Un periodo difficile per le industrie metal meccaniche e tessili del Covare

Un periodo difficile per le industrie metal meccaniche e tessili del Covare Verbania, A rotta e Otnegna tra le zone più colpite Un periodo difficile per le industrie metal meccaniche e tessili del Covare Nel settore meccanico su 16 mila dipendenti, 300 sono stati licenziati e 1600 operai hanno subito una riduzione d'orario Nel 1964, 63 aziende tessili con 12 mila occupati hanno ridotto l'orario - Nuovi licenziamenti in questi ultimi giorni (Dal nostro inviato specialei Novara, 29 gennaio. Desta appi elisione nel Novarese la situazione in alcuni settori industriali, particolarmente in lineili metalmeccanico e lessile, e anche in quello dell'abbigliamento. Il settore maygiorment? colpito dalla congiuntura negativa è quello metalmeccanico. Qui la crisi sì è fatta particolarmente sentire da aprile a ottobre dello scorso unno. Da iiuesto mese in avanti i valori negativi non hanno tuttavia subito ulteriori aumenti. Nella provincia di Novara i lavoratori metalmeccanici ammontano a sedicimila. Nei sei mesi che canno ria aprile a ottobre vi sono stati trecento licenziamenti (uno stabilimento di Omcgna con settanta operai ha cessato l'attività qualche mese fa), mentre mille¬ seicento operai hanno dovuto subire riduzioni di orario. In totale si e avuta una perdita di oltre - seicentSquarantamila ore di lavoro, ili cui due terzi (pari a quattrocentoventimila ore) sono state corrisposte dalla Cassa integrativa. La perdita effettiva è stata dunque di ducccntovcntitremila ore, le quali corrispondono a un centinaio di milioni. Molto più grave a naturalmente, la perdila di salario per i trecento licenziati: supera i duecento milioni.. Nel set temine scorso la crisi si è abbattuta sul settore tessile. Qui la colpa non può esser tutta attribuita alla congiuntura negativa. I sindacalisti novaresi con i quali abbiamo preso contatto affermano che la crisi si sarebbe avuta in ogni caso, anche con una congiuntura favorevole, diver¬ se essendo le cause dell'attuale irsituazione economica. Il disagio dei tessili è dovuto soprattutto alla concorrenza estera, ci viene dichiarato. Da oltre confine arrivano in Italia prodotti con i quali i nostri non possono sostenere la concorrenza: a parità ni qualità hanno prezzi inferiori, oppure a prezzo uguale la qualità è. superiore. Il pubblico fa la sua scelta facendo tacere il sentimento che lo orienterebbe verso i prodotti nazionali. Come mai le aziende straniere possono battere le nostre.' La risposta è che quelle hanno attrezzature più moderne ed efficienti, con le quali possono ottenere qualità migliori e una più elevata produzione, quindi una riduzione di costi e per conscouenza dei prezzi di vendita. A questa situazione specifì- \zunpsacnvsrimcetdgdmdmnndt ira si r aggiunta la complica- \zionc della congiuntura tdimi unito potere d'acquisto), che non poteva non avere una ripercussione anche in questo settore. Il risultato è che per alcune aziende, le meno efficienti, occorre precisare, si sono avuti scricchiolii. Dieci anni fa i tessili erano ventiquattromila; oggi sono srilicimilti. Anche da noi gli rimmodcrnamenti degli stabilimenti hanno portato a una contrazione della manodopera, e quindi in gran parte si tratta d'un calo che può essere definito biologico, non patologico. All'inizio del '63 i tessili del Novarese erano diciottomila; in due anni si sono ridotti, come s'è visto, di duemila. Ma si tratta d'un calo naturale: pensionati, dimissionari, decessi, matrimoni e via dicendo, A conferma di quanto si è detto sul ridimensionamento delle nostre aziende si ha il dato della produttività, che è decisamente in aumento. E tuttavia, nel corso del l'.tii'i, settuntatré stabilimenti hanno chiesto una parziale riduzione d'orario di lavoro e l'ammissione alla Cassa integrativa. Tali riduzioni interessano tredicimila dipendenti, d'i riunii ottomilunovecentooinquanta, cioè il 69 y,, hanno subito un'effettiva riduzione essi rappresentano il 56 ^ del l'intero settore. Le ore di la varo perdute superano il milione e trecentomila, di cui Adite terzi sono pagate dalla C'issa d'in tea razione (quando \oioè l'orario scende ni disotto delie quaranta ore settimana- Ili, nuche se il contratto di co j tegoriu ne prevede quarantajsei). Il totale generale delle ore perdute sfiora il milione e ottocentomila. Un ammontare di salari non percepiti che quasi raggiunge il mezzo militi rdo. La situazione, che sembravo in bilico, è precipitata in questi ultimi giorni. Il Cotonificio Ve.rbanese ha chiesto, seguen¬ i d p g interconfederali, di licenziare settantacinque operai. I motivi non sono noti. Più dura è stata la misura adottata dal Cotonificio Guidetti e Pariani di Gravellona Tace, il quale ha comunicato a novantacinque operai, già in integrazione salariale, il licenziamento per la fine, del mese. Motivo: mancanza di disponibilità finanziarie e creditizie. Ai due sono da aggiungere, nel setto re affine dell'abbigliamento, il maglificio Arona, con quaranta dipendenti, che ha chiuso i battenti qualche settimana fa. e. f-

Persone citate: Guidetti, Novarese, Pariani

Luoghi citati: Italia, Novara, Verbania