Drammatico sopralluogo della Corte a Manta dove l'anziana possidente fu uccisa a bastonate
Drammatico sopralluogo della Corte a Manta dove l'anziana possidente fu uccisa a bastonate GIUDICI, AVVOCATI E IMPUTATI SUL LUOGO DEL DELITTO Drammatico sopralluogo della Corte a Manta dove l'anziana possidente fu uccisa a bastonate Nei cortile in cui ia povera signorina fu finita dai suoi assassini, interrogata una vicina di casa - Sentì i gemiti e le invocazioni della donna morente ma non ebbe il coraggio di intervenire - Condannata a due mesi e venti giorni la teste che ritrattò le accuse contro uno dei quattro imputati (Dal nostro corrispondente) Manta, 21 gennaio. O/7.0Ì pomeriggio la Corte di Assise di Cuneo ha tenuto udienza nella sala consiliare del municipio di Mantu, dopo essere stata per un sopralluogo nella casa di via Garibaldi dove Anna Daniele fu assassinata. Qui, nell'interno dell'alloggio e nel cortile del tragico edifìcio dove l'anziana possidente fu scaraventata et ffinita a bastonate, sono stati\finterrogati alcuni testimoni, i quali hanno giurato e deposto sotto gli occhi d'un centinaio di curiosi che si affollavano tutt'attorno. Il sopralluogo a Manta era stato sollecitato dal P. M. per avere una visione diretta del luogo dove fu commesso il crimine che integrasse quelle cognizioni inevitabilmente imper¬ fette ricavate dall'esame delle fotografie allegate al fascicolo processuale. Alla drammatica ricognizione hanno preso parte, oltre ai giudici, giurati e cancellieri, gli avvocati Andreis, Guidetti Serra, Mazzola, Toselli, Trebbi c Vigliani Campi. Erano presenti anche tre dei quattro imputati e cioè: Bernardo Fino, Domenico Locati e Pietro Isoardi; Lorenzo Olivero ha preferito rimanere in carcere. Sulla strada di Busca, a causa d'un guasto al radiatore del vecchio furgone carcerario, il motore ha rischiato di andare arrosto e incendiarsi: si è visto una densa colonna di fumo; c'è stato un momento di apprensione a bordo del furgone, ma l'autista è poi riuscito a raggiungere ad andatura lentissima la vicina Busca, dove l'avaria è stata riparata. Nella casa del delitto la Corte e il seguito hanno esaminato attentamente le scale, i ballatoi, le stanze e soprattutto il cortile, per dare una risposta all'interrogativo non risolto della via percorsa dagli assassini la sera dell'aggressione alla agiata signorina. Dal cav. Mario Monge, cognato della vittima, che nel '1,5 era sindaco e presidente del locale Chi, abbiamo appreso che nel salottino di casa Daniele si riunirono più volte, nel '4-i,, i capi della Resistenza piemontese al nazifascismo, fra cui Duccio Galimberti e Dante Livio Bianco. La signorina Clelia Caneparo, che abitava nell'appartamento attiguo, ha ripetuto alla Corte i particolari già esposti nella deposizione a Cuneo. Essa udì i rumori dell'impari colluttazione fra la vittima e gli aggressori e il rantolo della morente in cortile. Si affacciò sul piancrotto ma, poi, spaventata, si barricò a doppia mandata, e non si mosse più fino al mattino dopo. Anzi, ebbe addirittura la sensazione che di là gridassero: « Al fuoco! ». Strano e atroce destino quello di Anna Daniele. 1 uicini di casa ebbero sentore che un dramma stava accadendo ma, chi perdio paralizzato dal terrote e chi per altre sensazioni errate, nessuno mosse un di to. La Caneparo pensò chissà come al fuoco, e un altro te stimone si affacciò sul cortile ma non scorse la Daniele che agonizzava. Oggi durante la sua deposizione al municipio di Manta la signora Maria Niccolino ha dichiarato di avere udito un grido, «Mano», o «Manno»,] seguito da un rantolo. Ebbe la sensazione che qualcuno chiamasse un certo Romano o Ermanno con un tono di supplica, come a dire: «Perché mi fai questo? ». Quindi udì ddqo vccdpnl'dfdtlsismsdembpzdegtacatustmè ù e i n , i i à e e a a n »,] e o o pé dì B iir ci no— a a distintamente un'invocazione di aiuto e gemiti prolungati. Presidente — A chi attribuì questa invocazione? Teste — A una partoriente o a una persona impazzita. Nessuno insomma intuì o volle intuire quel che stava accadendo: cioè che si stava uccidendo una donna sola e indifesa. L'udienza in municipio è proseguita con la ricostruzio ne dell'itinerario compiuto dall'Isoardi e dal Locati quando, dopo l'arresto e la confessione, furono condotti sul luogo del delitto. Gli inquirenti, il dott. Saccotelli della P.S. di Saluzzo — lo ha oggi ribadito la Corte — sostengono che furono i due imputati a condurre i loro custodi nella casa della Daniele, mostrando una perfetta conoscenza del posto. Gli imputati, dal canto loro, sostengono di essere stati trascinati là, ammanettati con un anello al braccio di un agente. Il che ha provocato una lunga dissertazione sui ferri di sicurezza in dotazione alle forze di polizia e sui vari modi di portare in giro una persona ammanettata o incatenata. In mattinata si era concluso al palazzo di giustizia il prò cesso per falsa testimonianza a carico di Luigina Cabra, la teste che aveva ritrattato in udienza le affermazioni aceti satorie fatte in istruttoria con tro il Fino. L'imputata è stata condannata al minimo della pena, due mesi e venti giorni di reclusio ne con i benefici di legge, ed è stata subito dopo scarcerata. Il P.M. dott. Squarotti aveva chiesto sei mesi di reclusione. Quando c stata tradotta in aula, s'è avuto un ennesimo colpo di scena. Luigina Cabra Ita dichiarato: « Ammetto che il Fino venne a casa mia per pregarmi di fare un'ambasciata a mio cognato Giovanni Tarditi che allora era in carcere: questi doveva a sua volta avvertire l'Isoardi, arrestato qua! che giorno prima, di non fare i nomi di nessuno. Ma io non feci la commissione ». P.M. — Confermate anche che il Fino vi confessò di avere partecipato al delitto? Cabra — No, questo non me lo disse. Presidente — Fino o qualche altro vi ha minacciato di rappresaglia? Cabra — No, tuttavia ho avuto paura, non so neppure io perché. Ha poi deposto il perito psichiatrico dott. Pisanu, che ha definito l'imputata «c soggetto di estrema gracilità mentale e al momenti) della deposizione in aula in tale stato di confu sione da scemare grandemente le sue facoltà intellettive e vo litive ». Il consulente di parte dott. Bassignana ha poi asse rito che sulla confusione men tale ha sicuramente influito anche l'avanzato stato di gra vidanza. Accogliendo la richiesta del difensore, avv. Bourlot la Corte ha concesso alla Ca bra le attenuanti generiche oltre a quella della semi-infermità mentale. Nino IVianera upMacdcbsn«udulggbadcgdac
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