Gli sfregi ai capolavori furono fatti con un cacciavite
Gli sfregi ai capolavori furono fatti con un cacciavite Gli sfregi ai capolavori furono fatti con un cacciavite Lo hanno stabilito i periti - Su quello sequestrato all'ex dipendente della Galleria degli Uffizi sono state rilevate tracce di colore ma l'esame non è terminato Firenze, 16 gennaio. (g. c.) L'oggetto servito al vandalo per colpire ì ventitré quadri della Gallerìa degli Uffizi è « con tutta probabilità un cacciavite ». In questo modo si è espresso il magistrato inquirente richiesto di una precisazione, appunto, sull'oggetto incriminato. A questa conclusione si è giunti soltanto questa sera, dopo quattro ore dì accurati e approfonditi esami sia chimici che al microscopio cui sono state sottoposte alcune delle opere sfregiate. Per quanto riguarda il cacciavite sequestrato dalla polizìa in casa dell'ex dipendente della Galleria degli Uffìzi, si 6 saputo che gli esami compiuti a Roma, «non sono stati negativi, si sono trovati dei frammenti, ma non si è prò vato di che cosa si tratta. Questo non basta, comunque, per dire che l'analisi sia stata positiva ». L'ipotesi che l'oggetto servi to per sfregiare le opere d'ar te degli Uffìzi poteva essere una penna a sfera è stato oggi escluso dopo numerose analisi. La Galleria degli Uffìzi è stata autorizzata dal ministero della P. I. alla spesa di oltre 200 milioni di lire, per l'installazione di un impianto anti-furto e di un impianto « anti-tatto »: Quest'ultimo impianto dovrebbe impedire a tutti 1 visitatori di avvicinarsi alle opere esposte ad una distanza inferiore al mezzo centimetro. Se ciò accadesse entrerebbero In funzione le sirene. Questo eccezionale impianto verrà sperimentato fra una decina dì giorni nella sala n. 13 degli Uffìzi, che contiene opere del Lippi, di Lorenzo Di Credi e di Jacopo del Sellaio.
Persone citate: Lippi, Lorenzo Di Credi
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