La vita delle galassie spirali fantastiche girandole del cielo

La vita delle galassie spirali fantastiche girandole del cielo La vita delle galassie spirali fantastiche girandole del cielo Sono osservabili solo con i telescopi, eppure si tratta di «ìsole cosmiche» che contano, ciascuna, centinaia di milioni e miliardi di Soli - Nascono come immense nuvole di polvere e gas negli abissi dello spazio, quando, dall'idrogeno primordiale si formano catene di astri che irradiano torrenti di luce - Le più moderne ipotesi sull'evoluzione dei sistemi stellari Potenti telescopi ottici e radio permettono oggi agli astronomi di esplorare l'universo fino a distanze tali che non potranno mai essere raggiunte dalle future astronavi. Sia per questa ragione, sia perché lo studio di quelle lontane regioni ci può svelare taluno dei misteri fondamentali del cosmo, oggi l'attenzione degli astronomi è rivolta verso gli oggetti celesti situati al di fuori della Via Lattea. Sono questi le « galas sie », sistemi altrettanto in dipendenti che la Via Lat tea, di forme molto diverse le une dalle altre, le quali in preferenza si presentano con braccia a spirale più o meno aperte e sviluppate attorno al loro nucleo. Possono avere qualsiasi orien tamento nel cielo, così che le vediamo di faccia o di profilo o ad angoli inter medi. Benché tanto distanti da noi, si pensava che con precise misure fatte su fotografie prese ad intervalli di tempo sufficiente, fosse possibile determinare come si muove la materia di cui so' no composte; se esse effet tivamente ruotano, come indica la loro apparenza, e il senso della rotazione, cioè se le spirali si avvolgono o si svolgono attorno al nucleo. All'Osservatorio di Monte Wilson, anni fa sono sta te eseguite tali misure su coppie di lastre degli stessi oggetti presi a circa 50 anni di distanza, ma si constatò che il moto pur esistente, in quell'intervallo di tempo risultava troppo piecolo per essere misurato. Venne in aiuto lo spettro scopio, col quale è possibile determinare la velocità dei corpi celesti lungo la visua le che li collega con noi. Da queste determinazioni, confermate da quelle che si so no fatte sulla rotazione del la Via Lattea, si è potuto stabilire che le spirali si avvolgono attorno al nucleo, Lo studio delle varie forme di galassie, che naturalmente risulta più agevole per quelle relativamente più vicine a noi, come è il caso della galassia d'Andromeda, porta a concludere che tut te le galassie (o « nebulose extragalattiche » come si usa anche definirle) appartengono ad una sola fami glia di corpi celesti, nella quale si intravede una pos sibile evoluzione. Soltanto una piccola percentuale delle galassie ha forme irregolari senza la presenza di un nucleo centrale, la maggior parte, come si è detto, appaiono con eleganti spirali (girandole celesti) costituite da grappoli di stelle, che si aprono più o meno attorno ad un nucleo centrale. Già E. Hubble, l'astronomo di Monte Wilson e Monte Palomar, pioniere dello studio di queste galassie, suggeriva che deve esistere per esse, come si è trovato per le stelle, una evoluzione, nel senso che debbono avere una vita, con un'origine ed una fine, naturalmente in intervalli di tempo calcolabili a miliardi di anni. E' certo che non siamo ancora in grado di stabilire le varie fasi di tale evoluzione, ma si può tentare di avanzare qualche ipotesi, che potrà Venire confermata o meno dagli studi che si fanno con grande assiduità su questo problema. Ammettendo che nello spazio si condensino nubi di gas e pulviscolo cosmico in forme irregolari, si può pensare che nel corso del tempo si vada costituendo un nucleo che entra in rotazione e per fenomeni esplosivi o forse per la noia rotazione, si formino le traccia a spirale nel loro aspetto più semplice. Lo spettro di queste galassie è bìij ile a quello delle stelle bianco-blu, quindi esse debbono essere costituite da stelle di quel colore, cioè stelle ad alta temperatura, relativamente giovani e come si sa di vita relativamente breve. In queste galassie, via via che si sviluppano \p spirali, è presente in abbondanza anche materia oscu ra, che sappiamo essere un elFrlspdmclrlsgsp . e i a o e ù o , e i a o n r elemento indispensabile per la formazione delle stelle. Fino a che essa esiste la loro nascita continua e così la galassia, per effetto della sua rotazione che segue approssimativamente le leggi di Keplero, assume una forma geometrica regolare. Procedendo nella ipotetica evoluzione verso le galassie ellittiche si notano varietà di forme, mentre il loro spettro complessivo è simile a quello delle stelle gialle, quindi a più bassa temperatura. Le braccia a spirale spesso sono multiple, ma generalmente predominano due braccia, che emergono da due punti op posti del nucleo. Dello stesso colore sono i sistemi a spirale, con le braccia già più avvolte su se stesse, con concentrazione di luce crescente nel nucleo ben definito e limitato. Da questo tipo si passerebbe alle galassie decisamente giallo-rosse che costituiscono il gruppo più numeroso con grande varietà di aspetti. Le stelle di cui sono composte devo no essere giganti giallo-ros se, che hanno un'età molto più lunga di quelle bianco blu. Si giungerebbe così per gradi ai sistemi ellittici, che in verità nello spazio avranno forme sferoidiche, nei quali manca completamente la materia oscura. Ripetiamo che non siamo in grado oggi di stabilire la validità di questa semplice ipotesi ed altre se ne possono avanzare. Pensando, per esempio, che l'evoluzione delle galassie possa in qua! che modo svilupparsi in mo do analogo a quanto si i trovato per le stelle, non esisterebbe una evoluzione unica e continua da un prò totipo ad un tipo finale, ma anche le galassie potrebbe ro nascere e svilupparsi in diversi modi, fino ad esau rstsgsrntnsmgr — E adesso, cosa dobbiamo fare? rimento della materia di cui sono costituite, la quale si trasforma, come ci ha insegnato Einstein, in energia. Supponendo che diversa quantità di materia oscura (in gran parte idrogeno, e quindi materia pron ta, in determinate condizio ni, a sviluppare energia) si raccolga contraendosi in masse di gas più o meno grandi, animate da moto di rotazione attorno a se stes se, più o meno veloce, potrà accadere che dai nuclei così costituiti vengano successivamente emesse masse di gas, lungo il loro piano equatoriale. Sappiamo altre sì che, tanto nella Via Lattea, quanto nelle altre « spi rali », esistono campi magnetici analoghi a quelli che osserviamo nel sole e nelle stelle, i quali sono inerenti alla loro genesi e alla loro rotazione. Si può pensare che avvenga per le galassie qualche cosa di simile a quanto si suppone che accada per la nascita ed evoluzione delle stelle supergiganti, giganti e nane. Secondo le masse di gas che sono in giuoco, quelle di massa maggiore, che sviluppano ampie spirali, sempre con presenza di materia oscura, hanno la possibilità di generare nelle loro spirali stelle bianche di vita relativamente breve. Altre masse di gas di dimensioni più modeste, povere di materia oscura, potrebbero dare ori gine alle galassie ellittiche ricche di stelle rosse di più lunga vita. Giorgio Abetti dell'Osservatorio di Arcetrl Le galassie avrebbero origine come ammassi irregolari, poi si formano le braccia spirali. Queste a poco a poco si avvolgono attorno al nucleo centrale e la galassia viene ad assumere, dopo miliardi di anni, una forma sferica senza più gas né polvere interstellare

Persone citate: Einstein, Giorgio Abetti, Hubble, Keplero, Monte Wilson