Drammatica deposizione a Cuneo della madre di uno degli imputati per il delitto di Manta
Drammatica deposizione a Cuneo della madre di uno degli imputati per il delitto di Manta Altra movimentata udienza al processo per l'assassinio della possidente Drammatica deposizione a Cuneo della madre di uno degli imputati per il delitto di Manta Dopo la sua testimonianza, sfavorevole alla difesa, è stata colta da una crisi che l'ha portata a rotolarsi sulle scale del Palazzo di Giustizia - Suo figlio verrà sottoposto a perizia psichiatrica - Lunedì il risultato del nuovo esame (Dal nostro corrispondente) Cuneo, 22 gennaio. Giornata intensa al processo per il «giallo» di Manta e tutt'altro che avara di emozioni e colpi di scena. Alla fine dell'udienza, prima di dichiarare la formale chiusura del dibattimento, il presidente dottor Baretti, dopo essersi consultato col giudice a latere dott. Spirolazzi, ha posto una domanda del tutto inattesa alle avvocatesse Guidetti Serra e Vigliani Campi: «La difesa del Locati intende forse chie dere una perizia psichiatrica sull'imputato? ». L'avvocatessa Guidetti Serra ha replicato che nel corso della discussione essa e la collega avrebbero messo a nudo la personalità dell'imputato alla luce del comportamento e della deposizione della madre e di Quella ben più significativa della sua maestra di scuola. La difesa del Locati era pronta in ogni caso ad associarsi a una richiesta di perizia La decisione è stata rapida. La perizia è stata affidata al dott. Adriano Pisano che risponderà ai Quesiti della Corte sulla capacità d'intendere e di volere del Locati lunedi. Domenico Locati, che ha solo vent'anni, confessò la sua partecipazione al crimine fin dal momento dell'arresto, spiegando che, dopo il delitto, viaggiò da Manta a Mette, dove abitava, sulla moto del Fino. Il Locati ha poi ritrattato e proprio alcune testimonianze di oggi hanno contribuito a far sorgere nuovi dubbi sulla «notte brava:» dei tre giovanotti della Val Varaita e del loro maturo compagno di disordinate scorribande. Parliamo anzitutto di Margherita Vampa, la sconcertante madre di Domenico Locati, una donna che ha già subito ,«Quattro gravi operazioni chlAfrurgiche. La Vampa ha testi-'mmontato stamane e il presidente ha subito dato lettura della deposizione da lei fatta in istruttoria, che contiene un tremendo e forse meonscio atto di accusa contro il figlio: almvlc « Quella notte lo udii rientrare fra le S e le 4. Le altre volte magari canticchiava; invece allora non mi rivolse neppure la parola. Mi parve ubriaco, ma soprattutto turbato, anzi vidi che si copriva il volto con le mani». Ed-ecco l'agghiacciante deduzione tratta dalla e e e e , i n a donna: « Ritenni subito che avesse ucciso qualcuno: forse addirittura mia madre». Durante la lettura la donna è scoppiata in pianto, Presidente — Lei conferma questo? Teste (dapprima accenna di sì, ma poi fa segno di no, infine esclama) — Non ho il coraggio ! Presidente — Ha paura? Teme la reazione di suo figlio? Il Locati viene fatto uscire assieme agli altri. La Vampa sembra riprendersi e afferma che tutto ciò che ha detto c vero e che tutti i tentativi fatti per far ravvedere il figlio riuscirono vani. Da questo istante la deposizione della donna muta molto; forse essa ha compreso che cos'i rischia di aprire le porte dell'ergastolo al figlio. Relativamente ai guanti di pelle trovati nella cucina della vittima e che si diceva fossero del Locati, la Vampa ave. va a suo tempo implicitamente avvalorato tale ipotesi, affermando che Domenico aveva smarrito l'unico paio da lui posseduto. Presidente — Ricorda quando suo figlio smarrì i guanti? Teste — No, anzi debbo dire che i guanti che credevo avesse perso li ho invece trovati in casa molto tempo dopo. Prima che la madre lasci l'aula, il figlio interloquisce: « Tutto ciò che ha detto prima mia madre è falso. Quanto ai guanti trovati a Manta, non sono miei: non mi vanno ». Fuori, frattanto, Margherita Vampa è stata colta da una crisi isterica che l'ha portata a rotolarsi piangente sui gradini delle scale del palazzo di giustizia. Ma sentiamo cosa ha da dire la maestra Caterina Anghilantc, che fu insegnante di Domenico Locati: « Quindici giorni fa la madre del Locati venne da me e fra le altre cose mi disse di avere affermato a suo tempo che i guanti trovati a Manta erano di Domenico, nella speranza di poterne entrare in possesso, per poterli dare al figlio più piccolo, che non ne aveva ». L'estrema gravità di tale affermazione completa il qua¬ vnc dro desolante fatto dalla maestra Anghilante sul Locati. Sono stati poi escussi una ventina di altri testi, che hanno recato argomentazioni prò c contro gli imputati. Vivace è stata hi discussione sulla motocicletta del Fino e sull'ora in cui egli rincasò nella notte dal 24 al 25. Ltt/ai Monne Cuniglia ha riferito che quella notte, verso l'una, vide uscire il Fino da un'osteria, di Venasca. in compagnia di un amico, di statura più alta di quella dell' Isoardi: escluso comunque che fosse il Locati. Il viaggio notturno in moto di Fino e Locati ha ricevuto poi un « atibt » dalla deposizione del meccanico Michele Fraire di Saluzzo: « Sono certo — 7ia dic7narato — che quella notte la motocicletta del Fino era nella mia officina: egli me l'aveva portata due o tre giorni prima per una riparazione alla batteria. Venne a riprenderla nel primo pomeriggio del giorno successivo, cioè il 25 novembre ». Nino Manera Margherita Vampa, madre del giovane imputato Domenico Locati, in preda ad una crisi di pianto sulla scalinata del Palazzo di giustizia dopo la deposizione (Dal nostro corrispondente) una donna che ha già subito ,« Quella notte lo udii rientrar
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