L'avventura d'un «safari» in Africa di Francesco RossoFrancesco Rosso

L'avventura d'un «safari» in Africa Fascino della caccia grassa nel continente nero (Dai ..ostro inviato speciale) Nairobi, 6 marzo. Alcune parole, per inconscio meccanismo dei sentimenti, assumono significati che in origine non avevano, coagulano nel breve suono di consonanti e vocali tutto uno stato d'animo, generano un'atmosfera sognante, avventurosa. Safari è una di queste brevi, magiche parole dai riposti, misteriosi significati. In swahili, che è la lingua franca di tutta l'Africa Orientale, safari significa semplicemente viaggio, spostamento da un punto all'altro; ecco, andare da Torino a Moncalieri, da Genova a Sampierdarena, da Venezia a Mestre sono altrettanti safari, cioè viaggi, sia pure brevissimi. Così la intendevano gli africani pronunciando quella tal paroletta swahili; poi giunsero gli inglesi a colonizzare, e con il resto si appropriarono anche di quella parolina che assunse immediatamente il significato di viaggio avventuroso, eppoi di avventura venatoria, caccia al leone, al bufalo, all'elefante, al rinoceronte, e via di belva in belva. Spiegare oggi che si tratta di un falso lessicale sarebbe tempo perduto, safari indica implicitamente una situazione pericolosa, una avventura inconsueta, l'in contro con animali feroci, il brivido, l'emozione violenta. Forse, il significato po steriore imposto al termine safari non è tutto artificioso; infatti, una cosa è viag giare fra Torino e Asti, ed altra cosa è viaggiare fra Moshi e Arusha, tra Nai robi e Nyeri. Nei sessanta chilometri fra le due città piemontesi, al massimo si può morire in un incidente automobilistico; fra le cit tà africane che ho citato, si può finire nelle fauci di un leone, o essere infilati dal corno di un rinoceronte, o sbatacchiati dalla probo scide di un elefante. E' ve ro che è assai più facile morire sulla statale fra To rino ed Asti, ma l'Africa... Andare ad un safari oggi la cosa più semplice del mondo, più comodo che viaggiare a ferragosto sui nostri treni, ed anche più divertente. Safari di caccia, di pesca, o soltanto fotografico? C'è soltanto la difficoltà della scelta, tutti i gusti possono essere appagati purché si disponga della somma necessaria . e di un passaporto valido per l'Africa Orientale, cioè la Somalia, il Kenia, il Tanganica (oggi Tanzania per la sua fusione con Zanzibar) e Uganda. Ci si rivolge all'agenzia di viaggi più prossima a casa, si dice che cosa si desidera, ci si fa consigliare da un amico, si paga, si parte. Se poi si vuole fare da soli, cioè andare sul posto e sistemare direttamente ogni cosa, darò un paio di indirizzi che possono essere utili ai safaristi italiani. Quanto può costare un safari"! Dipende da ciò che si vuole, dagli animali che si vogliono cacciare. Intanto, prezzo dell'aereo Torino-Nairobi, Torino-Mogadiscio e ritorno (prezzi che, all'incirca, valgono per ogni città italiana) ; in classe turistica mezzo milione, o poco più; maggiorare di circa un terzo per la prima classe. Arrivati a Mogadiscio, Nairobi, Mombasa bisogna però rivolgersi a chi si intende di safari, cioè a quello che un tempo si chiamava il white hunter, cioè il cacciatore bianco, e che ji, in clima d'indipendenza|sisi chiama il cacciatore professionista. Egli ha tutta un'organizzazione per soddisfare ogni esigenza del cliente, dal campo mobile con tende corredate di zanzariera, docce, frigoriferi, sedie a sdraio, letti pieghevoli, alle squadre di battitori, agli scuoiatori, ai conciatori di pelli. In sostanza, egli porta nella savana, a cacciare il leone o l'elefante, con le comodità che può offrire un sommario grande - albergo. Inoltre, egli è attrezzato per otte icgtsAnnere le licenze di caccia, \ L'avventura d'un «safari» in Africa Leoni, elefanti, rinoceronti, branchi di zebre e di giraffe negli sterminati altipiani sotto l'equatore - L'incanto duna vita «primitiva » in tenda - Lo sport più interessante: fotografare le belve nel loro ambiente naturale - Un'organizzazione perfetta offre il necessario, armi, licenze, permessi, guide - Unica difficoltà, il costo: mezzo milione di lire il viaggio in aereo Torino-Nairobi, un altro mezzo milione per una permanenza di 15 giorni nel Kenya (o Tanganica, o Uganda) con i servizi d'un cacciatore professionista impresa non agevole perché le leggi che proteggono gli animali selvatici, piuttosto restrittive, non consentono che Tizio arrivi in Africa oggi e parta domani per cacciare l'elefante. La licenza di caccia, di solito, costa sulle duemila sterline e dura un anno, ma è il cacciatore professionista a pagarla; il cliente- si limita a indicare gli animali che intende cacciare, ed a pagare per questi. Il prezzo per un leone si aggira sulle venticinque sterline (poco più dì 43 mila lire) ed altrettanto il leopardo; ma il re della fo resta non è l'animale più costoso da cacciare, è lar gamente battuto nel prezzo dall'elefante, che costa cento sterline, qualcosa come 175 mila lire. Prezzi più bassi si pagano per le antilopi di ogni razza, kudu e impala, il cui prezzo si aggira sulle 18 mila lire a capo, la zebra, che costa ancora meno, la giraffa, le scimmie, i facoceri (specie di cinghiali) i cui prezzi oscillano fra le dieci ed una sterlina. Il cacciatore professionista, con la sua licenza, può fornire ai clienti il piacere di cacciare gli animali che desidera a prezzi assai più convenienti che se cacciassero da isolati. Il cacciatore professionista italiano Alfredo Pelizzoli (P.O. Box 8287 Nairobi) mette a disposizione dei clienti italiani la sua perfetta organizzazione e la sua licenza per un safari di quindici giorni al prezzo complessivo di mezzo milione. Totale tra aereo, safari di quindici giorni nella sava¬ na, prezzo degli alberghi nei giorni in cui si rimane in città, un milione centomila lire. Nemmeno molto, per chi le ha. Gli stessi prezzi, all'incirca, pratica il cacciatore professionista Belli dell'Isca a Mogadiscio, facilmente rintracciabile al¬ Oltre al safari di caccia grossa, Pelizzoli organizza anche i safari di pesca nelle acque profonde dell'Oceano Indiano e nei laghi dell'Uganda, soprattutto nel lago Alberto, alle sorgenti del Nilo, promet¬ tendo bottini favolosi di fantastici pesci tropicali, ad un prezzo ancora inferiore al safari di caccia grossa. Ma chi non ama sparare né pescare, e desi dera vedere la vita delle belve, sorprenderle nei loro atteggiamenti naturali, può offrirsi un safari fotografico, cioè un giro dell'Africa Orientale, di solito limitato al Kenia ed al Tanganica, con una puntata a Zanzibar, visitando gli immensi parchi nazionali di Amboseli, Serengeti, Ngorongoro Crater, Lake Manyara, Dodoma, a prezzi ancora più modesti. Il costo dell'aereo rimane fisso, può mutare il prezzo dell'automobile che si noleggia. C'è a Nairobi un'agenzia di viaggi italiana, la Travel Bureau, che mette a disposizione dei clienti italiani automobili guidate da autisti somali che-parlano italiano e sono guide perfette nelle visite ai parchi nazionali. Durante un lungo giro automobilistico fra Dar es Salaam e Nairobi, ho incontrato ad Arusha tre safaristi italiani, tre signori di Verona, in età non più giovanile, che avevano voluto provare l'emozione di affrontare i leoni e gli elefanti nel loro ambiente naturale. Erano un po' delusi perché i leoni dormivano, o sbadigliavano, gli elefanti si grattavano contro gli alberi, ed il leopardo faceva le fusa come un gatto, ma quel lungo viaggio in auto mobile attraverso l'Africa, che gli costava mezzo milione diviso in tre, li aveva eccitati, e mi sembravano ragazzi in vacanza, con una gran voglia di farsi scherzi goliardici. Ecco, un safari, oltre all'emozione di viaggiare tra le fiere, può ridare una sensazione di giovinezza. Francesco Rosso l'albergo Croce del Sud.' Due bellissimi esemplari di Serpentario all'abbeverata. Accanto, un Coccodrillo del Nilo (Foto di Francesco Rosso)

Persone citate: Alfredo Pelizzoli, Isca, Lake Manyara, Pelizzoli