seguiranno le mosse dell'ignoto o degli ignoti che vogliono estorcere il denaro. Sul posto, con numerosi agenti in differenti punti, tutti collegati con radio, sono i marescialli Lanese e Ribero della Squadra Mobile. A meno di quaranta metri dalla scarpata della ferrovia, in osservazione alla finestra di un caseggiato isolato, sono pronti a balzar fuori quattro agenti. Auto della polizia sono dislocate su tutte le strade per ini pedire eventuali fughe. Alle 11 del mattino di saba to, un ragazzo in bicicletta si avvicina alla zona sotto con trollo. Gironzola nelle stradi ne di campagna; non ha una meta fissa. Dopo una decina di minuti si allontana. Non può essere lui. Trascorre cosi buo na parte del pomeriggio senza che altri, volutamente, si av vicinino al pacchetto, che è già al posto stabilito, bene in vista. Alle 17 gli agenti scorgono nuovamente il ragazzo con la bicicletta. Sceso a terra, si aggira nei pressi. Ora ha un fare sospetto: infatti non passa molto che il ragazzo si avvicina alla scarpata e afferra dall'albero il sacchetto, comincia ad aprirlo affannosamente. E' a questo punto che alle sue spalle, senza che egli se ne accorga, compaiono gli agenti ai quali non oppone resistenza. Dice solo, stupito: « Ma siete forse scesi dal cielo? Ero sicuro che attorno non c'era anima viva ». L'operazione può dirsi conclusa. Fino alle 19 — tuttavia Scoperto dopo un lungo appostamento alla periferia della ciiìà L'orefice Marino Pasquettaz net suo negozio ad Aosta — la zona è mantenuta sotto !« Voglio vedere se la realtà è controllo, nell'eventualità che I uguale alle commedie », ha il ragazzo abbia dei compiici, detto. «I soldi 11 avrei spesi L'ipotesi verrà deflnittvamen- ! per diventare attore». fe scartata dopo il suo interrogatorio in questura, dove ha narrato tutto e dopo le indagini relative che si sono concluse nella giornata odierna. Si verrà cosi a sapere che appartiene ad una famiglia di immigrati e che vive con i genitori nelle case popolari di corso Ivrea, nel quartiere Dora. E' il primo di quattro fratelli: ha H anni, frequenta la prima media. I suoi professori lo descrivono come un tipo emotivo. I suoi risultati scolastici non sono brillanti. Il padre di 38 anni, è manovale in una impresa edile. La madre, trentaseienne, è casalinga. Il ragazzo, da grande, vuol fare l'attore. Ama il teatro; non perde uno spettacolo della tv. La sera del 17, proprio alla televisione, ha visto «Quel bandito sono io», di Peppino De Filippo, interpretato dall'autore e dalla suo compagnia. Dopo aver assisti- to alla commedia, gli è venuta l'idea della lettera anonima. Al dott. Peralta non è rimasto che denunciar ■ > per tentata estorsione e inviarlo al carcere minorile di Torino, in attesa di giudizio. Il padre, che ancora ieri era ricoverato in ospedale per malattia, è stato oggi dall'orefice Pasquettaz: «Non fate del male al mìo ragazzo » oli ha detto. «Non è cattivo, ha solo fantasia. Legge molti fumetti ». i. v.

Persone citate: Lanese, Marino Pasquettaz, Pasquettaz, Peppino De Filippo, Peralta, Ragazzo, Ribero

Luoghi citati: Aosta, Torino