La Camera vota la fiducia al governo Stamane le attese misure economiche

La Camera vota la fiducia al governo Stamane le attese misure economiche Pei» appello nominale : 329 a favolo, 222 contrari La Camera vota la fiducia al governo Stamane le attese misure economiche Ampio discorso di Moro prima delle votazioni - Egli annuncia le linee del provvedimento che oggi sarà approvato dal Consiglio dei ministri: immedialo avvio dell'edilizia pubblica e popolare; sgravi fiscali per l'edilizia privata e gli alloggi invenduti; agevolazioni per l'esporta--'one, l'agricoltura e le industrie che producono macchinari; fiscalizzazione degli oneri sociali; sarà deciso anche l'aumento delle pensioni - Respinta la proposta di rivedere le norme del Concordato col Vaticano (Nostro servizio particolare) Roma, 12 marzo. A mezzanotte, a conclusione del dibattito parlamentare, è cominciata a Montecitorio la votazione per appello nominale sulla mozione di sfiducia presentata dai comunisti. La votazione si è conclusa verso l'ima di notte: a favore del governo si sono avuti 329 voti (democristiani, socialisti, socialdemocratici e repubblicani) ; contro il governo e quindi a sostegno della mozione comunista di sfiducia 222 voti (pei, socialproletari, liberali, monarchici, missini e Pacciardi) ; astenuti i tre deputati della Volkspartei. Aprendo alle 18 la seduta conclusasi con il voto, il presidente del Consiglio on. Moro ha risposto agli oratori intervenuti nel dibattito ripercorrendo le vicende del rimpasto ministeriale, fornendo notizie sull'attuazione del programma del governo e indicando i punti cardine della superlegge che sarà domani approvata dal Consiglio dei ministri. « Il governo non si è sentito e non si sente in crisi, — ha detto Moro. — Ha delle difficoltà da superare, ma ha anche la forza e la volontà di affrontarle». Questa è la sostanza: il governo si presenta alle Camere con immutata base politica e programmatica, con la stessa maggioranza parlamentai'e. « Mai nel corso delle discussioni si è profilata una rottura o la necessità di una revisione degli indirizzi di fondo della coalizione». Perciò non c'è stata crisi mascherata, così come bisogna dare atto, « di fronte ad ingiuste e talora sconvenienti polemiche, della imparzialità, della correttezza costituzionale, del senso del dovere ai quali il Presidente della Repubblica si è ispi rato nell'applicazione delle attività inerenti al suo alto ufficio ». Nessuna innovazio ne quindi, ma una conferma della volontà politica e del programma del governo « con gli adeguamenti resi necessari dall'attuale fase di evoluzione della econo mia ». Bisogna però riconoscere — ha continuato Moro — che l'obbiettivo di una più intensa e impegnata partecipazione all'azione governativa delle forze che compongono i partiti della coalizione è stato solo parzialmente raggiunto, ma ciò non cambia la realtà della esistenza di una effettiva maggioranza parlamentare. Pertanto il rimpasto è stato limitato alla reintegrazione della rappresentanza socialdemocratica (Lami Starnuti) e alla immissione nel governo della « forte personalità dell'on, Fanfani, del quale sono ben note la competenza, l'esperienza e l'energia realizzatrice». Per tutte queste ra gioni, il governo non ha fatto dichiarazioni politiche in Parlamento, tanto più che di fronte alla mozione di sfiducia le vicende del rimpasto risultavano di minor rilievo. Così conclusa la parte di natura costituzionale e di politica generale, Moro ha fatto alcuni annunci sull'attuazione del programma : per il Mezzogiorno è davanti alla Camera la legge di proroga della Cassa (1600 miliardi in cinque anni) ; il prossimo Consiglio dei ministri approverà la legge delega per la riforma del bclèfcmmqepmzzt«m'Codice di procedura penale ; è pronta la legge di riforma delle norme di pubblica sicurezza; è in corso l'accertamento del costo delle Regioni a statuto ordinario; il ministro Preti ha predisposto le leggi per la riforma della pubblica amministrazione; sarà istituito tra a i 0 l e l breve il ministero della Ricerca scientifica ; è pronta la nuova legge urbanistica; è pressoché ultimata la riforma della legge sulle società per azioni; dopo l'esame del Cnel sarà definitivamente approvato il piano quinquennale di sviluppo economico, ma sarà anticipata l'istituzione della commissione per la programmazione, allo scopo di utilizzarla anche per l'azione anticongiunturale. Per là scuola, il governo « promuoverà un esame collegiale nel quale possano essere vagliate e ragionevol mente contemperate tutte le posizioni » ; ma intanto c'è già un'intesa, in sede di piano quinquennale, per il progetto di spesa riguardante le urgenti necessità della scuola, e su questo «non dovrebbero esservi difficoltà ». Trattando della situazione congiunturale, Moro ha ringraziato La Malfa dei contributi portati nel dibattito e ha chiarito, in polemica con Malagodi, alcune impostazioni generali. Ha contestato al leader liberale che la tensione inflazionistica non sia stata frenata, rilevando che nel gennaio 1965 per i prezzi all'ingrosso si è avuta una flessione, anche se limitata, e per i prezzi al consumo un aumento di mezzo punto. « C'è stata quindi addirittura un'inversione di tendenza per i prezzi atl'ingrosso». Moro ha aggiunto che non si può accettare la previsione di Malagodi secondo cui nel 1965 si dovrebbero avere altri otto punti di scatto della scala mobile, con un aumento di circolazione di 400 miliardi: «.L'andamento dei prezzi ci dice che ciò non potrà avvenire ». Il governo, nella sua azio- appnmvspzdbdstadrgdlpsnu'ne congiunturale, non procederà ad una « immissione di liquidità irrorata disordinatamente nel sistema economico, ma destinerà i mezzi finanziari verso quelle attività che immediatamente possono accrescere la domanda di beni e di servizi » L'obiettivo fondamentale ; è quello di accelerare il più a l a a possibile, con la ripresa degli mvestimenti, il ritorno ad un elevato grado di occupazione. H complesso delle misure per il rilancio economico è già pronto, ha detto Moro, ma per deferenza verso la Camera, per ascoltarne i suggerimenti, si è attesa la fine del dibattito per la loro approvazione. Della superlegge ecco i punti essenziali: 1) « rendere possibile nel giro di pochi mesi di mettere in cantiere un rilevante volume di lavori nel settore delle costruzioni; parte precipua avrà l'edilizia popolare e in genere l'edilizia alimentata da contri buti dello Stato e finanziata dalla Cassa depositi e prestiti nonché da enti creditizi pubblici (cioè edilizia abitativa, scolastica ed ospe daliera) »; in pratica, per rendere utilizzabili i progetti già pronti, lo Stato darebbe la sua garanzia alla Cassa depositi e prestiti per i mutui da concedere ai comuni; la stessa garanzia sarebbe accordata ai comuni per i mutui necessari ad urbanizzare le aree acquistate con la legge « 167 » ; 2) per l'edilizia residenziale (privata) sono poi previste « speciali agevolazioni fiscali capaci anche di smobilizzare il patrimonio di ca se invendute » ; si trattereb be, tra l'altro, di una forte riduzione dell' imposta di registro ; 3) interventi nel settore dei porti e della viabilità, accelerando gli investi- jmenti previsti rial pianoippbszcdi e i l ; a a r o i i a d ni oa b e di oii- ' quinquennale; 4) agevolazioni per l'ammodernamento (meccanizzazione) dell'agricoltura; 5) agevolazioni per l'industria produttrice di macchinario pei accrescere la possibilità di vendere sul mercato interno: 6) per le vendite all'estero sarà rafforzata l'azione di finanziamento del mediocredito centrale; 7) «per evitare, anche per effetto del maggiore uti\lizzo di liquidità da parte del settore economico, un aumento dei costi che possa trasferirsi sui prezzi, lo Stato darà un contributo all'equilibrio fra costi e ricavi delle aziende» (fiscalizzazione di oneri sociali, il cui eventuale agganciamento agli scatti di scala mobile sarà deciso domani dal Consiglio dei ministri). Nel superprovvedimento sarà compresa anche la riforma e l'aumento delle pensioni della Previdenza Sociale. Per realizzare i suoi obiettivi, ha concluso Moro su questa parte, il governo conta sulla collaborazione di tutte le categorie e, come ha già fatto, proseguirà il contatto, presso gli organi della program mazione, con i sindacati dei lavoratori e gli organismi imprenditoriali. Passando alla politica estera, Moro ha confermato gli indirizzi tradizionali, poi ha chiarito, a proposito del Vietnam, che l'ambasciatore sovietico nella sua recen te visita a Palazzo Chigi non ha consegnato nessuna nota formale, ma ha esposto il punto di vista dell'Urss manifestando l'impressione che l'Italia solidarizzasse con la posizione americana e citando l'invio di personale sanitario italiano nel Vietnam. In rispo sta Moro precisò, nei termi ni già noti, la linea dell'Italia, favorevole ad una soluzione negoziata resa possibile da una tregua d'armi. Quanto ai nostri sanitari, si tratta di tre medici e sei infermieri, liberi professionisti civili, recatisi volontariamente in ospedali civili del Vietnam. A proposito delle voci circa trattative per il confine orientale con la Jugoslavia, Moro ha difeso l'accordo del 1954 che confermò Trieste all'Italia e rese possibile la instaurazione di rapporti normali con la Jugoslavia. H miglioramento di tali rapporti «non sottintende né concessioni né rinunce ». Circa i nostri crediti ai alastggmtpdpcpmstddvtpctldescelssbsdmdt paesi arabi, essi sono « cowi-ispatibili con le nostre possi- jmbilità finanziarie» e «ri-itspondono alla nostra tradì- jdzionale politica dì amicida | tcon i paesi mediterranei e!^del terzo mondo ». | a e o . i l e a, l e a ti H pé ai Moro si è infine riferito al « Vicario », rilevando che la proibizione a Roma si Jspiega con il giudizio «/or-; temente e ingiustamente ne- \ cgativo » dell'autore sulla fi-1 gura di Pio XII, « la cui memoria è tuttora viva soprattutto nella sua sede episcopale » ( applausi dai settori democristiani). Quanto a possibili revisioni del Concordato, egli ha escluso che possa avvenire unilateralmente una scelta delle clausole che si giudicano in contrasto con la Costituzione della Repubblica. A conclusione, il Presidente del Consiglio ha rilevato che le opposizioni continuano a non saper proporre alcuna alternativa al centro-sinistra, ha precisa to che la delimitazione della maggioranza è definita dagli obbiettivi positivi che essa persegue e che lo spo stamento dal centrismo al centro-sinistra risponde alla evoluzione della società italiana, ma con un limite di spostamento che è il costante riferimento alla libertà. Per il complesso della sua politica il governo chiede quindi il rigetto della mozione comunista di sfi ducia. Il discorso del Presiden te del Consiglio è stato accolto dagli applausi della maggioranza e dalle congratulazioni dei ministri (erano tutti presenti, Nenni a fianco di Moro, molti altri, come Fanfani, Colombo, Pieraccini, non avevano trovato posto al banco del governo e stavano nei settori dei deputati). Per le dichiarazioni di voto che provocavano vivaci battibecchi tra i vari settori hanno parlato Ingrao (pei) e Basso (psiup), favorevoli alla sfiducia; Mit terdorfer della Siidtiroler Volkspartei che ha annun iato l'astensione dei deputati altoatesini; Pacciardi (ind.), Covelli (mon.) e Michelini (msi) che, dovendo esprimersi contro il governo, annunciavano che « a malincuore » avrebbero votato per la mozione comunista: ultimo oratore delle opposizioni è stato l'on. Malagodi che ha nuovamente criticato con durezza il governo annunciando che i li berali avrebbero votato per la mozione del pei. La fiducia al governo è snrdtmvppcnrdtvtfp stata motivata, con le argo mentazioni già svolte duran te il dibattito e con alcune differenziazioni su temi par ticolari (Il Vicario), da Zani !^1,1* 'dc)' ^ M*lf» fPri)' ( Psdl ) ' De Martmo Fausto De Luca jm' qmc\ L'on. Moro ieri dopo la seduta a Montecitorio (Tei".*rP)