Scoppia in stazione un vagone di dinamite e dilania un «accelerato»: 9 morti, 50 feriti

Scoppia in stazione un vagone di dinamite e dilania un «accelerato»: 9 morti, 50 feriti Spaventosa sciagura a Bonassola, sulla linea Genova'La Spezia Scoppia in stazione un vagone di dinamite e dilania un «accelerato»: 9 morti, 50 feriti Le vittime sono cinque ferrovieri, una studentessa diciottenne, due tecnici ed un muratore - Un negoziante sarebbe disperso - Il disastro ieri alle 13,10 - Nel piccolo scalo ferroviario è fermo un « merci » che trasporta, fra l'altro, 650 chili di esplosivo destinati a due imprese edili - In quel momento arriva il treno viaggiatori - E' partito da La Spezia alle 12,30 ed è diretto a Genova: le vetture sono affollate da studenti, impiegati, operai - All'improvviso la deflagrazione distrugge due carrozze del convoglio; devasta muri e tetti in tutto il paese; scaglia a decine di metri di distanza i corpi maciullati - Drammatica opera di soccorso: per mancanza di strade, medici ed infermieri accorrono da Genova in elicottero Mistero sulle cause dell'esplosione - La linea Roma-Torino bloccata fino ad oggi pomeriggio - Il ministro Taviani sul luogo della sciagura (Dal nostro inviato speciale* Bonassola, 16 gennaio. Un vagone con 6'^8 chili di dinamite è esploso oggi alle 13,10 nella stazione di Bonassola, mentre sul binario vicino arrivava l'« accelerato» per Genova. Nove persone sono rimaste uccise e una cinquantina ferite. Non si sa cosa abbia provocato l'esplosione. Il ministro dell'Interno, Taviani, giunto in serata, ha ordinato una inchiesta rigorosa. Ecco l'elenco delle vittime: 1) Giovanni Bianchi, di 45 anni, abitante a La Spezia in via Venezia 65, conduttore delle Ferrovie; 2) Renato Lagorio, di 50 anni, residente a Genova in via Pio VII 31/8, geometra delle Ferrovie; 3) Franco Scisciò, di 29 anni, ottico, abitante a Chiavari in via Filzi 83; 4) Ernesto Baldi, di 79 anni, segretario' capo delle Ferrovie a' riposo, che abitava a Firenze in Lungarno delle Grazte 14; 5) Giuseppe Loss, di 51 anni, geometra delle Ferrovie, die risiedeva a Genova in' via Pirro 11/4; 6) Giulio Rizzono, di 50 o anni, anch'egli geometra delle Ferrovie, abitante a Sanremo in via Alfieri 232; 7) Alfredo Salvadori, di 26 anni, muratore, che risiedeva a Sermide di Mantova; 8) Giuseppina Borgnotto, studentessa di 18 anni, abitante a Levanto in via Garibaldi ; 9) Franco Graffigna, di 36 anni, residente a Chiavari, in via dei Cogorno, odontotecnico. 1 feriti sono stati trasportati all'ospedale di Levanto. La maggior parte di essi, dopo la medicazione, sono stati dimessi. Sette sono stati ricoverati, di cui due versano in condizioni assai gravi: Nicola Bertot ti, di Moneglia, ed uno studente di Levanto, Vittorio Perfigli, di diciotto anni. Corre voce che vi sia un disperso. Sarebbe un negoziante di Levanto: ha preso questo « accelerato » e nessuno lo ha più visto. A ca sa la moglie piange. I figli sono venuti a cercarlo a Bo nassola e la disperazione li ha presi quando hanno visto il treno spezzato. Tagliato in due, e un vagone scomparso, ridotto a piccoli peazÀ c scuravcuLuto lontano, a decine ài metri. Era la vettura di prima classe dell'a accelerato » 1072, composto di undici vagoni, che fa servizio sulla Spezia-Genova. Un treno di studenti e operai. In genere, parte da La Spezia gremito e lascia i due terzi dei passeggeri nei paesi delle Cinque Terre e a Levanto. Il sabato portala casa quelli che restano fuori per lavoro lungo la settimana. Cos'i, oggi, portava a Genova, dove hanno famiglia, i tre geometri delle Ferrovie — Lagorio, Loss e Rizzono — occupati a Monterosso e a Levanto per il raddoppio. Loss è salito a Monterosso. Era un uomo con la barba e l'aria cordiale. Quando il treno è entrato a Levanto, ha fatto un segno agli amici dal finestrino di raggiungerlo. Così tutti sabati. Poi tiravano fuori le carte e facevano passare il tempo fino a Genova. Molti sono scesi a Levanto, una decina di persone sono salite. Studenti, per lo più, e andavano a lezione a Chiavari. C'era anche Giuseppina Borgnotto, arrivata di corsa, con l'arancia che non aveva fatto in tempo a mangiare a tavola. Ora il capotreno Pietro Quattordio ci dice: « Dopo Levanto ci saranno stati una settantina di viaggiato¬ ri ». E' un treno « familiare », dove dopo un po' si finisce per conoscere quasi tutti, gli studenti, gli operai, i ferrovieri che viaggiano per raggiungere la lo¬ ro sede, persino i tre geometri che giocano a carte. Oggi c'è anche l'arciprete di Framura. E' in seconda, in piedi nel corridoio, e legge. C'è — solo in uno scom- n i e i partimento di prima — un signore anziano mai visto. Il controllore gli chiede il biglietto e vede dalla tessera che è un ex funzionario delle ferrovie. Il controllore è Giovanni Bianchi, ha preso servizio a mezzogiorno. Quando il treno si è mosso da Levanto, è saltato sulla prima classe e ora passa di scompartimento in scompartimento, ma i più sono vuoti. Dice il capotreno Quattordio: « Avevamo due minuti di ritardo ». Subito dopo Levanto il treno ha imboccato là galleria che porta a Bonassola. Sono le 13,08. La prima classe, che è quasi al centro del convoglio, è silenziosa. Il vagone se\guente — una seconda — è rumoroso perché qui sono saliti gli studenti. Dopo la galleria si apre la scogliera e la spiaggia di Bonassola, un ampio arco che oggi splende nella luce d'una giornata primaverile. Non una nube, il mare liscio e il sole caldo. La ferrovia corre a pochi metri dalla spiaggia, giunge a Bonassola con un lungo terrapieno e un ponte passando alta sul paese, dai finestrini si vede nell'interno delle case, e a quest'ora si scorge la gente a tavola. E' l'ora calma àel pranzo. Non uno in straàa. E la stazione pare abbandonata. Il dirigente, Claudio Ambrogi, è nel suo ufficio, un manovale lavora nel deposito bagagli. Nessun altro, nessuno sotto la pensilina ad aspettare il treno. L'accelerato rallenta e un paio di persone si preparano a scendere. Sul binario verso il mare è fermo un «.merci». E' il «6178» arrivato dalla Spezia alle 12,57 e diretto a Sestri Levante. Aspetta perché deve dare la preceàenza al « 1072 ». L'« accelerato » entra in stazione e ora la vista del mare è nascosta dal « merci». A destra si vede il campo sportivo, poi un albergo. Il macchinista, Angelo Donati, di S. Terenzio, dà l'ultimo colpo al freno. Ancora qualche giro di ruote, l'accelerato scivola lento di (Continua a pagina 2 nella prima colonna) I due treni dopo la tremenda esplosione sul viadotto di Bonassola. A sinistra è il merci, con al centro il vagone distrutto dalla dinamite. A destra il convoglio passeggeri, con la vettura dilaniata (Telefoto Leoni)