Passano due-tre ore al giorno davanti agli schermi della tv di Sandro Volta
Passano due-tre ore al giorno davanti agli schermi della tv Inchiesta dell* ONU sui nostri ragazzi Passano due-tre ore al giorno davanti agli schermi della tv Contrariamente alle apparenze, genitori e insegnanti credono che la televisione concorra ad elevare il livello culturale dei giovani - Ma bisogna "guidare" le scelte: gli adolescenti, lasciati a sé, preferiscono gli spettacoli violenti e puramente avventurosi (Dal nostro corrispondente) Parigi, 6 febbraio. Nei paesi in cui c'è la televisione, si calcola che gli allievi delle scuole elementari e secondarie, ossia in età dai sei ai sedici anni, vi passano davanti in media da dodici a ventiquattro ore per settimana. La media è leggermente più alta per gli studenti elementari che per quelli secondari. Da un'inchiesta internazionale promossa dalPUnesco, con la collaborazione di scienziati d'ogni paese, risulta che negli Stati Uniti, dove i dati raccolti riguardano un numero di ragazzi maggiore che altrove, un bimbo di tre anni passa già in media quarantacinque minuti al giorno davanti al piccolo schermo. Dal momento in cui incomincia ad andare a scuola, a cinque o sei anni, la media si avvicina a due ore al giorno. Aumenta poi lentamente a mano a mano che gli viene permesso di andare a letto più tardi, per arrivare al massimo di tre ore al giorno quando ha dodici o tredici anni. Durante l'insegnamento se- condario, la media diminuisce gradatamente fino a ritornare a due ore. Questa constatazione viene confermata, con lievi varianti, in tutti i paesi che dispongono di regolari trasmissioni televisive: ovunque, tali trasmissioni esercitano un'influenza essenziale sugli svaghi dei ragazzi. Himmelweit, Oppenheim e Vince, tre psicologhi che hanno collaborato all'inchiesta facendo le loro ricerche in Inghilterra, hanno proposto diverse ipotesi per arrivare a spiegare i cambiamenti che la televisione porta alla struttura degli svagh! infantili. Le attività che vengono sscriflcate più volentieri sono quelle che soddisfano gli stessi bisogni della televisione, ma in forma meno attraente: i ragazzi, per esempio, vanno meno spesso al cinematografo quando hanno a casa un televisore, leggono meno giornaletti illustrati, meno fumetti, e passano meno tempo ad ascoltare la radio. Tutte queste attività rispondono infatti press'a poco agli stessi bisogni soddisfatti dal-' la televisione. Invece, la lettura di giornali o di libri non ne soffre perché si tratta di un'attività che risponde ad altre esigenze. Anche per la frequentazione del cinema, d'altronde, si verifica una diminuzione nei fanciulli, ma non negli adolescenti per i quali andare al cinematografo costituisce un'esperienza sociale non sostituibile con le sedute solitarie davanti al piccolo schermo. Il risultato più impressionante di questa inchiesta è, comunque, la constatazione del numero straordinaria- mente elevato di ore che l'in- fanzia passa davanti al te- levisore! In tutti i paesi in cui le trasmissioni funzionano regolarmente, si è potuto stabilire che, fra i sei e i sedici anni, i ragazzi vi dedicano da cinquecento a mille ore all'anno, ciò che rappresenta un totale da sei a dodicimila ore per i dodici anni scolastici. E' dunque un totale che corrisponde press'a poco alle ore passate a scuola durante lo stesso periodo, tenendo conto delle vacanze e delle giornate festive. Tante ore spese davanti ai teleschermi, per seguire programmi generalmente privi di ogni valore culturale, possono far pensare che la televisione eserciti un'influenza nefasta sul gusto dei giovani. Il problema, che è al centro dell'inchiesta dell'Unesco, è stato esaminato con particolare Impegno dagli studiosi che l'hanno condotta. Il loro esame parte dalla constatazione che i fanciulli molto giovani si interessano ai programmi fatti apposta per loro: marionette, storie di animali, racconti e canti infantili. Ma appena diventano un po' più grandi le loro preferenze vanno ai programmi destinati agli adulti: soprattutto agli spettacoli più violenti, come i westerns o ad dirittura le avventure criminali. Sì presenta a questo punto il dilemma: i ragazzi sono portati a vedere ciò che ama no o amano ciò che vedono? In altre parole: guardano un programma violento perché non c'è altro da vedere a quell'ora, oppure lo guardano perché non piacciono loro i prò grammi d'un livello culturale più elevato? Non si può dire che la questione sìa stata completamente chiarita; però Himmelweit e i suoi collaboratori hanno constatato che nell'epoca in cui in Inghilterra esisteva una sola catena di trasmissioni e i ragazzi non avevano perciò altra scelta che di vedere un programma poco attraente per loro oppure non vedere nulla, finivano per interessarsi a quel programma. I loro gustsi allargavano cosi e, nell'insieme, miglioravano. Invecequando hanno la possibilità di scegliere, i ragazzi tendono a preferire il programma che li ha già interessati: hanno limitate curiosità e i loro gusti non si sviluppano. Che influenza ha la televisione sull'attività scolastica? E' un problema controversoCerto, un gran numero di ore passate davanti allo schermo coincide quasi sempre coi votbassi a scuola; bisogna però tener conto che i ragazzi che più utilizzano la televisionesono spesso quelli afflitti da complessi, da sentimenti dfrustrazione, che hanno un carattere insoddisfatto e restio alle relazioni col prossimoossia sono ragazzi che, anche senza la televisione, sono portati ad essere cattivi scolariSi può d'altra parte affermare che la televisione allarga l'orizzonte dei giovani, arricchisce le loro cognizioni. La prova è stata fatta nel Canada, dove si è constatato chenelle città in cui c'è la televisione, i ragazzi, nel momento di entrare a scuola, avevano un anno di vantaggio su queli delle altre città per ciò che riguarda il vocabolario. In linea generale si può comunque osservare che la maggioranza degli insegnanti e dei genitori sono portati a credere che la televisione migliori il livello delle cognizioni. L'inchiesta dellTJnesco fa però una distinzione a questo proposito: nei primi anni di studio, sono i ragazzi più intelligenti che passano più tempo davanti al televisore e ne traggono il miglior profitto; poi, oltre i dodici o tredici anni, avviene il contrarlo: quelli lenti di spirito passano sempre più tempo a guardare le trasmissioni, mentre gli intelligenti se ne staccano a poco a poco per preferire il libro. Una constatazione d'importanza essenziale è che la televisione rivela ai ragazzi i problemi degli adulti molto tempo prima dell'età in cui dovranno normalmente affrontarli. L'inchiesta non è riuscita però a stabilire fino a che punto il ragazzo rimane impressionato dalla visione che il teleschermo gli dà del mondo, né la misura in cui ciò determina le aspirazioni, le preoccupazioni, il suo futuro comportamento nella vita. Per la maggiore parte dei ragazzi, secondo le conclusioni dell'inchiesta, la televisione può essere considerata un'esperienza gradevole, una finestra aperta sulla vita, che permette loro di distendersi e di dimenticare per un certo temPQ . l'assillo dell'attività -oolastica Per altri, invece, una fonte di confusione, perché essi non arrivano a | separare chiaramente il mondo immaginario che appare sullo schermo dal mondo reale. Sandro Volta
Persone citate: Oppenheim
Luoghi citati: Canada, Inghilterra, Parigi, Stati Uniti
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