Violenza e pietà nei disegni di Grosz

Violenza e pietà nei disegni di Grosz Violenza e pietà nei disegni di Grosz Non si capisce l'arte di Geor-|bge Grosz — del quale si rive-|de a Torino nella galleria « Boterò » (via Boterò 15) un gruppo di disegni e litografie dal 1913 al '30, dopo che s'eran visti nel '62 alla «Galatea :. i fogli clie diedero poi tanto scandalo a Roma — se non situan- dola nel clima del primo]Espressionìsmo tedesco, quel-1lo della Bruche. 1905-6. da cui egli, accettata in parte la futi- zione nichilista del Dadaismo, esteticamente e moralmente deriva La violenza deformante, di- segnativa e cromatica, della figura umana, tipica di quel| movimento che influenzò e con¬ tinua a influenzale in varie sottospecie l'arte tli tutto il mondo (tranne il mondo comunista e in genere delle dittature), è infatti alla base della sua visione malica Ma oltre questa violenza che si potrebbe dire soltanto artistica, viveva in lui fortissimo, acre lieifardo, lo spirilo tli critica della societ": 'lue condizioni concomitanti che avrebbero forse trovato il loro naturale sbocco in un'innocua benché amara satira figurata, se la spaventosa crisi di valori pratici e morali della Germania sconfitta nel 191-S non gli avesse offerto il motivo inesauribile pei una spietata denuncia tli costume trasformandolo in un implacabile pubblico accui tore La grandezza ili Grosz sorge rigogliosa e splendida, come certe erbe ai bordi dei miteri abbandonati, sul corpo , Urti ed artisti * -|boccheggiante del suo popolo:! -|o almeno di quella parte del pal ionn- suo popolo che non ha accettato il castigo e continua ai trasudale gli antichi vizi chei permetteranno l'ascesa dei mostri, di Hitler e del nazismo.! Nasce dallo spettacolo ignobile' del perdurante militarismo, del-1 o]la forza cieca e brutale, dell-1l'ottusità spirituale, ui Grosz odia e piange nello i- stesso istante che con tratti di o, superba maestria traduce nel te suo disegno questo spettacolo desolante. Mentre lo ritrae in i- tutta la nera profondità dei a suol pervertimenti, si direbbe el| che abbia perduto ogni sperann¬ ie il uaa re beielnse caa e fitofei oun oropo za di redenzione dell'uomo; e si accanisce a svelarne le colpe nascoste gli egoismi, le bassezze, gli animaleschi istinti. Il suo odio non risparmia nemmeno gli umili, tanto lo offende la stupidità del branco », e ne denuda le povere ipocrisie, materialmente col segno aizzato dal troppo frequente impulso erotico. Di qui l'apparente oscenità di immagini che sono invece, nel loro miserando squallore, la testimonianza d'una sic nitrosa pietà dell'arti sta per i suoi simili afflitti. D: Grosz, in questi vent'an ni trascorsi dalla fine della guerra si è detto tutto ciò che si poteva dire. Forse tuttavia non si è notato abbastanza che l'odio, in arte, può co stitutre un limite di fantasia quando come accadde pei que.-tii tedesco, e come non era accaduto né per Goya né per Daumier, troppo prevale sulla canta mar. ber.

Persone citate: Daumier, Goya, Grosz, Hitler

Luoghi citati: Germania, Roma, Torino