Concluso senza un accordo il convegno dei porti liguri

Concluso senza un accordo il convegno dei porti liguri Diffidenze e incomprensioni nell'incontro interregionale Concluso senza un accordo il convegno dei porti liguri Polemiche e dissensi fra le direzioni dei quattro scali - Genova, per accettare il piano generale, vuole che non si metta in discussione il progetto di Voltri - Savona chiede invece un organismo « superportuale » (Nostro servizio particolare) Genova, 29 marzo. Il Convegno interregionale del porti liguri ha lasciato qualche amarezza e residui polemici. Non c'è stato l'accordo che tutti speravano su un effettivo coordinamento delle iniziative per ampliare e ammodernare i porti liguri, tanto più Genova e Savona. Al momento della conclusione si è visto chiaramente che il dissenso fra Genova e i porti mitori è tuttora molto serio. Si può dire, in sintesi, che i reggitori del porto di Genova sono apparsi disposti a trattare il coordinamento con Savona e La Spezia purché non si metta in discussione il progettato nuovo porto di Voltri. Con un documento frutto di compromessi, il Convegno ha avuto oggi un seguito con la diffusione del comunicato che espone quanto i rappresentanti di Savona, Imperia e La Spezia propongono come sintesi finale. E' in concreto una protesta e un invito a ripensare l'intero problema dei porti liguri; è sottoscritto dalle ammìniBtrazioni provinciali di Impe ria, Savona, La Spezia, dagli enti portuali di Savona e di Imperia, dalle Camere di commercio di Savona e di Imperia. Premessa l'urgenza di provvedimenti governativi per l'assegnazione dei fondi previsti dal recente « superdecreto », sia per opere portuali, sia per la costruzione di nuovi e indispensabili allacciamenti con l'entroterra, il documento, diffuso da Savona, chiede che sia veramente definito il coordinamento delle attività e dei piani di espansione dei porti liguri, finora rimasto entro limiti verbali. Dovrebbero, cioè, essere ristudiati i programmi portuali a lungo termine, anche in vista di ripartizioni dei traffici secondo criteri di specializzazione suggeriti dalla convenienza economica. Da Savona, Imperia e La Spezia si propone la creazione di un organismo « superportuale» che regoli le attività dei porti liguri pur nel rispetto delle singole autonomie. E si propone, forse più realisticamente, la nomina di una commissione di studio che esamini le possibilità e i programmi dei porti liguri, confrontando l'economicità e il prevedibile rendimento dei diversi progetti, per stabilire quali debbano avere la precedenza. Sembra infatti impensabile che i fondi previsti dal «piano azzurro» possano bastare per la realizzazione contemporanea dei progetti di Genova, di Sa vona, di Imperia e della Spe zia. In attesa del giudizio del la commissione, che dovrebbe pronunciarsi entro pochi mesi si chiede che gli enti portuali non inizino opere per realizzare grandi progetti. In altre parole, Savona chiede che Genova non avvìi in qualche modo la costruzione del porto di Voltri, sia pure con fondi limitati, pur di creare un «fatto compiuto». La polemica, come si vede, è sta ta soltanto ovattata. E il coordinamento resta insidiato da diffidenze e incomprensioni, au che da una certa durezza nell'atteggiamento di alcuni enti genovesi, che rischiano di por re gli altri porti liguri contro quello principale, rinnovando antiche lotte dannose non soltanto alla Liguria. m. f.