Un trionfo della scienza

Un trionfo della scienza Un trionfo della scienza La prima reazione è stata d'incredulità; qui ai è in piena fantascienza; tra quei libri e libretti e fumetti, dove capita di vedere figurati uomini in tute c scafandri aggirarsi intorno a navi spaziali, e magari dare opera a montare pezzo per pezzo castelli e isole nel vuoto. Ma è giocoforza credere: milioni di persone (e anche noi in Italia) hanno osservato sugli schermi la prodigiosa emersione di Alexei Leonov dal Voskhod LI e il suo librarsi nello spazio intorno al veicolo. Superato dunque il primo sbigottimento, accettiamo anche questo tra i miracoli del nostro tempo. Non che nella letteratura astronautica, tutta intessuta di possibilità avvenire, non fossero previste di queste acrobazie edavventure; ma lo straordinario è appunto che « fantasie » tecniche alla Giulio Verne ad una ad una diventino macchine, fatti, accadimenti: e che persone in carne ed ossa ne siano partecipi Dopo lo stupore insorgo-no gli interrogativi: il pri-mo dei quali concerne l'e-quilibrio delle pressioni fral'interno e l'esterno del vei colo. L'astronauta è uscito da esso: per qual meccanismo ciò è potuto avvenire senza che il veicolo si svuotasse della sua atmosfera? Forse è predisposta una camera intermedia che (nell'operazione di uscita) schiude a tergo dell'uomo verso la cabina, prima chesi apra verso lo spazio; Fa bisogno di dure cheancora una volta, con unaoperazione di sorpresa, i sovietici anticipano e (agleffetti della spettacolarità) già sono riusciti a rimpicciolire l'annunciato e imminente primo tempo dello statumtense «progetto Gemini»? E questo ancora unavolta il risultato di due politiche differenti nella pubblicità data alle imprese spaziali. Tuttavia il ripetersi da tempo di simili episodi, nonché la ricchezzadella messe di risultati spaziali ottenuti da sovietice statunitensi, dovrebbero avere svuotato ormai di ogneccesso il significato agonistico di queste imprese. Lconquista e l'esploraziondello spazio stanno insomma diventando gloria e patrimonio comune dell'umanità: i russi vi sono al primo ppsto per gl'interventumani; gli americani per lfinitezza di quelli strumentali e per la messe di risultati scientifici raccolti. L'evento di ieri ha comunque l'importanza di untappa pratica, oltreché fascino di un vertiginosardimento. Grazie ad essoassumono concretezza, escono dalle genericità velleità rie i progetti di montaggie unione di pezzi nello spazio; entrano a far parte dele possibilità le ideate coStramoni di stazioni spaziali; e cioè di stratture pemanenti, abitate e manovrate dagli uomini e ruotanin orbita. Sarebbero quessorta di isole tridiniensinali nell'oceano dello spzio, destinate ad accogliestrumenti e studiosi: fisiche si giovano della illimtata disponibilità dell'altisimo vuoto che è tanto difcile ad ottenere quaggiùastronomi che esplorano cielo di là da ogni barrira atmosferica, nella nschermata gamma delle sradiazioni; fisiologi e biol gi che ricercano le possibilità di vita in condizioni di gravità nulla; meteorologhi e studiosi di raggi cosmici. Inoltre le stazioni spaziali di maggiori dimensioni potrebbero costituire trampolini ideali di lancio per viaggi verso più lontani spazi. Partendo da esse si sarebbe già fuori del « pozzo gravitazionale » che tanto rende gravoso e costoso il distacco dei carichi dalla nostra sede terrestre. Sono progetti fantastici; ma quell'omino che è uscito nello spazio dal Voskhod LT ne rende meno avventata e più agevole la stessa enunciazione. Didimo qrpv1dlarassdls La «Voskhod II» è partita dalla base di Bajkonur

Persone citate: Alexei Leonov, Giulio Verne

Luoghi citati: Bajkonur, Italia