Un momento difficile per le Cantine sociaIi

Un momento difficile per le Cantine sociaIi Ottonono provvedimenti per risolvere la tris! Un momento difficile per le Cantine sociaIi In Piemonte sono un centinaio di cui 47 nei. Astigiano - Alcune si trovano in difficoltà - La loro funzione è indispensabile per l'attività dei viticoltori - Sono necessarie maggiori sovvenzioni governative e misure per favorire Io smercio della produzione (Dal nostro inviato .-.pedale) Asti, 20 marzo. Le Cantine sociali attraversano un momento diffìcile. Sono sorte per difendere 1 viticoltori che ogni anno, pressati dal bisogno dovevano vendere 1 loro prodotti a prezzi non remunerativi Imposti da mediatori e industriali Le Cantine lavorano l'uva conferita dai propri soci fanno il vino e lo vendono senza fretta, a condizioni migliori, corrispondendo il ricavato. In tre rate, al viticoltori Il programma era cosi lusinghiero che in pochi anni sono state costituite in Piemonte un centinaio di Cantine sociali, di cui 47 nella provincia di Asti. Ora, dopo un periodo che nel Piemonte può essere considerato di rodaggio, non so no venute meno le ragioni che giustificano lo sviluppo della cooperazione vinicola, ma il sistema rivela gravi difetti. Le vicende dell'Asti Nord, una consociazione che raggruppa dieci Cantine sociali e che ha 700 milioni di deficit; il dissesto della Cantina di Neive; le difficoltà in cui si dibattono quella di Vignale e non poche altre (bilanci passivi, vino Invenduto, compensi non corrisposti al viticoltori) hanno gettato l'allarme fra gli agricoltori. Su questo argomento riferiamo alcune osservazioni raccolte nel corso di una breve inchiesta. L'ing. Prospero Nuvoli di Grlnzane, presidente della Cantina sociale di San Damiano d'Asti e dirigente di imprese Industriali torinesi, ha riassunto le sue esperienze in uno studio sulla situazione delle Cantine del Piemonte e lo ha fatto pervenire ad autorità, parlamentari e organizzatori. Gli agricoltori aderenti alle Cantine sociali — osserva sono liberi di scegliere tecnici, amministratori e tipi di co struzione: non sempre hanno scelto bene. Sono stati affidati incarichi difficili a persone inesperte e sono stati contratti mutui eccessivi a tassi elevati, senza attendere I contributi statali. I quali, bisogna ammetterlo, sono giunti talvolta con ritardi di tre o quattro anni Nel frattempo si sono dovute corrispondere pesanti quote di ammortamento. I viticoltori, non aderenti, rimasti In numero limitato, fanno ora concorrenza alle Cantine, avvantaggiati dal minori costi delle loro aziende, non indebitate e a conduzione familiare. Le Cantine sociali devono vendere prevalentemente a commercianti oppure creare complesse e costose organizzazioni di vendita (esemplo: l'Asti Nord) In entrambi i casi, tenuto conto del costi di gestione e del mutui da rimborsare, è difficile che resti un compenso adeguato per 1 soci. Circa la qualità del prodotti, ì pareri sono contrastanti: si può sostenere che I privati vinificano le uve migliori e danno maggiori garanzie di genuinità; ma si può anche affermare che le Cantine sociali dispongono di enotecnici esperti, mentre 1 produttori privati talvolta vinificano con procedimenti empirici e difettosi. L'ing. Nuvoli affronta questo aspetto del problema affermando che la mancata sorveglianza tecnica e II poco scrupolo di certi amministratori hanno fatto sì che alcune Cantine seguissero criteri speculativi, suscitando sul mercato diffidenze ingiuste nel confronti delle Cantine che producono vino con procedimenti scrupolosi. « E' stato risolto il problema industriale — ci ha detto l'ing. Nuvoli a conclusione del suo studio — ma la produzione dovrebbe essere controllata nella qualità e appoggiata a un sistema di smercio, cioè a una organizzazione commerciale che è stata finora tra scurata ». Non si deve però credere che non esistano controlli per le Cantine sociali: I controlli ci sono, ma non sono efficaci, e manca un'assistenza amministrativa e tecnica. Ogni anno le Cantine socia li devono depositare 11 bilan ciò in Tribunale e presentar ne una copia in Prefettura dove esiste una Commissione provinciale di vigilanza. Inol tre è prescritta una revisione ordinaria ogni due anni che viene compiuta — per delega del Ministero del Lavoro — dalle organizzazioni nazionali cooperativistiche, ossia, nel caso nostro, dall'Unione provinciale cooperative e Cantine sociali di Asti (democristiana), e dalla Federazione cooperative e Cantine sociali (comunista). Queste Ispezioni, però, han no poteri limitati: i revisori si limitano a c prendere atto >, ed a comunicare eventuali osservazioni al Prefetto, il quale naturalmente può riferire al Ministero. Si tratta di controlli moltn blandi, limitati alle Cantine 60 ciali che aderiscono alle organi r.WUlonl provinciali (l'Asti Nvdcabdclicmspsntamvdadcpczpnsguc3itpcllipng Nord, per esempio, non vi ave- va aderito). Il dott. Ezio Barbero, presidente dell'Unione provinciale cooperative e Cantine sociali, a cui sono delegati i controlli biennali della maggior parte delle Cantine astigiane, non concorda pienainen e con i rilievi fatti dall'ing. Nuvoli, ma conferma che i costi di ammortamento sono pesanti. Le sovvenzioni statali giunsero puntuali per le prime Cantine sociali, fino al 1955-'56; poi vennero accordate con ritardi di tre o quattro anni. Intanto gli agricoltori, attratti dalla promettente formula dell'Iniziati va, decisero di agire senza per dere tempo, contraendo mutui ad alto interesse e a breve scadenza. CI sono cosi Cantine sociali che ammortizzano gli Impianti in 30 anni (quota: 6 per cento); e altre che ammortizzano in 10 anni (quota 10, 11 per cento). Queste ultime han no bilanci estremamente pesanti. Si osserva anche una grave disparità: in Sicilia, con una legge regionale, viene ac cordato alle Cantine sociali il 30 per cento del costo degli impianti a fondo perduto; nien te di simile, invece, è previsto per le nostre Cantine € Lo situazione attuale — ci dice 11 dott. Barbero la seguente: la Cantine sociali che hanno già ammortizzato i mutui d'impianto, o stanno per ammortizzarli, hanno buone prospettive; le altre sono in gravi difficoltà. Inoltre va ri cordato che il presidente di una Cantina sociale dirige una azienda che ha un capitale di circa mezzo miliardo E' difficile fare l'imprenditore e commerciante, occuparsi di impiantì, di tecnici e impie gati e organizzare la vendita I dirigenti dovrebbero essere consigliati e aiutati. « D'altra parte le Cantine so ciali costituiscono un'attrezzo tura indispensabile per la sorte della viticoltura: si può an zi prevedere che accanto alle Cantine prospereranno soltanto le aziende familiari dì una certi consistenza e bene attrezzate ». Riferiamo anche qualche dichiarazione del presidente della Federazione cooperative e Cantine sociali, Giuseppe Gaeta, che è pure consigliere comunale di Asti per 11 pei. Egli vede la soluzione in un maggiore intervento dello Stato per la costruzione degli edific in un sostanzioso concorso statale alle spese di gestione Nel bilanci delle Cantine sociali sono segnati In media al passivo da 4 a 10 milioni pe gli ammortamenti e 3 o 4 milioni per la gestione: sono que ste le spese che mettono in cri si le Cantine sociali, e che le sovvenzioni statali dovrebbero annullare o diminuire sensibilmente. Abbiamo riferito vari pareri La funzione delle Cantine sociali è ritenuta da tutti Indispensabile. Soltanto questi volontari «ammassi delle uve» possono risolvere la crisi della viticoltura, con una scrupolosa produzione vinicola di massa e del vini tipici de) luogo. Ma si chiedono assistenza e controlli tecnici e amministrativi, maggiori sovvenzioni governative e provvedimenti per favorire lo smercio della produzione. Un contadino di Govone ci scrive; «Non abbiamo altre risorse che l'uva, ma abbiamo avuto soltanto un acconto per la vendemmia del 196S e altrettanto per il 1961, ». Altri lamentano di « avere avuto la dabbenaggine » di aderire alla Cantina sociale. Sono recriminazioni che sì diffondono fra I coltivatori. Deve essere ridata al contadini la fiducia nelle Cantine sociali che, se organizzate con criterio e bene amministrate, possono garantire tranquillità e sicurezza a chi lavora tutto l'anno nei vigneti. e. d.

Persone citate: Barbero, Ezio Barbero, Giuseppe Gaeta, Nuvoli, Prospero Nuvoli