La grandezza umana di Churchill in alcuni episodi della sua vita
La grandezza umana di Churchill in alcuni episodi della sua vita La grandezza umana di Churchill in alcuni episodi della sua vita (Dal nostro corrispondente) Londra, 25 gennaio. (m. ci.) Qualche settimana, fa, Sir Winston sedeva con un amico davanti al caminetto, in Hyde Park Gate. In pensoso silenzio, osservava il fuoco. Ad un tratto, disse: «Io so cosa provano quei ceppi tra le fiamme. Riluttano dal lasciarsi consumare, ma alla fine cedono alla persuasione». * * Il giorno del suo settantacinquesimo compleanno: «Sono pronto ad incontrare il mio Creatore. Ma se il mio Creatore sia pronto per incontrare me, questa è un'altra faccenda ». * * Ad una cena ai Comuni, con pochi amici: «Non sono capace d'odiare. Forse perché, per me, il futuro è sempre più importante del passato ». * * In un suo scritto: «Il mio matrimonio è l'evento più fortunato e felice della mia vita Cosa vi può essere di più splendido che l'essere unito ad una persona incapace di un pensiero meschino? ». * * Churchill amava gli animali, tutti. Ebbe cani, gatti, pappagalli, pesci. Durante la guerra, faceva colazione a letto con un pappagallo che saltellava attorno al vassoio' raccogliendo le briciole mentre Churchill parlava con generali e ministri. Nella villa di Chart well, nutriva di persona i pe sciolini nella vasca del giar dino. Del suo amato cane Ru fus, morto qualche anno fa, disse: «Appartenevo a Rufus Mi insegnò a lanciare pezzi di legno». Il suo ultimo gatto, Ginger, gli è rimasto accanto fino alla fine. * * Era uomo d'impeccabile cor tesia. Al termine della più fu ribonda battaglia parlamenta re usciva dall'aula e, nei corridoi, nelle sale di lettura, non mancava di rispondere al saluto dei più giovani e sconosciuti deputati. Non poteva tollerare il servilismo, la falsa deferenza. Ad un usciere dei Comuni che gli svolazzava attorno, la schiena curva, offrendogli il suo aiuto, disse severo: «Voglio solo un bicchier d'acqua. Non pesa molto. Ma, per portarlo, è meglio avere la spina dorsale diritta » * * Erano gli arroventati giorni del 1940. Churchill, scortato solo da un poliziotto in borghese, uscì da Downing Street per fare due passi nel vicino parco di San Giacomo. Mentre camminava riflettendo, gli si mise alle spalle il garzone di un macellaio, un ragazzino, il quale fischiettava con foga una canzonetta di moda. Il Pre mier, irritato, si volse e gli gridò: «Non potresti fare meno chiasso? ». Con tipica irri verenza « cockney », il garzone, pur avendo riconosciuto Chur chili, ribatté: «Se non le piace, può tapparsi le orecchie». Churchill sorrise, e lo ammonì: «Non credo che ti darei un posto nel mio Governo. Mi rimbecchi troppo spavaldamente». * * Churchill amava litigare (lo sanno i generali dell'ultima guerra). Ma, con la stessa facilità, tendeva la mano. Ecco un episodio divulgato oggi. Quando fu ricoverato in ospedale nel '62, il suo infermiere cercò invano di convincerlo a prendere certe pastiglie. Sir Winston rifiutò. Ne nacque una baruffa, in cui sia il paziente che l'infermiere, certo Roy Howells, usarono un linguaggio alquanto pesante. Il giorno successivo, Sir Winston disse ad Howells: «Lei si comportò ieri da villano ». Howells, secco: « E lei fu villano con me ». Il1 viso di Churchill si apri in uno dei suoi irresistibili sorrisi: «Afa, Hoicells, io sono un grandmiamo ». * * Giugno 1940. Churchill incideva per la Bbc il suo famoso discorso: «Non ci arrenderemo mai...». Dopo aver tuonato: «Combatteremo nei campi, nelle strade, sulle colli- n qctdendo, e uestito come vuole».ne... » fece una pausa, e, rivoltosi agli esterrefatti tecnici, copri il microfono con una mano ed aggiunse: «...e colpiremo i tedeschi in testa con bottiglie di birra, perché questo è più o meno tutto l'armamento che abbiamo ». * * Oratore incomparabile, le sue invettive parlamentari sono passate alla storia. Sapeva usai-e la lingua come la penna di un caricaturista. Ecco alcune definizioni. Attlee: « Una pecora vestita da pecora ». Cripps: « Una doratura sbiadita». Ramsay MacDonald: « Un prodigio disossato *. Ma il suo capolavoro fu quasi muto. Gaitskell, ministro dell'energia, stava leggendo ai Comuni una ostica dissertazione satura di statistiche. L'attenzione cominciò ad affievolirsi quando i deputati notarono che Churchill stava cercando qualcosa nelle tasche e sotto il suo seggio. Gli occhi di tutti erano ormai rivolti verso Winnie. Gaitskell perdette il filo del discorso. Nel silenzio, Churchill si alzò, e, con l'aria di un bimbo colto in fallo, disse all'innervosito oratore: «Ho perduto la mia mentina». Risata generale. Il giorno successivo, il Guardian riferiva l'episodio sotto il titolo: «La caduta della Pastiglia». * * Sempre durante la guerra, soprattutto quando più fosca appariva la minaccia tedesca, Churchill vietò ogni artificiosa « serietà ». Mai come nel '40 e nel '41 la radio trasmise tanta musica leggera, mai gli inglesi cantarono e ballarono come In;quei giorni. Ad un generale' che si lamentava perché I piloti da caccia si lasciavano crescere enormi baffi, portavano sciarpe di seta e scarpe di camoscio ed usavano troppo spesso la radio di bordo per scherzose conversazioni, Winnie rispose: «Fanno benissimo: se uno deve rischiare la vita, ha il diritto di farlo ri
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