I medici inglesi minacciano di non lavorare più per la mutua di Mario Ciriello

I medici inglesi minacciano di non lavorare più per la mutua I medici inglesi minacciano di non lavorare più per la mutua Sono 23.500 e chiedono l'aumento dei loro compensi - I sanitari, che fanno volontariamente parte del servizio di assistenza statale, guadagnano da 4 a 6 milioni di lire all'anno Affermano che più della metà di questa cifra è assorbita dalle spese di ambulatorio e dalle tasse - Vogliono 21 mila lire in piò alla settimana, il governo ne propone due o tre mila (Dal nostro corrispondente) Londra, 13 febbraio. Il governo dovrà affrontare nei prossimi giorni una delle più gravi controversie sindacali esplose in Inghilterra negli ultimi anni. La protesta proviene da 23.500 medici, cioè da tutti i medici generici britannici, con proprio ambulatorio e condotte urbane o rurali. Questi professionisti non sono soddisfatti dell'aumento di retribuzione proposto dal gover¬ no e minacciano di ritirarsi dal « National Health Service », il « Servizio sanitario nazionale Mercoledì, il Consiglio direttivo della « British Medicai Association » si riunirà per decidere quale strategia scegliere: se riaprire le trattative con lo Stato, oppure se approvare, come già suggerito da uno dei suoi comitati, le dimissioni in massa dal « National Health Service », Dal punto di vista legale, queste dimissioni sarebbero neccepibili. Quasi tutti i medici inglesi — quale che sia la loro attività o la loro specializzazione — fanno parte del «Servizio sanitario nazionale », ma volontariamente. Chi vuole abbandonarlo, non ha che da segnalare il suo proposito alle autorità con tre mesi di preavviso. E' quanto avverrà se i medici, scesi in campo contro il governo, condurranno a fondo la loro lotta. Comunicheranno il 1" aprile la loro intenzione di dimettersi e, dal 1" di luglio, non dipenderanno più dal «National Health Service;». Questi medici generici (la cui vera qualifica è quella di « general practitioners », ovve ro medici non-specialisti) ricevono dallo Stato una sterlina e sei pence, circa milleottocento lire, all'anno per ogni pagente, indipendentemente dal numero delle visite. j. pazienti « registrati > presso un medico possono arrivare ad un massimo di tremilacinquecento e la media si aggira su: duemilatrecento. Ciò significa che questi professionisti percepiscono dal c Servizio sanitario nazionale » retribuzioni che vanno dalle 2400 alle 3600 sterline l'anno; si oscilla, insomma, in lire italiane, dai 4.200.000 lire ai 6 milioni 300.000 lire. Questi emolumenti sono sovente accresciuti dalle parcelle di < pazienti pri- jvatl* Non sono modesti guadagni, (ma i medici ricordano — e non ja torto — l'alto livello delle lo ro spese, delle tasse, nonché lo sfibrante ritmo di lavoro, Prendiamo il caso di un « general practitioner » in un gran- |de centro, con una entrata an|nuale di 3600 sterline, circa settanta sterline per settima ìna. tDi Queste settanta ster!ijne - « . lnter. i,,.. . a'ne»a un o"»"-" !vlstato - almeno trentotto j vengono assorbite dalle spese ,de!''r condotta, ovvero automo | bile, allestimento e manteni) motto di un ambulatorio, af | fitto, luce, gas, telefono, una sltsm . o e a segretaria ed una donna per le pulizie. Settanta meno trentotto, rimangono trentadue sterline. Il fisco ne prende almeno altre otto ». E quali sono le prestazioni del medico? c Sette giorni su sette di lavoro. Se tutto va bene, ho una settimana di settanta ore. In un anno, compio almeno 15 mila visite nel mio studio e 5000 a domicilio. Per vedere parecchi pazienti devo percorrere fino a 20 chilometri in macchina senza rimborso. La stessa attività, se svolta prima dell'avvento del "Servizio sanitario nazionale ", o in un altro paese, mi renderebbe più del doppio ». Si è così giunti all'attuale scontro. Il governo ha respinto le richieste, della *British Medicai Association » perché troppo onerose per l'Erario. Sono richeste complesse, che includono pagamenti separati per ogni lavoro estraneo a quello della condotta, cioè visite in ospedale, perizie, ecc. Secondo i contabili dello Stato, queste proposte, se attuate aggiungerebbero almeno dodici sterline (21 mila lire) al reddito settimanale dei medici. Le controproposte del ministero della Sanità lo aumenterebbero invece di una sterlina o due (2 o 3 mila lire). Cosa avverrà se i 23.500 professionisti abbandoneranno il «Servizio sanitario nazionale^ Il governo non ha dato ragguagli, ma ha garantito al pubblico la continuazione dell'assistenza medica. I medici hanno già promesso agevolazioni ai malati cronici e di mezzi modesti, hanno indicato la possibilità di « assicurazioni private», ma hanno pure aggiunto che non esiteranno a far pagare a chi può permetterselo. Si parla di quindici scellini — 1300 lire — per una visita in ambulatorio e di una sterlina e mezzo — 2630 lire — per una a casa. Mario Ciriello so

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