Da sei anni la dinamite veniva scaricata a Bonassola come innocue casse di mandarini di Luciano Curino

Da sei anni la dinamite veniva scaricata a Bonassola come innocue casse di mandarini /eri imponenti delle vittime, presente il ministro dei Trasporti Da sei anni la dinamite veniva scaricata a Bonassola come innocue casse di mandarini Il sindaco dice: «Chiediamo una inchiesta esauriente. Non vogliamo andare a dormire con la paura di saltare in aria» - Da quando sono iniziati i lavori del raddoppio della ferrovia, l'esplosivo viaggia quasi ogni giorno sulla linea La Spezia-Genova - Gli inquirenti affermano: forse una scatola di dinamite è scivolata sui binari e le ruote del convoglio l'hanno fatta scoppiare - Danni per mezzo miliardo al paese (Dal nostro inviato speciale) Bonassola, 18 gennaio. Il sindaco di Bonassola ci diceva ieri : « Chiediamo una inchiesta rapida ed esauriente per poter essere tranquilli; non vogliamo andare a dormire con la paura che la dinamite ci scoppi dinanzi alle case ». Da sei anni — da quando si lavora per il raddoppio ferroviario — la dinamite viaggia quasi tutti i giorni su questa linea, viene scaricata nelle stazioncine di questi paesi. 11 cantiere di Monterosso ne usa un quintale e mezzo al giorno, quelli di Bonassola e di Framura altrettanto. E la gente di qui ha finito col prendere confidenza con la dinamite: forse, troppa confidenza. Gli scatoloni con i candelotti di esplosivo vengono scaricati dai manovali delle pmpleè simstq4UstGtegcinatbtvintsferrovie come se fossero | memmcasse di mandarini: li lasciano lì, nella stazione, in attesa che vengano quelli del cantiere a ritirarli; restano ore, mezze giornate tra il via-vai di viaggiatori in partenza e in arrivo e nessuno ci fa caso. Da anni tutti si sentono ripetere: «La dinamite? Non è roba pericolosa senza il detonatore: si può schiacciare o gettare nel fuoco e non succede nulla ». C'è chi l'ha schiacciata o gettata nel fuoco e non è successo nulla. Si sono visti di questi candelotti mollicci e untuosi in mano a dei ragazzi, che ci scherzavano r1 non è mai accaduto nulla. « Abbiamo sempre fatto così » avrebbero detto alla commissione d'inchiesta due manovali delle ferrovie che sabato avevano comin ciato a scaricare la dinamite per il cantiere di Bonas sola. Ne avevano posato, uno sull'altro, due scatoloni da venticinque chili sopra la piccola fetta di terra battuta che c'è fra i due binari della stazioncina di Bonassola. Il primo binario, sul quale era fermo il «merci », il secondo, sul quale stava per arrivare l'« accelerato » per Genova. Avevano trattato gli scatoloni con disinvoltura perché sapevano che quella gelatina da mina è al dodicesimo posto nella scala della pericolosità delle merci in trasporto e come involucro richiede soltanto scatole di cartone ondulato. Sabato, a Bonassola, i manovali avevano già scaricato due di queste scatole di cartone quando avevano sentito la campanella che annunciava l'arrivo deU'«accclerato ». Lì non avrebbero più potuto lavorare e, per non perder tempo, erano andati a scaricare dami giane d'olio da un vagone di coda. Gli scatoloni erano ab bandonati lì, nello stretto passaggio. Le vibrazioni prodotte dall'« accelerato » (oppure un predellino) ne avrebbero fatto rotolare uno sotto le ruote della vettura di prima classe che sarebbe esploso e, per « simpatia » — come si dice in gergo tecnico — sarebbe saltata in aria anche la dinamite che c'era sul vagone. Questa la versione ufficiosa della sciagura, ma c'è chi afferma che, nemmeno se schiacciata da un treno, la dinamite esplode: si pensa piuttosto a una scintilla scaturita dall'attrito delle ruote. Ma qualunque sia la causa, adesso la dinamite fa paura in questi paesi, e il sindaco di Bonassola dice : « Non vogliamo più andare a dormire sapendo che c'è dell'esplosivo davanti alle nostre case ». Sono giunti oggi a Bonassola camion carichi di vetri e altri di tegole. Quasi tutte le case del paese sono state investite dall'esplosione. Fortunatamente la ferrovia corre su un terrapieno alto una quindicina di metri e le macerie della stazione, le lamiere dei vagoni squarciati, scagliate dallo scoppio, sono passate sopra le case, sfiorandone i tetti, ca dendo in periferia. Anche il possente soffio dell'esplosione non ha inve stito in pieno il paese : altrimenti le conseguenze sareb bero state catastrofiche per Bonassola. Comunque, lo spostamento d'aria ha sradicato porte e finestre, scoperchiato tetti, abbattuto pareti. Poi l'onda dello scop- scaLsdglrRvnrdsFfTpsmlpntpnsgvSrdfivptqd pio ha picchiato contro i monti ed è ritornata sul paese investendolo alle spalle, arrecando altri danni. Il bilancio dei danni non è ancora accertato. Ieri il sindaco aveva detto : « Siamo sul miliardo ». Ma questa cifra pare pessimistica: qualcuno ha parlato di 300400 milioni, anche meno. Una ventina di alloggi sono stati fatti sgombrare dal Genio civile per lesioni ai tetti e alle pareti; danneggiati sono il municipio, la chiesa e la scuola. Si lavora in ogni strada, in ogni casa: la gente si aiuta a vicenda. Hanno fatto molto in due giorni. Un buon lavoro è stato compiuto anche dai ferrovieri, e i viaggiatori, che si affollano incuriositi ai finestrini dei treni che sostano in questa stazione, non riescono a im- maginare che sabato, qui, è esploso un vagone di dina mite e nove persone sono morte, i cadaveri scagliati Lsulle strade, sui tetti, nel campo di calcio. Le nove vittime hanno avuto sepoltura stamane. A Levanto, alle 10, si sono svolti i funerali della stu dentessa Giuseppina Bor gnatto; mezz'ora dopo quelli dei geom. Renato Lagorio, Giuseppe Lossa e Giulio Rizzon, del controllore Giovanni Bianchi, del pensionato Ernesto Baldi, del muratore Alfredo Salvadori e dell'ottico Franco Scisciò. Le sette bare, portate a spalle da funzionari delle Ferrovie, erano seguite dai familiari, dal ministro dei Trasporti, Jervolino, dal prefetto della Spezia e dai sindaci dei paesi vicini. Numerose corone, fra cui quella del Presidente della Repubblica. Dalla Spezia e Genova erano giunte a Levanto parecchie centinaia di persone. Dopo la benedizione nella cattedrale, le bare sono state caricate su furgoni e trasportate a Genova, Chiavari, La Spezia, Sanremo, Mantova. I funerali della nona vittima, l'odontotecnico Franco Graffigna, si svolgono a Chiavari. Il sole era caldo e il cielo pulito, come sabato, quando tutti e nove erano saliti su queir accelerato. Sbucando dalla vicina galleria che porta alla stazione di Bonassola il sole li aveva ab bagliati per qualche se condo. Luciano Curino a e o a a r , a o è n i Arr«csqsdadguabsclld I funerali ieri a Bonassola delle vittime dell'esplosione (Tel. ((Associated Press»)