«L'Egitto riconoscerà Pankow se Bonn ci priva dei suoi aiuti» di Tito Sansa

«L'Egitto riconoscerà Pankow se Bonn ci priva dei suoi aiuti» cai» ai Xass&ei* «L'Egitto riconoscerà Pankow se Bonn ci priva dei suoi aiuti» Il capo aidbo (che aveva escluso la possibilità di rapporti diplomatici con la Germania Est) annuncia la sua decisione in una intervista a « Der Spiegel » - Aspra replica tedesca alle accuse di fornire armi ad Israele: «Voi avete ottenuto dall'Urss 1500 carri armati, 100 missili, 10 mila autocarri, 71 navi» - Oggi riunione straordinaria del governo federale (Dal nostro corrispondente) Bonn, 19 febbraio Nuovo inatteso aggravamento della crisi tra Bonn e II Cairo, scoppiata un mese fa con l'annuncio della visita del comunista tedesco TJlbricht in Epitto. Dopo ventiquattrore di tregua concessa a Bonn per dare tempo ai giornali e alla televisione tedeschi di diffondere duo sue interviste contenenti dichiarazioni apparentemente pacate, il presidente egiziano Nasser è tornato all'attacco. In una nuova intervista concessa al settimanale politico tedesco Dcr Spicrici (che la pubblicherà lunedì prossi qsdgbsdcilBclGtotCkdha annunciato!3e cioè che rico-!atsehatCalrbmbspdqrraivktsravpmo), Nasser contromisure noscerà il governo comunista d: Pankow, se la Germania Federale sospenderà — come ha ormai deciso e promesso — gli aiuti economici all'Egitto. La situazione è talmente grave (e negli ambienti politici di Bonn la confusione è enorme), che il cancelliere federale Erhard ha convocato per domattina un Consiglio dei ministri straordinario per trovare una via di uscita alla crisi. Intanto il governo ha risposto oggi alle dichiarazioni che Nasser ha fatto iersera per la durata di mezz'ora alla televisione tedesca (lodevolmente democratica e assolutamente indipendente e libera da ogni bavaglio), durante la quale ha criticato e attaccato il governo di Bonn. La trasmissione, che è stata di grande interesse e di alta attualità (l'intervista era stata filmata al mattino al Cairo e la pellicola portata in Germania con un «Jet»), era stata vista da almeno 15 milioni di telespettatori. Per questo motivo il governo ri è visto costretto a rispondere. Alla domanda, fatta con fin ta ingenuità da Nasser, «ma! che reato è mai invitare il signor Ulbricht? », il governo federale ha risposto, attraverso, il suo portavoce Von Hase, con estrema serietà che « è un reato contro i diritti dell'umanità, contro il diritto dell'autodeterminazione e contro la Carta delle Nazioni Unite ». E' assolutamente falso quanto detto da Nasser — ha aggiunto Von Hase — che il tasso di interesse dei crediti concessi dalla Germania all'Egitto si aggiri tra il 6 e il 7 per cento. Vero è invece che la Germania, oltre ai crediti (con tasso di interesse tra il 2,5 e il 4 per cento), ha «regalato» all'Egitto aiuti tecnici per circa 8 miliardi di lire e che ha istruito gratuitamente in territorio tedesco oltre 3 mila apprendisti egiziani, con una spesa di quasi 3 miliardi di lire. In sostanza, la Germania Federale ha aiutato l'Egitto per scopi pacifici. Al contrario — sempre secondo il governo tedesco — l'Unione Sovietica ha aiutato l'Egitto per scopi bellici, vendendo o regalando ad esso armamenti per circa 470 miliardi lire. Per la prima volta Bonn rende oggi nota la consistenza di tali aiuti militari russi, al cui confronto le forniture militari tedesche a Israele, le quali sono alla base della polemica antitedesca di Nasser, appaiono cosa ridicola. Secondo Bonn, dunque, l'Unione Sovietica avrebbe fornito all'Egitto i seguenti armamenti: 1500 carri armati, 700 autoblindo, 100 missili antiae rei, 1500 pezzi di artiglieria di diverso calibro, 10 mila auto carri, 2S0 aerei da caccia a reazione, 1J0 bombardieri veloci, 80 aero-scuola, 40 elicotteri e — per la Marina —, 4 cacciatorpediniere 10 sommergibili, 6 dragamine, 45 mas e 6 navi cacciasommergibile. Durante la conferenza sterri pa, Von Hase non ha ( dtato a criticare anche gli Stali Uniti, i quali, dopo avere messo Bonn in difficoltà inducendola a fornire armi a Israele, l'avrebbero abbandonata al proprio destino, «intervenendo soltanto a gradi ììi suo favore». Sono state invece inattesamente risparmiate dalle critiche l'alleata Francia (benché questa abbia prontamente profittato della crisi tedesca in Egitto e abbia già mandato al Cairo una delegazione di dodici industriali che si sono messi in contatto con i ministeri tecnici di Nasser) e la Gran Bretagna. Al governo inglese, l'ambasciatore tedesco a Londra ha consegnato staserauna nota con la quale la Germania Federale, ricordando gli stretti legami esistenti tra i due paesi, chiede appoggio per risolvere i contrasti nel Medio Oriente. Le difficoltà dei tedeschi nonsi limitano però soltanto al- l'aperta crisi con II Cairo e con Tel Aviv e a una sottiletensione con Washington. Lacrisi nel Medio Oriente sta provocando una reazione a catena e già si annunciano altri focolai di discordia. Eccoli, come li ha elencati oggiil partito liberale tedesco, il quale (è il caso di ricordarlo) |sta al governo con il partito! democristiano: il governo algerino ha convocato oggi l'ambasciatore tedesco al quale è stata consegnata una nota che definisce « intollerabile, provocatorio e passibile di sanzioni il linguaggio antiarabo di Bonn »; la Siria ha annunciato che Intensificherà le relazioni commerciali con la Germania comunista, allentando quelle con la Germania occidentale; la Libia ha invitato per la prima volta la Camera di commercio di Pankow a partecipare alla Fiera di Tripoli; la Francia — come 3' 6 detto _ si s'a sostituendo a"a Germania con investimenti e con la partecipazione al secondo piano quinquennale egiziano; il maresciallo Tito ha invitato TJlbricht a sostare a Belgrado la prossima settimana, prima di recarsi al Cairo, e ha annunciato che andrà a fargli visita a Berlino Est già questa primavera. «L'invito di Ulbricht al Cairo — scrive un bollettino liberale — ha messo in movimento una valanga inarrestabile. Alla politica estera tedesca mancano gli strumenti per arginarla. L'applicazione della " dottrina Hallstcin ", la quale prevede la rottura dei rapporti diplomatici con chi riconosce Pankow, porterebbe alla ritirata di Bonn da tutto il settore afroasiatico, dove verrebbe sostituita da Pan kow ». Che fare, in una si tuazione del genere? Il Consiglio dei ministri straordinario convocato per domattina avrà l'arduo compito di trovare una soluzione, almeno provvisoria. Tito Sansa