Sukarno., «guida» dell'inquieta Indonesia ha sempre amato i rischi del doppio gioco

Sukarno., «guida» dell'inquieta Indonesia ha sempre amato i rischi del doppio gioco MINACCIA LA MALESIA, S'ACCOSTA ALLA CINA E CERCA L'AMICIZIA OLANDESE Sukarno., «guida» dell'inquieta Indonesia ha sempre amato i rischi del doppio gioco Vivace, energico, popolare, a ventisei anni fondò il partito nazionalista - Durante l'occupazione giapponese, collaborò con gli invasori mentre i suoi compagni combattevano con gli alleati: il suo movimento si sarebbe trovato in ogni caso con i vincitori - Presidente della repubblica dal 1949, sei anni fa mise fine all'anarchia interna stabilendo la «democrazia guidata»; è una dittatura personale in equilibrio tra i nazionalisti, i comunisti e l'esercito - Di temperamento ottimista, gran ballerino, appare molto tranquillo; tuttavia le difficoltà economiche si fanno molto gravi Il conflitto tra Indonesia e Malesia è, insieme con la ventennale guerra del Vietnam, una delle due crisi di importanza decisiva per l'avvenire dell'intera Asia meridionale. L'America è coinvolta direttamente nell'ex Indocina francese, contro 1 guerriglieri sostenuti da Pechino; l'Inghilterra è impegnata a difendere la Malesia, ex colonia cui ha restituito l'indipendenza, contro le minacce di Sukarno, appoggiato dalla diplomazia e dalla spinta rivoluzionaria cinese. Se gli occidentali abbandonassero o perdessero la partita, la Cina dominerebbe incontrastata dalla frontiera indiana alle Filippine. Gli avve¬ nimenti, su cui il nostro inviato Igor Man sta conducendo un'inchiesta, hanno dunque una diretta importanza anche per l'Europa, per l'Italia. (Dal nostro inviato speciale) Ginkarta, gennaio. Veicolo del comunismo cinese nel Sud-Est asiatico, è il nazionalismo: spesso anacronistico, qualche volta violento, nutrito di risentimento (quando non di odio! verso ti bianchi-», frutto di un non superato complesso dì inferiorità. Il nazionalismo nacque anche in Indonesia con gli insegnamenti portati dai colonialisti: gli indi- o o o o e | 1la a u o a i i . o a a O i o l o i eì f geni imparavano dai dominatori i principi di nazione e di libertà, le tecnicìie del mondo moderno; ma restavano esclusi dalla pubblica amministrazione n cittadini « di secondo rango ». Respinti ai margini della società, gli indonesiani cominciarono a darsi dei simboli di unità, nazionale: la lingua baliosa, il fez nero che porta Sukarno. L'Islam, approdato in Indonesia intorno all'anno loon, offrì la prima base dell'idea nazionalista: la « sarekat islam », sorta nel 1911 come associazione tra commercianti contro la concorrenza cinese, osteggiata dagli olandesi divenne presto un'associazione politica. Nella sua scia sorsero altri movimenti: tra di essi il partito comunista indonesiano, forte oggi di tre milioni e mezzo di iscritti, il terzo del mondo; e il partito nazionalista, fondato nel 1927 da un giovane ingegnere: Sukarno. Questo giovanotto simpatico e loquace conosceva l'arte della persuasione «che nel mondo orientale conta molto di più dei piani e delle programmazioni ». Egli esaltava i suoi compatrioti ricordando la passata gloria del regno giavanese di Madjapahit che, nel secolo decimoquarto, estese il suo potere dall'arcipelago alle terre circonvicine; denunciava « l'avida ferocia olandese »; parlava di una «Pan-Indonesia» comprendente Papua e le Filippine. (L'attuale «Maphilindo», la proposta confederazione tra Malesia, Indonesia e Filippine, altro non è se non il suo ambizioso progetto espansionista di sempre, riveduto e corretto in forza delle circostanze). Nel 1929 la stella di Sukarno era allo zenit e gli olandesi lo arrestarono. A parte venti mesi trascorsi in libertà, egli passò i successivi tredici anni in carcere o confinato nelle più sperdute isole dell'arcipelago. La prima guerra mondiale aveva diminuito agli occhi del Sud-Est asiatico il prestigio del vecchio continente colonizzatore; la seconda, con il dilagare dei giapponesi, doveva dargli il colpo di grazia. Da buoni orientali, gli indonesiani pensarono di costruire la propria emancipazione puntando contemporaneamente sul cavallo vincente, il Giappone, e sul cavallo perdente, gli alleati. Sukarno si mette a collaborare con gli invasori nipponici, i suoi compagni di lotta passano alla clandestinità. Nell'agosto del 19),5, già battuti ma non ancora arresi, i nipponici concedono a Sukarno di proclamare l'indipendenza dell' Indonesia; ma, quando sbarcano gli alleati, i suoi compagni combattono con loro contro le forze giapponesi. Ciò spiega in buona par'e perché tutti i sanguinosi tentativi con cui, nell'immediato dopoguerra, gli olandesi cercarono di ritornare in possesso della colonia indonesiana furono avversati e infine condannati dagli inglesi, dagli australiani e, in particolare, dagli americani. Infine, dopo duri anni di spietata guerriglia, i! 27 dicembre 191,9, venne accettata dall'Aia, e solennemente proclamata, la definitiva sovranità dell'Indonesia. I primi anni dell'Indonesia indipendente furono di democrazia parlamentare e, come tali, politicamente travagliati. Pinchi, nel 1957, di ritorno da un viaggio in CiSukarno non annunciò di avere avuto in sogno «l'idea di una filosofia politica» che superava i concetti occidentali di dibattito, di opposizione, rifiutando la « democrazia parolaio... in contrasto con lo spirito della nazione indonesiana ». Egli definì la sua nuova formula «democrazia guidata» e, a soli due anni dal sogno rivelatore, sciolse con il concorso dell'esercito l'Assemblea costituente, proclamando il ritorno allo Costituzione rivoluzionaria del 191,5. Sukarno viene chiamato «Bung Karno* o semplice- I mente « Bung ». parola che riassume tre significati: fra- | tello, amico, camerata; mentre « Karno » è soltanto un diminutivo, come a dire j Giannino invece di Giovati- I ni. Il Bung è Capo dello ] Stato 11 vita e, al tempo stesso, presidente del Consiglio, comandante di tutte le. Forze Armate, nonché lea der supremo della rivoluzione. Nomina il governo, non deve rispondere al Parla mento, non può essere deposto. Eppure, paradossalmente, Sukarno non è un dittatore: a suo modo governa democraticamente, un paese di 103 milioni di abitanti spar¬ s si su tremila isole, riuscendo a. mantenere, ormai da oltre due lustri, un difficile equilibrio tra musulmani nazionalisti, militari e comunisti. I comunisti sono addirittura al governo, sia pure con un ministero senza portafoglio assegnato al leader del partito, il filo-cinese Aidit. Negli ultimi tempi la bilancia sembra essersi spostata dalla parte dei comunisti: la clamorosa uscita dall'Onu ha portato Sukarno sulle posizioni di intransigenza assunte dalla Cina. Ciononostante «se le preoccupazioni sono tante, le speranze non sono ancora perdute », si dice in questi circoli diplomatici. Fin quando sarà Sukarno ad abitare il bianco palazzo già del governatore olandese, non sembra probabile che i comunisti pensino di forzargli troppo la mano. Egli è amato dalla stragrande maggioranza degli indonesiani e chi non lo ama lo teme, ne subisce la personalità. Sukarno è relativamente giovane, essendo nato il 6 giugno 1901 a Surabaja; suo padre era un maestro elementare che sognava per il figlio « una educazione alla olandese », sua madre, una indù di Bali convertitasi all'islamismo, gli insegnò le danze della sua isola leggendaria. Ancor oggi, a 61, anni, ii Bung è. un agile ballerino: a Roma, ospite della Lollobrigida, egli eseguì una danza che i presenti scambiarono per il twist. E' un uomo di media altezza, forte c vigoroso, buon camminatore: dedica due ore al giorno a lunghe passeggiate nei giardini della residenza. Ama le gioie della vita ma è malato, ha un rene fuori uso, l'altro disturbato dai calcoli: da un momento all'altro il suo stato di salute potrebbe porre in termini drammatici ii problema della successione. Eppure Sukarno non sembra darsene pena; ostentando ottimismo e buonumore continua a governare il suo Paese con la «democrazia guidata-» che, in teoria, si richiama alle forme originarie della società indonesiana, dove le devisioni venivano prese collegialmente dopo un approfondito dibattito diretto dal pili saggio della comunità. Smentendo con sdegno le voci sulla pessima salute del Bung, l'ufficioso Indonesia!! Herald ha scritto che, comunque sia, nessuno potrà mai sostituire Sukarno: « l'unica successione possibile è lo spirito della rivoluziono ». Afa (iiiesto « spirito della rivoluzione» appare seriamente minato non tanto dalle gravi incognite politiche, quanto da una situazione economica interna spaventosamente precaria. Per la prima volta nella storia indonesiana, la fame minaccia anche le campagne dove ci si contentava di un pugno di riso per tirare avanti. Adesso il riso manca. | stoj stirzo 1 Su« ilnesfosiamila naIla pavasfotridisrivnoto amchspripcaXXGrce« pnasepie SugalaTDUg"Smv! VPTL"spalecIgor Man v r l a l a a i e e a a f n i o o a i n e a 3 o l presidente indonesiano Sukarno veste sempre la divisa militare (Telefoto)