Nenni dice: «Poco è stato fatto per realizzare la "Pacem in terris" di Nicola Caracciolo

Nenni dice: «Poco è stato fatto per realizzare la "Pacem in terris" Nenni dice: «Poco è stato fatto per realizzare la "Pacem in terris" Commosso discorso al convegno di New York, di fronte a duemila personalità di tutto il mondo - Il "leader" socialista si è soffermato in modo particolare sui problemi della Germania, dell'unificazione europea, del disarmo e degli aiuti ai Paesi sottosviluppati è » a (Dal nostro inviato speciale) Washington, 19 febbraio. Nel pomeriggio di oggi, al convegno convocato a New York da! Centro studi per le istituzioni democratiche allo scopo di studiare il significato dell'enciclica « Pacem in terris » di Papa Giovanni XXIII, lia preso la parola Pietro Nenni, di fronte ad oltre duemila personalità di tutto il mondo. Nenni ha affrontato il problema dall'angolo del movimento socialista: «Che cosa ha interessato — ha detto — quelle correnti socialiste e del movimento operaio che, dopo aver distrutto in loro medesime le radici dogmatiche e settarie della guerra fredda, erano alla ricerca di una soluzio ne negoziata dei problemi ereditati dalla guerra e tuttora aiicrti? Direi soprattutto tre cose ». In sintesi, cioè, il tono umano dell'enciclica, il richiamo al principio per cui la pace « non è solo una questione di rapporto tra gli Stati », ma trova espressione nella giustizia sociale e nelle relazioni degli esseri umani tra loro « e per finire la chiarezza del linguaggio e la condanna precisa del razzismo, degli esperimenti nucleari e l'invito alla riduzione degli armamenti ». t In questo modo — ha aggiunto Nenni — Papa Giovanni condannava il nefasto spirito di crociata che è stato ed è in parte ancora uno dei fattori di decomposizione dell'unità tra gli uomini, tra i popoli e tra gli Stati. Signori, a questo punto c'è da chiedersi che cosa, a due anni ormai dalla "Pacem in terris", è stato fatto per realizzarne gli obbiettivi. La mia modesta risposta è che si è fatto poco, anche se non sarebbe giusto dire che non si è fatto nulla». « Il mondo — ha detto più avanti Nenni — conosce ancora numerosi motivi di turbamento. La conferenza del disarmo si trascina a Ginevra senza concludere. L'organizzazione delle Nazioni Unite è sovente più la cassa di risonanza dei contrasti nazionali e di potenza piuttosto ohe la sede della loro armonica soluzione. I Paesi sottosviluppati hanno necessità di urgenti aiuti. La minaccia dì conflitti locali si sposta da un punto all'altro del mondo. Il Congo, il Medio Oriente e Cipro non rappresentano altro che l'eredità di situazioni non risolte alla fine della seconda guerra mondiale: la politica degli armamenti, la divisione del mondo in blocchi contrastanti, uno "status quo" che non rispecchia più la situazione mondiale». «Per quanto riguarda l'Europa, il superamento dell'ere dita della, guerra significa — ha detto Nenni — rtariiare il processo di unificazione. Perché, esso possa aver luogo oc corre realizzare almeno tre pregiudiziali. La prima: suge rare la concezione di un'Europa unita sulla base di allean ze di vecchio tipo tradizionale| e cndssl'dsletztgeSlipmcpiiPrtismddudrcE e| e promuovere la diretta partecipazione dei popoli ai quali noi italiani crediamo si debba dare la parola con l'elezione a suffragio universale di un'assemblea europea. La seconda: l'associazione dell'Inghilterra e dei Paesi scandinavi a questo sforzo e a questo impegno nelle forme via via possibili. La terza: la ricerca di una soluzione graduale della questione tedesca che, oltre che un'esigenza storica, è anche causa ed effetto dei rapporti tra gli Stati europei dell'Ovest e quelli dell'Est. L'Italia partecipa e parteciperà sempre più attivamente al movimento di unificazione dell'Europa». Al convegno hanno anche preso la parola tra ieri e oggi, il teologo protestante Tillich. il Premio Nobel per la pace Pauling, il ministro degli Esteri belga Spaak, e il vice direttore della Pravda Inozemstev, il quale ha detto che il popolo sovietico « è assai favorevolmente disposto ad ogni forma di negoziato per la pace». Nenni, prima del commosso discorso tenuto oggi, ha avuto una serie di colloqui con leaders del mondo politico americano e delle Nazioni Unite, colloqui ai quali ha partecipalo Il sottosegretario agli Esteri Mario Zagari. I due leaders socialisti hanno visto Thant, Humphrey, Stevenson e Harriman. Particolarmente cordiale è stato l'incontro con il vice presidente Humphrey. Nicola Caracciolo Il vicepresidente del Consiglio on. Nenni durante il suo intervento a New York alla conferenza internazionale sull'enciclica « Pacem in terris» (Telefoto A. P.)