Duemila «marines» americani già sbarcati nel Vietnam del Sud di Igor Man

Duemila «marines» americani già sbarcati nel Vietnam del Sud Duemila «marines» americani già sbarcati nel Vietnam del Sud Altri 1500 giungono oggi - Difenderanno la base aerea di Da Nang, punto di partenza delle missioni sul Nord Vietnam -1 guerriglieri l'attaccano sovente sperando di impedire le incursioni - Violento scontro nella giungla ira ribelli ed esercito regolare: decine di morti da entrambe le parli, uccisi anche tre americani a o (Dal nostro inviato speciale) Base di Da Nang (Sud Vietnam), 8 marzo. Il primo plotone di una brigata di marines ha messo piede sul suolo del Vietnam del Sud alle 0 di stamane. Un denso strato di nebbia gravava sulla, baia di Da Nang celando le montagne che fanno da anfiteatro alla valle dove è la base aerea, il mare era livido. Da Quattro grosse navi trasporto della VII flotta ferme al largo fluivano le imbarcazioni da sbarco cariche dei fucilieri di marina, il rombo dei motori anfibi e degli elicotteri era assordante: la ma novra andava svolgendosi come in un film di guerra. L'arrivo dei marines trascende il suo significato militare aprendo un nuovo corso, dando nuova fisionomia alla guerra che da dieci anni insanguina il Vietnam. Allo sbarco ha assistito il brigadier generale Frederick Karch, comandante della brigata che appartiene alla S' Divisione Marines di stanza a Okinawa; erano anche presenti il capo delle forze aeree vietnamite generale Ky e diversi alti ufficiali Il comandante del plotone sbarcato si è messo subito a rapporto mentre i suoi uomini andavano assestandosi rapidamente seguiti dal loro pesante equipaggiamento: tanks, cannoni, carri blindati anfibi da trasporto. Subito dopo sono entrati in scena i fotografi mentre sorridenti studentesse, in costume nazionale mettevano al collo dei soldati ghirlande di fiori in segno di benvenuto e le ausiliarie dell'esercito vietnamita applaudivano. «I miei uomini sono pronti ad entrare in azione In qualsiasi momento — ha dichiarato ai giornalisti il generale Karch cui la ghirlanda non sembrava dare impaccio — sono addestrati al combattimento nella giungla. Sono qui per assolvere compiti di difesa interno al perimetro della base e all'interno di essa ». Il generale ha aggiunto che l'area della base stessa sarà ampliata per far sì che tra una rampa e l'altra di missili Hawk corra una distanza maggiore, necessaria ai fini della sicurezza e dell'impiego. A mezzogiorno erano sbarcati duemila uomini circa; il resto dei marines (per un totale di 3500 unità, l'organico di due battaglioni) prenderà terra entro domani. Dalla spiaggia che è a nord di Da Nang i reparti hanno raggiunto la città sfilando sotto archi di trionfo su cui si leggevano frasi come « Il Viet nam saluta i figli del popolo americano ». La gente ha visto passare i marines in silenzio, solo i bambini applaudivano, agitando bandierine dei due paesi. Una volta alla base i fucilieri di marina si sono messi al lavoro per allestire nuovi sbarramenti difensivi. Presto Da Nang sarà la più fortificata base aerea americana del Sud-est asiatico ed i soldati vietnamiti che attualmente ne snbDvcdsI a o e i i o fiel ti e sorvegliavano la cinta saràn-| mno impiegati contro il Vietcong.] si ipi onn » oon ai la l0 e on de vila ro ner a. Durante lo sbarco si combatteva a sole cento miglia da Da Nang nella tormentata provincia di Binh Dinli. Ormai c chiaro che i comunisti sono decisi a produrre il massimo sforzo per tagliare in due il I Vietnam, del Sud in modo da isolarne la parte settentrionale del Paese dov'è appunto la base di Da Nang. Ingenti masse di truppe già affluite dallo regione del delta vanno eseguendo una manovra a tenaglia: nella notte, e ancora stamani, si è aspramente combattuto in un campo fortificato prossimo a Binh Dinh; prima di assalirlo i comunisti ne hanno bombardato le installazioni con mortai e cannoni, sono intervenuti cacciabombardieri che hanno operato alla luce dei razzi tlluminajtti lanciati da elicotteri: alla fine sono stati contati cento ribelli uccisi, morti proprio mentre stavano per tagliare i reticolati. Le perdite dei regolari ammontano a. SS morti e 27 feriti, tre americani sono rimasti uccisi. Altri cento comunisti sono morti nella zona di Khanh Hoa sempre nella parte centrale del Paese; anche. qui è intervenuta l'aviazione vietnamita in soccorso delle truppe regolari che avevano perduto un villaggio e un avamposto. Nonostante le se vere perdite le forze del Vietcong non desistono dalla pressione, non solo ma operano azioni di disturbo un po' dappertutto: stanotte il cielo di Saigon era illuminato a giorno dai razzi, si combatteva a sole cinque miglia est dalla capitale e ancora nella cittadina residenziale di Ben Lue rjiiiiirfici misiia sud-ovest, e a [Long a venti miglia sud-ovest. Stamani all'alba quando sial mo partiti per Da Nang gli \scontri continuavano, dall'aei reo abbiamo visto i fuochi della battaglia condotta con impiego di artiglieria e mortai. A Long Au sono stati tre comunisti in divisa dell'esercito vietnamita ad aprire ai loro compagni i cancelli di quel caposaldo: i governativi hanno avuto undici morti, due feriti, quattro dispersi; tre donne e quattro bambini sono rimasti uccisi. I rinforzi non sono riusciti a prendere contatto col nemico in nessuno dei tre luoghi prossimi a Saigon. L'iniziativa in questo momento è indubbiamente in mano ai ribeili decisi a far sì che le truppe regolari non lascino gli attuali mlpsvdtlra ) co enta po lli oema quartieri per intervenire nella zona centrale del paese di cui appunto il Vietcong sta tentando la completa occupazione. La situazione è aggravata dall'esodo di 115 mila persone dalle zone occupate dai comunisti; sono gli stessi comuniiti che cacciano la gente dai villaggi e dalle città per aggravare i problemi del governo di Saigon: non sarà facile trovare un tetto a t inta gente e provvedere al trasporto di derrate via terra poiché le rotabili sono controllate danemico. Sessantamila persone gravitano fra Binh Dinh e Danag dove alcune centi7iaia di profughi accamimtisi proprio ato j ridosso della base sono stat I/affi sgomberare stamane «per misura di sicurezza», ma non senza fatica: si rifiutano di muoversi gettandosi per terra, le donne gridano, i bambini piangono. Ci saranno fra questi disgraziati gli agenti provocatori, tuttavia lo spettacolo di codesta massa disperata, turba e non dispone certo all'ottimismo. Igor Man a i a o -i i i ii dt l ii di b l litl di D N (Tlf Aid P «marines» americani durante le operazioni di sbarco sul litorale di Da Nang (Telefoto Associated Press)

Persone citate: Ben Lue, Dinh, Durante, Frederick Karch, Hawk, Long Au