Come Leonov ha manovrato per lasciare la cosmonave di Massimo Conti

Come Leonov ha manovrato per lasciare la cosmonave Come Leonov ha manovrato per lasciare la cosmonave (Dal «ostro corrispondente) Mosca, 18 marzo. Un uomo legato con funi di nailon a un satellite artificiale ;ja vototo oggi negH spazi co_ smici ver venti minuti, a una velocità di es.soo chilometri !orari, e ad una distanza dada . indenng ne„a cobJna del soteHtte. Per altri dieci m<nit_ \tii prima e dopo la sua esplo- Terra compresa fra i 173 e i 495 chilometri. Il protagonista dell'impresa, il tenente colonnello dell'aviazione sovietica Alexei Arkipovich Leonov, di 30 anni, s'è aggirato nello spazio con movenze simili a quelle d'un palombaro, ha esaminato la superficie esterna dell'astronave, ha compiuto osservazioni e rilievi e infine ha girato alcuni metri di pellicola con luna cinepresa. Quindi è rien- lezosolatinaconrigmginducl'pdprazione, è rimasto in un compartimento stagno dell'astronave in « condizioni spaziali >, cioè identiche a quelle esterne. La straordinaria avventura . |£—° ^ZrVtl ., passaggìo m satelUte 1 spaziati attorno al pianeta, a ?*« iranno il trampolino di lancio per la conquista della territorio dell'Unione Sovietica, al secondo giro della Terra. L'impresa è stata definita < storica >. Essa renderà possibile la costruzione di basi l ] o i a e i a a l o , o - Luna e in genere per le future esplorazioni cosmiche. Alexei Leonov era partito per la sua impresa alle dieci di stamane a bordo d'un satellite denominato < Voskhod II ». cioè < Aurora », come quello lanciato il 12 ottobre scorso con tre uomini. Era con lui un compagno di viaggio, il colonnello Pavel Ivanovich Beliaiev, di ifi anni, cui era stato affidato il comando della nave spaziale (l'età di questi ultimi cosmonauti è più avanzata rispetto a quella dei primi conquistatori dello spazio, per le migliori condizioni tecniche dei voli). Partito dalla base di Bajkonur, non lontano da Kara nandù (Asia Centrale), il potente razzo vettore ha raggiunto l'altezza di 173 chilometri e il < Voskhod II » è entrato cosi in una < orbita prossima a quella prestabili ta». Leonov e Beliaiev avvertivano subito per radio che te loro condizioni fisiche erano -. maU e che tuHl gli appa_ -1 recchi di bordo funzionavano rati e oare ci isfiù; il eon ue o- alla perfezione. Alle 10,48 un flash di tre righe dell'agenzia « Tass » annunciava il felice lancio, senza peraltro rivelare in anticipo la parte più sensazionale dell'impresa. Afilioni di persone in tutta l'Unione Sovietica cominciavano a trepidare per i due astronauti, mentre la notiz'.a rimbalzava da un angolo all'altro del globo, portata dalle radio e dalle telescriventi. A Kaliningrad (l'ex K6nigsberg nella Prussia orientale) i genitori e la moglie di Leonov, Svetlana, accorrevano anche loro al vìdeo. La madre delcosmonauta, Yevdokiya, di 70anni, apparsa stasera alla te- levisione con un grande fazzoletto dà contadina legato sotto il mento, saoppiava in lacrime nell'apprendere la notizia. « Nicevò, nicevò >, andana rassicurandola il padre del cosmonauta, Arkhip. < Niente, niente: tornerà giù subito, lo rivedremo presto. E' un ragazzo in gamba, conosce il suo mestiere. Nicevò nicevò... ». La moglie di Leonov, con gli occhi fissi sul video, teneva in braccio la figlia Vittoria, di Quattro anni. Leonov, un ufficiale che studia alla Accademia di ingegneria dell'aviazione sovietica e che ha partecipato alla progettazio7ie della nave spaziale, era già pronto ai lanci cosmici nel 1961, l'anno di Oagàrin, il primo cosmonauta. Avrebbe voluto essere lui il primo cosmonauta, ma per ragioni che non conosciamo, venne tenuto di riserva per altre imprese. Alla figlia, nata in quell'anno, diede appunto quel nome augurale: Vittoria. Il < Voskhod II > compiva il suo primo giro attorno al pianeta in 90 minuti e 9 secondi, con un perigeo di 173 chilometri, un apogeo di 495 e una angolazione rispetto all'equatore terrestre di 65 gradi. Il comandante Beliaiev, onch'egli pilota di guerra decorato con V ordine della mSashfiddrqndzcqasuStella Rossa e sette meda-\nglie (ha moglie e due flglieJfIrina, di 15 anni, e LudmillaAsdi lo), continuava a dare ras--sicuranti notizie alle stazioni di terra: la missione continuava regolarmente. I compiti afftdatì al « Voskhod II », ri-ilievi scientifici e medico-biologici, venivano assolti con pieno successo. Ancora si ignorava il vero arduo scopo della missione. Soltanto alle 13,20 si sarebbe appreso dalla Tass che fra le 11,30 e le 11,50 cper la prima volta nella storia dell'umanità, un uomo era uscito dal satellite artificiale nello spazio cosmico, allontanandosi di cin- n i a e : l , a a que metri ». La gente a Mosca rabbrividiva. In !t6 mesi di imprese spaziali i cosmonauti sovietici avevano al loro attivo 17 giorni di voli per un totale di 11 milioni di chilometri; e la gente di Mosca ormai si era assuefatta a notizie del genere. Il senso di distacco che aveva accolto l'ultima impresa spaziale nello scorso ottobre è stato però travolto quest'oggi da un'ondata di emozioni violente, commiste a incredulità, stupore, orgoglio immenso. Nei negozi e nei luoghi pubblici di Mosca il lavoro veniva inter rotto: tutti accorrevano al video e alla radio. Alle ti,30, dunque, Alexei Leonov abbandonava il suo collega per rinchiudersi in un compartimento stagno della astronave, simile a quello di un sommergibile. Indossava una speciale tuta spaziale capace di proteggerlo dalle radiazioni cosmiche e dai brucianti raggi solari, che al di sopra dell'atmosfera potrebbero carbonizzare un uomo. Era legato con cavi di nailon protetti da speciali sostanze all'astronave, una bombola di ossigeno fissata alle sue spalle gli assicurava la normale respirazione. Dopo cinque minuti di sosta nella paratia stagna, Leonov apriva la botola e si avventurava nello spazio cosmico. Lo abbiamo visto con chiarezza in « cosmovis-ione » (è il neologismo della giornata) mentre emergeva dalla botola. Sembrava un palombaro che ai meati [asse attorno a uno scafo immerso. Prima Leonov ha tastato a lungo la superficie del « Voskhod II », tenendosi attaccato a una maniglia di ferro; poi ha provato a più riprese a sollevare un braccio, quindi ha tentato di allontanarsi di qualche centimetro dalla sfera dell'astronave, senza però lasciare la presa e compiendo movimenti simiti a quelli di un ginnasta. Grazie all'imponderabilità ha poi assunto rispetto alla navicella una posizioìie orizzontale. Dopo altri movimenti, inflha lasciato la maniglia: -\ne eJfra capriole e giravolte da peaAscatore subacqueo, lente ap s--Punto come movimenti in oc ni iti qua, Leonov si è allontanato di cinque metri dalla navicella. Armeggiava con il grovi- i-ialio dei cavi e poi spariva on oa e e a iao n- dietro il campo visivo « nuotando » dietro e sotto il € Vo skhod». Ad acuire la suspense dei telespettatori restava l'emisfero della navicella sullo sfondo della curvatura terrestre. Paesi e mari scorrevano sotto gli occhi di milioni di persone. Attaccato al < Voskhod », Leonov volava alla velocità di 8 chilometri al secondo, pari a 28 mito 800 chilometri orari. Una velocità quasi impensabile, anche se lo speaker delia tetevisione assicurala che un uomo nelle condizioni di Leonov ha la sensazione di volare a una velocità relativamente bassa. La distanza dalla Terra e l'assenza di atmosfera sono aU Vorigine dell'illusione. Ma nessuno potrà dirci i pensieri e i sentimenti riposti di un essere umano che si trova a < navigare » per ta prima volta, da solo, attaccato a funi di 7iailon, negli spazi cosmici senza fondo, dove misure, orientamento, percezioni terrestri risultano sconvolti e annullati. Comunque, questo eroe dell'era spaziale ha assolto bene i suoi compiti, compiendo rilevazioni, osservazioni e riprese cinematografiche. Ed è poi rientrato dopo venti minuti nel suo abitacolo (la «Vos7c7io<i»| e divisa in due scompartimenti), seguito attimo per attimo] dalle telecamere, visititi come sporgenze dalla sfera cosmica.! «Guardatelo e ammiratelo —' ripeteva la voce eccitata dello] speaker ai telespettatori — e non dimenticate mai questo storico momento ». « H compito di Leonov — avvertiva poco dopo la voce del comandante Beliaiev, che aveva seguito e diretto l'intera operazione — è stato compiuto con successo. Le condizioni della nostra cabina sono normali. Continuiamo il volo secondo i programmi prestabiliti ». Prima del decollo, alla base di Bajkonur, Beliaiev aveva dichiarato ai collaboratori del cosmodromo: «Il volo del "Voskhod II" è un nuovo importante passo, una fase completamente nuova, per la conquista degli spazi. Per la prima volta nella storia un uomo nell'orbita di un satellite potrà osservare la Terra in maniera diversa dalle osservazioni compiute finora attraverso gli oblò delle astronavi. Faremo onore ai nostri impegni. Arrivederci presto, compagni, nella madre patria ». «Questo esperimento — commentava più tardi il biologo Alexander Kuzin — è particolarmente importante per la costruzione di stazioni spaziali per i voli interplanetari. Queste piattaforme verranno montate dalle mani di uomini in grado di uscire dalle astronavi nello spazio cosmico. Restando nello spazio, Leonov ha dimostrato la possibilità di ulteriori conquiste del cosraox A afosca e in tutta l'Unione Sovietica stasera c'era l'esul tanza che accolse il primo volo di Gagàrin. «La vostra impresa ci ha profondamente impressionato — ha detto Breznev, parlando al radiotelefono con i cosmonauti —. Il mondo intero saluta la vostra meravigliosa impresa. Avete compiuto un volo audace, al di là della nostra Immaginazione ». Le Izvestia sono uscite stasera co?i /itoti di scatola in rosso. Massimo Conti OTaMsbpSkmlcscqnceNrltru' ; i | a ll 0\ zsnCpddckttsvntnngrAnmAlclQ Alexei Leonov è sospeso nel vuoto. Soltanto una fune di nailon lo tiene collegato alla nave spaziale «Voskhod II» (Tel. «Associated Press»)

Luoghi citati: Asia Centrale, Kaliningrad, Mosca, Unione Sovietica