Luci ed ombre del piano 1965-'69

Luci ed ombre del piano 1965-'69 Luci ed ombre del piano 1965-'69 JJ ministro del Bilancio ha venerdì scorso consegnato al Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro il « Progetto di programma di sviluppo economico per il quinquennio 1965-1969 ». E' augurabile che si tenga in massimo conto il parere del Cnel allorché il < programma » assumerà, anche nei dettagli, il suo volto definitivo: come pure è augurabile che al più pre sto si giunga alla fase par¬ lamentare, dalla quale il!SilizpeCgqudena59taa 19decrtuda« programma » riceverà il suo crisma finale: è urgente porre termine alle incertezze ed ai timori che il tema della programmazione ha diffuso nel paese. Nessuna persona responsabile potrebbe oggi negare la necessità di una visione ordinata del crescente aumento delle nostre risorse economiche e delle loro destinazioni interne in consumi ed investimenti. La politica economica non può più riposare sopra l'empirismo Fissare degli obiettivi da raggiungere sul piano della produzione (obiettivi che debbono conciliare il desiderabile col possibile) è il primo dovere da assolvere Determinare le condizioni ed i mezzi per un'equa distribuzione e redistribuzio ne del reddito nazionale co^ stituisce il secondo dovere Produrre e distribuire, col massimo di libertà perseguendo il massimo di socialità: ecco, in sintesi, quan to si attende oggi dalla po litica economica non soltanto del nostro paese. A tale scopo, un rifiuto pregiudiziale della programma zione non sarebbe giustifi cato. Per quali ragioni allora vaste zone dell'opinione pub blica si sono allarmate di nanzi all'elaborazione di un programma organico di svi luppo della nostra econo mia? La ragione prima risiede, credo, nell'aver volu to presentare in termini po lemici di rottura, una ne cessità reclamata dall'inte resse del paese al disopra delle opportunità di partiti o di coalizioni; di aver vo luto presentarla, da taluni come un apporto completa mente nuovo alla politica economica italiana, dimenti cando che già nel 1949 si presentò un piano Trer..»! Ioni alFOece e che nel 1954 venne adottato lo Schema Vanoni. Certamente esistono differenze profonde tra le di verse possibili programma' zioni: ma la discussione sui diversi tipi è cosa diversa dal rifiuto pregiudiziale di qualsiasi impostazione lungo o medio termine. Il programma presentato pur richiedendo revisioni miglioramenti, merita ade sione di massima, purché nella strumentazione si con fermi, non soltanto a paro le, la fecondità dell'iniziati va privata sul piano prò duttivo. * * In attesa delle prossime di scussioni parlamentari, sem bra opportuno anticipare qualche considerazione di ordine generale. 1) Tutto lo schema ripo sa sul presupposto di un'e quilibrata distribuzione del Reddito nazionale, sia per poter realizzare un'intensa politica di investimenti (produttivi e sociali) sia per difendere la stabilità monetaria: presuppone,cioè, l'adozione della politica dei redditi e più particolarmen te una politica salariale che accetti il parallelismo fra produttività e retribuzione di lavoro. La Cgil ha netta mente dichiarato che non in tende accettare tale politica mentre lealmente hanno di chiarato di accettarla gli al tri sindacati democratici Nella Cgil si trovano assie me comunisti e socialisti questi ultimi facenti parte della coalizione governativa Se il rifiuto della politica dei redditi dovesse tradursi in un permanente contra sto, nascerebbero — alme no in teoria — tre ipotesi o il programma dovrebbe modificarsi profondamente riducendo l'ammontare de gli investimenti; oppure la coalizione governativa ne riceverebbe duri contraccolpi; oppure, ancora, salterebbe la stabilità monetaria. Sotto quofpio {KfttauO, ia rea-dunntipmsptiretogpmrtdtlapqsgtncamsrlq1nupgpgn Si lizzabilità dello schema dipenderà largamente dalla Cgil. 2) Il programma quinquennale assume l'ipotesi della dilatazione del reddito nazionale nella misura del 59c. annuo in termini reali, tasso leggermente inferiore a quello medio del decennio 1951-1960. Che cosa succederebbe nell'ipotesi di un incremento inferiore, ipotesi tutt'altro che inverosimile, data la situazione attuale? ducendo le prospettive di tenore di vita? o si ridurranno gli investimenti produttivi, rallentando ancora di più il futuro ritmo di incremento? o si ridurranno le spese sociali per investimennon direttamente produt tivi, così come sembra essere nelle intenzioni dei redat tori del programma? Scegliendo la terza strada i proponenti dimostrano certamente di affrontare con serietà il problema, ma non tengono conto dell'enorme difficoltà parlamentare di poterla percorrere. In particolare, i programmi di opere pubbliche, per ragioni ovvie, quasi mai consentono revisioni in meno. La realizzabilità del programma presuppone, pertanto, l'incremento del 5?,, nel prodotto nazionale. Ne consegue che è conforme alle esigenze del program ma tutto ciò che aiuta lo slancio produttivo; è chiaramente contraria alla rea lizzabilità del programma qualsiasi azione ritardatri- 1llllllllltlllllltlflllflllllflllflllllllllllllllllllllllllridurranno i consumi, ri- cvlrczncsmCpNntt o a - ltlllllllllllflllllllllll|l|t||||||ltltl!f1llll*fltllllllllllce, mortificatrice dell'attività produttiva. 3) L'Italia è inserita nella Comunità Economica Europea, per cui non sarebbe concepibile una programmazione che astraesse dalla nostra appartenenza al Mercato Comune. Sembra indispensabile che il programma sia comunicato alla Commissione di Bruxelles per il necessario parere. Non si tratta di una menomazione del nostro dirit to alle libere scelte. Si trat ta di essere fedeli ai Trai tati di Roma, a prescindere dall'opportunità di conosce re il pensiero spassionato di autorità eminenti, compie' tamente al di fuori delle nostre polemiche interne, Giova ricordare che lo Schema Vanoni venne pre sentato tanto all'Oece quan to a Bruxelles e che di esso è fatta menzione in un protocollo allegato al Trattato istitutivo della Comunità Economica Europea. Dimenticare gli obblighi che discendono dal Trattato di Roma significherebbe mettersi in contrasto col Mercato Comune. Il lungo iter che lo schema dovrà seguire consentirà di esaminare e discutere altri interrogativi. La loro soluzione dovrà essere cercata e trovata nell'interesse esclusivo del Paese e non già nel prevalere di posizioni di parte, siano es se di natura politica o di natura economica. Giuseppe Fella

Persone citate: Giuseppe Fella, Luci, Vanoni

Luoghi citati: Bruxelles, Italia, Roma