Tra Asti e Cuneo in corso la «guerra» dei moscato

Tra Asti e Cuneo in corso la «guerra» dei moscato Tra Asti e Cuneo in corso la «guerra» dei moscato Ha trovato opposizioni la richiesta della Camera di Commercio cuneese di estendere ad altri 14 Comuni la produzione del «Moscato d'Asti» (Dal nostro corrispondente) Asti, 22 gennaio. Si e tenuta stamane alla Camera di commercio, con ia partecipazione del prof. Dalmasso, presidente dell'Accademia italiana della vite e del vino, la riunione conclusiva della commissione ristretta presieduta dal sen. Desana e nominata dal Comitato nazionale per la tutela delle denominazioni di origine dei vini. L'assemblea ha lo scopo di completare l'istruttoria delle pratiche di riconoscimento delle denominazioni per il «Moscato naturale d'Asti», il «Moscato d'Asti spumante», l'«Asti spumante», il Barolo e il Barbaresco. Il Consorzio per la tutela dei vini tipici, con sede nella nostra città, ha presentato una proposta chiamata «disciplinare di produzione», che è stata discussa dal dott Garrone, direttore del Consorzio stesso, che ha sotto controllo il 95% della produzione totale di bottiglie di «Moscato d'Asti» e «Asti spu¬ mante » fabbricate nella zona classica comprendente 46 Comuni (27 della provincia di Asti, 10 di Cuneo e 9 di Alessandria). Il Consorzio ha chiesto la tutela, oltreché per il « Moscato d'Asti » e 1*« Asti spumante », anche del « Moscato naturale d'Asti» che viene venduto sfuso. Oltre alla necessità d'inserire nella nuova disciplina la denominazione di origine del «Moscato naturale* sorge l'altra che questa denominazione sia integralmente trascritta su tutti i documenti di produzione e di commercio, ma sia vietato, per logica cautela contro eventuali confusioni future intese a produrre nocumento all'* Àsti spumante» e al «Moscato d'Asti spumante», l'uso della stessa per il vino in bottiglie confezionate. A lungo si è parlato della richiesta della Camera di commercio di Cuneo tendente a ottenere l'ampliamento della zona di produzione del «Moscato d'Asti» a 14 comuni del Cuneese: una levata di scudi contro tale richiesta è venuta, oltreché dal Consorzio dei vini tipici, anche da singoli produttori e da alcuni sindaci. Il cav. Rabino, sindaco di S. Stefano Belbo, a nome anche dei colleghi di Mango e Canio, ha dichiarato che « la proposta di ampliamento è voler deprezzare le uve Moscato delle attuali zone tipiche. La produzione annuale di " Moscato d'Asti " e di " Asti spumali te " è di 25 milioni di botti glie, ma nel '64 ne sono state smerciate soltanto 16-17 milioni. Oggi, pertanto, il Moscato è in crisi e il suo prezzo è di sole cento lire al litro, inferiore cioè al prezzo del comune Barbera ». Sulla questione il dottor Dal Pozzo, membro della Consulta vinicola della provincia di Cuneo, ha dichiarato che la ri chiesta d'ampliamento della zona del Moscato sarà inviata direttamente al Comitato na zionale per la tutela delle de nominazioni. v. m.

Persone citate: Barbera, Canio, Dal Pozzo, Dalmasso, Garrone, Rabino

Luoghi citati: Alessandria, Asti, Cuneo, Mango