Domani a confronto davanti ai giudici i coniugi egiziani accusati di omicidio

Domani a confronto davanti ai giudici i coniugi egiziani accusati di omicidio Il processo a Roma per l'assassinio del giovane industriale Domani a confronto davanti ai giudici i coniugi egiziani accusati di omicidio I due imputati si accusano a vicenda dell'uccisione di Farouk Courbagi, amante della donna - Lunedì saranno messi alle strette dalle implacabili contestazioni del presidente e dell'Accusa - Forse la verità non potrà a lungo essere nascosta e si saprà finalmente se a sparare sulla vittima e a sfregiarne il cadavere fu Claire Gobrial o Youssef Bebawi; oppure se tutti e due parteciparono all'orribile crimine (Nostre servizio particolare) Roma, 23 gennaio. La lunga sequenza della vita coniugale di Claire Gobrial, trentaduenne, e di Youssef Bebawi, di trentotto anni, sarà prospettata da lunedì alla Corte d'Assise che comincerà ad interrogare i due, imputati di concorso nell'uccisione dell'industriale Farouk Mohamed el Courbagi, trovato assassinato a colpi di pistola e sfregiato con acido corrosivo nel suo ufficio commerciale il 18 gennaio 1964. Anche se molti lati oscuri incombono sul « ménage » dei Bebawi, che possono essere condannati all'ergastolo, la loro unione, durata quattordici anni, rappresenta un binario che i giudici dovranno seguire, se vogliono giungere al traguardo della verità. I Bebawi sono cristiani copti; il padre dì Youssef è il capo della comunità religiosa d'Egitto. I copti, discendenti dalla popolazione cammlta dell'alta valle del Nilo, costituiscono una minoranza etnica e non si fusero mai con gii arabi conquistatori. Rimasero fedeli al cristianesimo. Anche fisicamente Youssef Bebawi fa pensare agli antichi egizi, raf figurati sugli obelischi o nei monumenti della Valle dei Re Jacoub Bebawi, padre dell'imputato, sposò nel 1920 Liza Wassef. La loro è una delle famiglie più ragguardevoli di Egitto. La coppia si stabilì a Salamout, una città sulla sponda sinistra del Nilo, dove i Bebawi avevano grandi piantagioni di cotone. Nacquero otto tìgli; due maschi e sei femmine. Uno dei maschi mori drammaticamente a ventuno anni mentre guidava un'automobile sulla via nazionale che costeggia il Nilo. Delle sei sorelle, la maggiore, Azìza, vedova Beniamin, vive a Zurigo insieme con la sorella Soraya, sposata con un ingegnere arabo. In questi giorni s'aggira Inquieta per le aule e i corridoi di Palazzo di Giustizia Delle altre quattro sorelle Bebawi, tutte sposate con figli, una abita ad Alessandria, le altre al Cairo. I Bebawi, raccontano quelli che li conoscono, sono rito nuti gente all'antica. Il loro rigore morale fu sempre ineccepibile (il padre, a tutt'oggi, non permette che le figlie fumino in sua presenza). In questo ambiente crebbe Youssef accusato di avere insieme alla moglie assassinato il ventot tenne Farouk el Courbagi figlio unico di Sebhi el Courbagi, che fu ministro del Tesoro fino alla caduta di re Farouk. Youssef seguì un corso regolare di studi ad Alessandria; poi il padre lo mandò negli Stati Uniti per laurearsi in scienze economiche. Le piantagioni di cotone dei Bebawi avevano bisogno di giovani che si occupassero con criteri moderni di quell'industria. Mentre era a New York, Youssef incontrò Claire Gobrial, allora giovanissima, anch'ella studentessa. La Gobrial non era egiziana al cento per cento, come Youssef. Sua madre, signora Estelle Philps, ha un nome anglosassone, ma è nata in Polonia. Mourad Gobrial, il padre, ora in pensione, fu molti anni funzionario della Compagnia del Canale di Suez e vive in Inghilterra. Anche i Gobrial formano una famiglia degna di rispetto, in condizioni finanziarie più che buone. Youssef e Claire fecero presto amicizia. Li accomunava il sangue egiziano, il paese d'origine, certe idee d'indipendenza. Fecero lunghe passeggiate per Manhattan, andarono al cinema, si scambiarono libri e dischi. Claire era una ragazza di straordinaria bel lezza, i capelli biondi della madre polacca, gli occhi verdi, il profilo faraonico, il corpo agile e scattante. Youssef se ne innamorò. Decise di spo sarla. In Egitto aveva già una posizione economica ragguardevole. Ad Alessandria lo consideravano il quarto cotoniere del paese; era il maggiore azionista di una società anonima che si chiamava « Bebawi Cotton Company»; avrebbe fatto di sua moglie una donna ricca, felice, invidiata. Si sposarono col rito copto nel settembre 1948. Ben presto l'unione dei due giovani si rivelò mal riuscita e carica di cattivi presagi. Nacquero tre figli: Mourad, di 17 anni, Newine, una femmina, di 15, Sherif, altro maschio, nel 1952. Quella dei Bebawi sembrava apparentemente una famiglia felice. Vivevano nell'agiatezza; avevano molto personale di servizio; disponevano di tre automobili americane; sembravano volersi un gran bene. In realtà Youssef e Claire non avevano due temperamenti fatti per andare d'accordo e realizzare una vita coniugale basata sulla tenerezza e la reciproca stima. L'uomo era calmo, fatalista, incline a rimettersi al destino. Lavorava sodo; era innamoratissimo della bella moglie; le comperava dozzine di vestiti; non tornava mai da un viaggio senza un gioiello di valore. Vedeva crescere robusto ed intelligente il primogenito Mourad, che portava il nome del nonno materno e che ora frequenta a Losanna il « Collège Sécondaire » di Villamont. E' il primo della classe. Ma, sotto quell'apparente serenità, covava il fuoco dell'incomprensione. Al carattere di Bebawi s'opponeva quello di Claire, una donna energica, volitiva, decisa a fare strada nel mondo, sempre pronta ad imporsi in qualunque ambiente con la propria bellezza. Sapeva calcolare le mosse, dosare gii effetti del proprio fascino, imporsi al marito. Segretamente, in casa dei Bebawi, scoppiavano fieri contrasti, nei quali la coppia si affrontava fieramente. Oltre tutto, Youssef era geloso; non gli garbava che sua moglie, tanto attraente da essere chiamata la « Cleopatra moderna », andasse in giro, frequentasse troppe feste, ballasse con estranei. I dissapori s'accentuarono quando la coppia si trasferì in Svizzera. Re Farouk aveva abdicato. Neguib e poi Nasser avevano trasformato l'Egitto in repubblica. Il padre di Youssef assunse la cittadinanza libanese. Il figlio, con la moglie e i tre ragazzi, decise di andarsene in Svizzera per continuare a dedicarsi ai cotoni. Presero dimora a Lo sauna. Affittarono un apparta mento di cinque stanze nel quartiere più elegante della città. Potevano viverci bene, anche se meno sontuosamente di Alessandria. Ma la residenza svizzera e la nuova vita determinarono fastidio, insofferenza, irrita zione in Claire. Aveva nostal già dell'Egitto. La vita ordinata, un po' monotona, rigorosa di una città come Losanna l'esasperava. I litigi col marito si fecero più frequenti e meno riservati. Tra l'altro Bebawi doveva adesso limitare le proprie spese. Fu a questo punto che nella vita dei due egiziani s'inserì Farouk Courbagi, ventottenne, ricco, intraprendente, pieno di vita. Sembrava un europeo. Si infiammò subito per Claire. Probabilmente le promise una esistenza di lusso e un gran successo nella « Café Society » romana a patto che s'unisse a lui. Farouk, nonostante la sua spregiudicatezza in fat to di donne, era estremamente sensibile alle reazioni di Clai re, che lo trattava superbamente, per abitudine o per calcolo. Il 7 gennaio, in seguito ad una frase telegrafatagli dalla donna, le mandò questa lettera: «Mia cara, il tuo telegramma, nel quale ti dicevi "disgustosamente sorpresa", mi ìia urtato infinitamente. Nessuna parola c uscita dalla mia bocca circa la nostra relazione. Ti amo sinceramente. Accetto tutte le responsabilità perche desidero averti. Mi hai sufficientemente insultato, mi hai [ridotto, credendo alle menzogne della gente, ad una sporca canaglia, lo non sono stato mai insultato ed abbassato cosi nella inia vita. Non ho mai sofferto tale agitazione e tensione nervosa. E ancora tu hai il coraggio di insultarmi. Ti avverto che sono deciso ad armtvSpnrLpq«vdscsnn a . o e i o i i i d averti anche se Joe. tuo marito, ti vuole ». Farouk non poteva fare a meno di quella donna che lo trattava senza riguardi e che viveva a fianco del marito. Sarebbe stato pronto a tutto pure di averla. Il 1962 fu l'anno della grande passione. Farouk correva dal Libano a Londra, da Ginevra a Parigi, per stare magari un'ora con quella che considerava ormai « la sua donna ». Dopo i convegni era più depresso e sfiduciato di prima. «Alia cara, mia adorata, — scriveva — da sette giorni ti ho lasciata e non ho nessuna tua lettera. A parte il fatto che tu stai migliaia di miglia lontana da me, ho avuto un serio litigio con mio padre: 1) perche non ho ancora deciso dove risiedere in permanenza; 2) perchè le azioni che ho acquistato sono scese con una perdita di oltre 25 mila dollari. Ovviamente il primo motivo è il più importante per che questo andare e venire non mi permette di trattare costantemente gli affari e secondariamente provoca spese inutili. Con la sua solita per spicacia mio padre ha calcolato che ho speso 23 mila franchi in cinque mesi, cioè .',500 franchi al mese, escludendo le spese dei viaggi aerei e di quelli a Beyrut. Tutto questo, egli dice, dipende dalla mia irre-\ quietezza. Ma come posso decidermi a rimanere qui, quando tutto il mio essere, la mia anima ed il mio cuore sono con tei Tt. Bebawi, il marito, prima non sospettò; dovette pensare che la moglie, in tanti anni, non lo aveva mai tradito; il suo temperamento arabo lo indusse a sopportare in silenzio e a sperare, in un accomodamento, perfino quando ebbe la certezza dell'adulterio. Nel febbraio 1963, per ragioni d'affari, Youssef dovette recarsi nel Sudan, a Kartoum. Disse alla moglie: « Vieni con me laggiù », forse sperando di distrarla con quel viaggio. Sentì rispondersi: «A Kartoum vacci tu. Io mi fermo a Roma *. A quell'epoca Farouk si era stabilito definitivamente in un appartamento in via Sava.stano, ai Parioli; aveva aperto il suo ufficio commerciale in via Lazio; frequentava con assiduità sempre maggiore gli ambienti notturni di via Veneto. La risposta della moglie fu per Youssef una rivelazione. Aveva adesso la certezza che Claire non poteva fare a meno di quell'uomo ricco, di dieci anni più giovane di lui. Senza dir nulla ad alcuno, per timore di uno scandalo in famiglia, il 12 marzo 1963, lasciata la moglie a Roma, si presentò al giudice musulmano di Kartoum. Manifestò il desiderio di convertirsi alla religione islamica, lui che era figlio del capo della comunità cristiano-copta. Il giudice gli presentò il Corano, lo aprì, invitò l'egiziano ad alzare la destra; Bebawi disse: «Io credo in Allah e in Maometto suo profeta ». La conversione venne registrata in un grosso volume ingiallito dal tempo. Bebawi fu musulmano, senza che alcuno dei familiari sapesse nulla. Il giorno dopo andò da un altro giudice: «Sono di re!i\gione islamica, credo in Allah emLngSvuecelc«azetcLntls e nel suo profeta. Ripudio mia moglie. Claire Gobrial ». Quando rivide la moglie a Losanna, le disse: «Adesso non siamo più marito e mo glie. Mi sono fatto musulmano. Ti ho ripudiata a Kartoum Sei libera di fare quello che vuoi. Tanto avevo capito da un pezzo che la nostra unione era fallita ». Il marito cominciò a raccogliere la sua roba e a preparare le valigie. Vo leva lasciare al più presto la casa. La moglie lo fermò « Aspetta — gli disse con dis appunto —. Questo tuo divor zio sarà poi valido nei paesi europei? Dobbiamo regolare tante cose. I due figli più piccoli, per esempio, li voglio io ». Bebawi richiuse le valigie. La sera tornò a casa, come se nulla fosse accaduto. La mattina dopo Claire si recò dall'avvocato Bernheim; gli espose il suo caso matrimoniale: gli chiese quali garanzie doveva chiedere al marito. Il legale promise di studiare il caso, ma gli occorrevano parecchi giorni, forse qualche settimana. In quel momento Farouk voleva sposare ad ogni costo a a o m e a e na o a s si e c». e. se tloe: oeactoto ] Claire. Continuarono a vedersi a Roma, a Parigi, a Londra. I Facevano progetti per la loro | nuova vita. Farouk diceva che, probabilmente, anch'egli avrebbe dovuto cambiare religione per unirsi ad una donna divorziata col ripudio islamico. Claire rispondeva che avrebbe pensato a tutto « maitre * Bernheim. La crisi della relazione cominciò a manifestarsi nell'ottobre del 1963. Farouk fece un viaggio a Beyrut; mandò a Claire telegrammi pieni di perplessità; le disse a voce che la responsabilità di far da padre a figli non suoi lo spaven fava. Egli era ancora Imma turo per tutto questo. A quel l'epoca Farouk aveva allaccia to una relazione con un'altra donna più giovane, forse più bella di Claire, e senza legami familiari? La verità è che l'egiziana, continuando a vivere col marito che l'aveva ripudiata, manifestò improvvisamente la decisione di trasferirsi a Roma, dove avrebbe potuto controllare da vicino Farouk. Disse che era afflitta da una forte depressione nervosa. Venne con Bebawi a Roma; trovò un appartamento di cinque stanze in un attico dei Parioli. non lontano dall'abitazione di Farouk; si fece visitare da uno specialista di malattie nervose; consultò uno psicanalista; tornò a Losanna. L'alloggio dei Parioli costava centotrentamila lire al mese. Bebawi obbiettò che non poteva affrontare quella nuova spesa. Claire gli rispose: «Mi metterò a lavorare anche io. Posso fare l'indossatrice o la "vendeuse"». Ma in realtà si trattava di progetti campati in aria. La coppia tornò a Roma il 15 gennaio, tre giorni prima del delitto, per rivedere l'appartamento che Claire voleva ad ogni costo. Il marito ancora disse di no. Ripartirono, entrambi pieni di rancore, col rapido di Milano delle 17,15, dopo sole sette ore di permanenza nella capitale. Dovevano tornarvi il 18 con l'aereo, nel giorno in cui Farouk el Courbagi fu assassinato. A Roma restarono sette ore; e il giorno stesso partirono per Atene. Qui li raggiunse il mandato di cattura. Furono arrestati e tre mesi dopo, '1 19 aprile 1964. consegnati alla polizia italiana. Al momento dell'arresto dissero che loro non c'entrarono per niente, poi la moglie affermò che era stato il marito ad uccidere Farouk e a sfregiarlo con l'acido. L'uo mo disse invece che era stata la moglie a commettere il de fitto e aggiunse che lui era rimasto tutto il giorno a pas seggiare in via Veneto. Lunedì davanti ai giudici saranno interrogati e messi a confronto. Si affronteranno — così ha sottolineato il P. M. — come due gladiatori e probabilmente si saprà chi dei due è colpevole o se sono colpevoli entrambi nella stessa misura. Arnaldo Geraldini a i o i i o e il H Ée;: ] CaI F| npbpzrsh Lr bella Claire Bebawi prima dell'udie.iza alla Corte d'Assise di Roma (Telef.)