La Stampa - Consultazione Archivio

«Il baro»: film inquieto da un romanzo di Giono Altre prime cinematografiche «Il baro»: film inquieto da un romanzo di Giono «Paga o muori»: giallo-nero tedesco (Cristallo) — Tratto da un romanzo dello scrittore provenzale Jean Giono, Il baro ULes grands chemins ») inalbera il nome di Roger Vadìm come specchietto per le allodole. In realtà, Vadim ha soltanto contribuito alla produzione ed è stato prodigo di consigli all'attore Christian Marquand qui al suo esordio registico, ma è quest'ultimo l'autore di un film ambiguo e inquieto, carico di ambizioni non sempre realizzate, ben fotografato a colori nel paesaggio della Provenza. Il tema non è nuovo nel ci nema francese: l'amicizia fra due uomini, il buon Francesco e il cattivo Samuele di professione baro al gioco. Tra i due, Anna, di cui Francesco s'innamora e che Samuele insidia quando, avendo avuto le mani spezzate dai giocatori truffati, è accolto in casa di lei. Forse per questo, Francesco ucciderà l'amico nel convulso finale che vede Samuele braccato da un intero villaggio. Il cupo Robert Hossein è il protagonista, Renato Salvatori il suo compagnone, Anouk Aimée il pomo della discordia. Con il loro mestiere, essi riparano ai difetti e alle bizzarrie avanguardistiche (in ri tardo) del neoregista. * * (Doria) — Anche se è ricavato da un romanzo « nero » di James Hadley Chase, il film tedesco Paga o muori ricorda 1 gialli dell'interminabile serie ispirata a Wallace, dalla quale ha preso il regista, Alfred Vohrer, e alcuni degli anonimi interpreti (ma questa volta si rivedono anche i tratti duri dell'ex vamp Hildegarde Neff). La vicenda, piuttosto goffa, ci trasporta da Londra a Trieste sulle tracce, con due intraprendenti poliziotti dilettanti, di una agguerrita banda di ricattatori. Una misteriosa villa o castello consente quei trucchi e trabocchetti elettronici e televisivi grazie ai quali i delinquenti cinematografici possono dimostrare di tenere il passo con i progressi della tecnica. vico