Cinque condanne a Mantova per lo scandalo dell'edilizia

Cinque condanne a Mantova per lo scandalo dell'edilizia Cinque condanne a Mantova per lo scandalo dell'edilizia Imputati l'ex vicesindaco, due consiglieri comunali, un funzionario della prefettura e un esponente del pei - Le pene per ognuno di poco superiori ai 2 anni (Dal nostro corrispondente) Mantova,- 12 marzo. Tutti gli imputati al processo per lo scandalo delle aree fabbricabili sono stati riconosciuti colpevoli del reato di corruzione per atti contrari al dovere d'ufficio. La sentenza è stata emessa dopo una lunga permanenza del tribunale in camera dì consiglio. Sergio Sedazzari, Enore Battoni e Mario Zangrossi sono stati condannati a due anni e due mesi di reclusione e a 50.000 lire di multa ciascuno; l'avvocato Dallamano ed il dott Fichera a due anni ed un mese di reclusione e 40.000 lire di multa ciascuno. A tutti gli imputati è stato condonato un anno. Gli imputati dovranno inoltre restituire all'amministrazione del fallimento di Luigi Dell'Aringa le seguenti somme: Sergio Sedazzari ed Enore Battoni, in solido fra loro, 3.155.000 lire; Mario Zangrossi 5 milioni, Vando Dellamano 2 milioni e mezzo, Giovanni Fichera mezzo milione. I cinque imputati hanno presentato appello. Il lunghissimo processo aveva occupato quindici udienze e interessato l'intera cittadi nanza: infatti quasi tutti i cinque imputati, protagonisti del la clamorosa vicenda, sono esponenti della vita pubblica cittadina. L'aw. Dellamano era consigliere comunale per il psdi ed è attualmente presidente nazionale dell'Associazione reduci; il dott. Fichera era consigliere di prefettura nella nostra città al tempo dei fatti; Enore Battoni era un ex-funzionario amministrativo della Federazione provinciale comunista; Sergio Sedazzari era il vice-sindaco di Mantova e Mario Zangrossi consigliere comunale socialista e segretario della Federazione provinciale del psi. Erano accusati di aver favorito l'impresario Dell'Aringa nella gara d'appalto per il risanamento della città vecchia. Le trattative fra gli imputati e l'impresario sarebbero venute alla luce alla morte del Dell'Aringa, durante l'esame dei documenti del suo ufficio. _ p. r.

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