"Ombretta fu uccisa dal veleno Carlo Nigrisoli è il responsabile" di Guido Guidi

"Ombretta fu uccisa dal veleno Carlo Nigrisoli è il responsabile"Le accuse della P- G* ai processo ilei curaro "Ombretta fu uccisa dal veleno Carlo Nigrisoli è il responsabile" Il prof. Alfredo De Marsico ha sostenuto che la povera signora morì avvelenata da una sostanza ortocurarica - «Se anche non fosse sincurarina, iia detto, ciò non escluderebbe la responsabilità dell'imputato» - Gli argomenti della difesa H processo al medico bolognese è costato alla Giustizia tre milioni e mezzo Dal nostro inviato speciale) Bologna, 5 febbraio. Ombretta Gaietti non è staa uccisa da un infarto caraco, non è stata vittima di na dose eccessiva di « Micon » o di medicinali, non si è lta la vita ma è morta per sfissia rapida mostrando chiaamente un complesso di sinmi che possono essere atibuiti ad un avvelenamento a sostanze ortocurariche. uesto concetto era stato spresso nella sua requisitoa dal pubblico ministero ott. Pier Luigi Leoni. Oggi, il prof. Alfredo De Marsico, terzo ed ultimo acusatore, nel riprendere il tema lo ha ampliato: < Noi abiamo raggiunto la certezza he questa sostanza è la sinurarina. Ma anche se non fose sincurarina, senza alcun ubbio Ombretta Galeffi è sta a uccisa da un tossico e la esponsabilità di Carlo Nigri oli non muterebbe » ha detto. Alfredo De Marsico ha set antotto anni, è nato a Sala onsilina in provincia di Saerno, è stato professore di diitto penale alla Università di Roma e come ministro della Giustizia partecipò il 25 luglio 943 alla seduta del Gran Coniglio del fascismo votando ordine del giorno Grandi per ui venne giudicato mentre ra latitante dal tribunale di Verona e condannato a morte. E' considerato come il più illutre avvocato del Foro napoetano. Per ascoltarlo, oggi, l'aula del Palazzo Baciocchi si è gremita di pubblico più di quano non fosse avvenuto allorhé due settimane or sono fu nterrogato Carlo Nigrisoli : magistrati, avvocati, studenti soprattutto signore. Ha parato oggi per quattro ore nteressandosi soltanto del'aspetto scientifico della siuazione; ne parlerà altrettanto domani per esaminare ed llustrare le prove dalle quali risulterebbe chiara la responsabilità di Carlo Nigrisoli. La difesa ha già annunciato che imposterà la sua polemica con l'accusa facendo leva su due argomenti: che la morte di Ombretta Galeffi non è stata determinata da una asfissia rapida, che la assenza del jodio nelle urine di Ombretta Galeffi escluderebbe che la signora sia stata uccisa con la sincurarina. Alfredo De Marsico per l'intera mattinata si è preoccupato di spiegare ai giudici che sono due argomenti, questi della difesa, assolutamente inattendibili. Per quale motivo? La prova che Ombretta Galeffi sia morta per asfissia rapida è fornita dal fatto che tutti notarono sul volto della signora una imponente cianosi che è caratteristica dei morti asfittici e soprattutto talune vaste marezzature che non possono essere considerate macchie determinate dalla caduta del sangue. « Inoltre i consulenti tecnici della difesa — ha osservato il prof. De Marsico — non sono riusciti a fornire una spiegazione della morte di Ombretta Galeffi. Ta Inno ha. avanzato la ipotesi che la signora sia stata uccisa dal "Micoren" che il marito sostiene di averle praticato nel tentativo di rianimare la moglie svenuta. Sennon chó, pur essendo una ipotesi suggestiva, vi è da notare che per essere mortale il "Micoren' avrebbe dovuto essere sommi- cmsczcrpsvfulsftgbsdosnistrato in una dose massic-1eia: oltre 120 fiale. Non solo: I ma il "Micoren" avrebbe determinato nella signora una reazione convulsiva che nessuno ha osservato, neanche il marito » « La difesa — ha proseguito il prof. De Marsico — sostiene che la indagine gas-cromatografica avrebbe risolto ogni problema. Ma nessun illustre scienziato come Daniele Bovet, ad esempio, come gli indiani Swarup Tewari e Gur Saran Bhatnagar prende in seria considerazione questo sistema. D'altro canto, che i risultati delle prove compiute a Firenze abbiano confermato quelli ottenuti dalla prima perizia eseguita dal prof. Niccolini sta a dimostrare die non possono esservi dubbi sul ritrovamento del curaro nei resti di Ombretta Galeffi, ». Ma non è stato trovato il jodio e questo dimostrerebbe l'assenza di sincurarina. E' la tesi sulla quale fa maggiore affidamento la difesa. Carlo Nigrisoli è stato imputato di aver ucciso la moglie con la sincurarina e quindi l'accusa è impegnata a dimostrare che davvero questo veleno è stato usato. Se non si riesce a fornire questa dimostrazione, Carlo Nigrisoli non può essere condannato. « E' necessario tener presente ohe in questa storia l'uxoricidio costituisce il fatto, la sincurarina il mezzo — ha so stenuto De Marsico — Se è vero che nessuno può essere condannato per un fatto che non gli è stato contestato, seppure fosse vero che il veleno usato per uccidere Ombretta Galeffi non è la sincurarina ma, per esempio, la destro tubocurarina, questo non modificherebbe la situazione. In tal caso muterebbe soltanto il mezzo, non il fatto. E' come se, ad esempio, si accertasse che un assassino ha ucciso anziché con una pistola cai. 7,65 con una P. 38; l'assassino sarebbe condannato ugualmente. Ma che l'assenza del jodio possa far supporre che Nigrisoli abbia usato un veleno diverso dalla sincurarina per Alfredo De Marsico è soltanto una ipotesi. Il patrono dei Galeffi è convinto che il tossico iniettato è sincurarina. Ma allora come si spiega che non si sia trovato il jodio? tln vari modi — ha sostenuto il prof. De Marsico — pub essersi volatilizzato; può essersi combinato con altre sostanze, può essere stato assorbito dalla parete della vescica, può essere stato captato dalla tiroide. Importante, comunque. gc che le indagini scientifiche abbiano accertato nelle urine di Ombretta Galeffi la presenza di un tossico, che ha le stesse caratteristiche di una sostanza ortocurarica. Ma vi è di più: Questo tossico pub essere o una sostanza endogena o una sostanza esogena. Non à possibile che sia endogena cioè prodotta internamente perché, ,gli stessi consulenti tecnici noJdappptddtdne hanno saputa indicare una e di conseguenza è esogena, — ò , a . cioè venuta dall'esterno. E dal l'esterno non può averla introdotta che Carlo Nigrisoli ». Dopo la premessa di oggi, Alfredo De Marsico con-luderà la sua arringa domani. E così l'accusa avrà avuto a disposizione per sostenere che Nigrisoli è colpevole circa 30 ore. Poi da martedì, toccherà alla I difesa dimostrare che gli ar-| gomenti degli avversari non I hanno alcuna consistenza pei che Nigrisoli è innocente. In seguito alle polemiche suscitate dalla interpellanza! del sen. Jannuzzi sulle eccesslve spese che vengono disposte soltanto in occasione di | casi giudiziari clamorosi si è | appreso a quanto ammonti il bilancio finanziario del pro-I cesso a Carlo Nigrisoli: circa 3 milioni e 500 mila lire. La somma è così suddivisa:; 574.764 lire per la prima peri-! zia del prof. Niccolini; 314.1441 lire per la seconda perizia del prof. Niccolini; 191.400 lire per la perizia medico-legale del prof. Manunza e del prof. Ricci; 30 mila lire per l'indagine! sul jodio compiuta nei laboratori della «Gasacela»; circa un milione di lire per gli esperimenti compiuti nei laboratori di Firenze durante il dibattimento; circa un milione e 500 mila lire per i gettoni di presenza ai giudici popolari. E' necessario notare che se Carlo Nigrisoli dovesse essere condannato gli sarà attribuito anche il pagamento di queste spese insieme a quelle per le citazioni dei testimoni. Guido Guidi frmsidvii Il rappresentante di parte civile, aw. De Marsico, durante l'intervento al processo Nigrisoli (Tclel'oto)

Luoghi citati: Bologna, Firenze, Verona