II Papa agli operai: «Il Vangelo è vostro»

II Papa agli operai: «Il Vangelo è vostro» Discorso di Paolo VI in S. Pietro II Papa agli operai: «Il Vangelo è vostro» Il Pontefice ha parlato ai lavoratori romani - Nuovo appello dei cattolici affinché preghino per la pace minacciata « dal disordine e dai conflitti di guerra» Città del Vaticano, lun. matt. Ancora una volta, la seconda in pochi giorni, Paolo VI ha esortato 1 cattolici a pregare per la pace «nei loro cuori, nelle cn.se e nelle chiese ». Affacciandosi alla finestra del suo studio a mezzogiorno di ieri, il Papa ha dichiarato alia folla raccolta in Piazza San Pietro che 11 suo invito era pienamente giustificato dal permanere nel mondo di situazioni pericolose: <Non vogliamo allarmare — ha detto — più di Quanto richiedano le circostanze, anzi godiamo di fronte alle parole ed ai fatti che ci lasciano nella speranza e nella fiducia che la pace sia conservata e meglio garantita: ma non sono cambiati ancora gli animi, non gli interessi e le condizioni politiche dei diversi luoghi di queto mondo minacciati dal disordine e dai conflitti di guerra » Due ore prima il Papa aveva pronunciato un lungo discorso nella Basilica vaticana, al termine di una Messa celebrata dinanzi a ventimila per sone. Queste erano suddivise in tre gruppi: l'uno rappresen tato da un pellegrinaggio di Salerno giunto a Roma con 154 pullman e guidato dal l'arcivescovo Moscato e dalle autorità civili e militari; e gli altri due dai partecipanti al « Concorso presepi » indetto dall'Onarmo tra i dipendenti di società e complessi industriali romani e, infine, dai componenti la colonia bresciana in Roma. Paolo VI si è compiaciuto con i salernitani anche per il dono che questi gli avevano fatto di un reliquiario contenente frammenti delle os3a di San Gregorio VII, il Pontefice dinanzi al quale si inginocchiò penitente l'imperatore Enrico IV: « Ci curviamo riverenti dinanzi a. queste sacre reliquie — ha dichiarato — e umilmente imploriamo dal Santo, di cui sono fisica parte e spiritnale memoria, di ottenerci dal Signore le invitte virtù di cui fu campione nella difesa e nel governo della Santa Ch iesa ». «Molto sensibile» si è poi detto il Papa per la presenza del gruppo dei bresciani in San Pietro, ma soprattutto il suo discorso è apparso impegnativo allorché si è rivolto al dipendenti dei nuclei aziendali romani che avevano partecipato al concorso del presepi. Questi gli portavano dinanzi, secondo le sue parole, « t! volto di Roma lavoratrice » che « non copre, non avvilisce il volto di Roma regale e pontificale, di Roma storica ed artistica, di Roma antica, civile ed ecclesiastica, di Roma universale e perenne », ma piuttosto « rivela i suoi tratti umani e reali, mette in risalto le sue virtù popolane, sane e vigorose, ci fa sentire l'accento della sua parlata romanesca, spiritosa e vigorosa, ci presenta, anche una sua fisionomia da cui non possiamo staccare lo sguardo né il cuore, quella della suu abitudine alla fatica ed alla obbedienza, alla sobrietà e alla religiosità, quella delle sue sofferenze e delle sue privazioni e delle sue necessità, ancora tanto grandi ed in alcuni casi ancora neglette ed acerbe ». • Paolo VI ha dichiarato che Roma lavoratrice deve essere cosciente di avere nella sua persona « su questa cattedra di autorità e di verità che sovrasta il mondo, non un sovrano immemore e distante, ma un amico, un padre, un pastore, che, come sempre, le apre le braccia, il cuore e... quando e come può, anche la borsa! Nel suo discorso il Papa ha trattato il tema dell'attitudine e delia capacità che il mondo del lavoro ha di comprendere e di esprimere Cristo. « L'officina — ha osser vato — non è una Chiesa, non è una scuola; il lavoro impe gna le mani, di fuori, non il cervello, di dentro », l'occupa zione faticosa e quotidiana che questo comporta sembrerebbe escludere un vero ap profondimento interiore, anzi molti lavoratori potranno anche dire: < Citi può capir qualcosa delle questioni così difficili della Bibbia e della teologiaT Un lavoratore non è fatto per queste cose, non sa il latino e sempre è tentato di pensare: a che cosa servono tutte queste questioni di pretit ». Se ne dovrebbe concludere che il lavoratore sarebbe impedito di conoscere Cristo?, si è ancora chiesto 11 Papa; no, certamente, ha risposto: essi « possono amarlo, meglio di tanti altri più istruiti e più benestanti». Ed ha rilevato: *ll Vangelo, proprio nell'annuncio originario fatto da Gesù agli uomini del suo tempo, è un messaggio rivolto al popolo, alla gente semplice, ai poveri, agli umili, ai piccoli... Il Vangelo è vostro, figli del popolo, uomini del lavoro, gente che traete la vostra cultura non forse dai libri e dalle scuole, ma da ciò che vedete, da ciò che soffrite, da ciò ohe vivete ». Ieri pomeriggio è giunta a Roma una delegazione ufficia le del Patriarcato ortodosso di Costantinopoli, composta dai metropoliti Melitone e Cri =nstomo. Scopo della loro visita è di portare al Pontefice uAleridsctiriloCi UiemdEdcacIClugvcvucPrditAcRlphudtrnvndnnC un messaggio personale di Atenagora e di ragguagliare le alte sfere cattoliche sulle risultanze del Sinodo panortodosso di Rodi svoltosi nello scorso novembre. Questa mattina 1 due metropoliti sono ricevuti in udienza da Paolo VI. f. p.

Persone citate: Citi, Enrico Iv, Gesù, Moscato, Paolo Vi, San Gregorio Vii