Minacciarono di morte 2 guardie carcerarie che avevano aggredito in cella per evadere
Minacciarono di morte 2 guardie carcerarie che avevano aggredito in cella per evadere Minacciarono di morte 2 guardie carcerarie che avevano aggredito in cella per evadere L'episodio mercoledì notte nel carcere di Novi Ligure - Tre detenuti hanno ammesso i fatti; un quarto nega di avere partecipato ai piani di fuga - Il processo rinviato per. stabilire la gravità delle lesioni riportate dagli agenti (Dal nostro corrispondente) Alessandria, 15 gennaio. Si è iniziato stamane dinanzi al tribunale di Alessandria il processo per direttissima contro i quattro detenuU del carcere giudiziario di Novi Ligure che la notte tra mercoledì e giovedì scorso diedero vita a un tentativo di rivolta e di evasione. Accompagnati da una scorta di eccezione, i quattro rivoltosi — Marcello Ferrari di 21 anni, Sergio Serra di 23 entrambi di Novi, e i genovesi Bruno Oddone Cinti di 23 e Romano Camastra di 26 — sono giunti in tribunale pochi minuti prima delle nove e, da to inizio all'udienza, il presidente Aragnetti ha dato letto ra del capo di imputazione. Devono rispondere di tentata evasione, violenza a pubblico ufficiale, lesioni personali vo lontarie gravi. I quattro avreb bero deciso di mettere in atto l'aggressione agli agenti di custodia per potere quindi evadere; così quando, verso la mezzanotte di mercoledì gli agenti Tufinio e Caccone entrarono nella cella dov'erano Ferrari, Cinti e Camastra, vennero immediatamente aggrediti a calci e pugni dai tre detenuti che cercavano di impos¬ sessarsi delle chiavi dei cancelli. I secondini, malgrado fossero feriti e storditi, hanno avuto la forza di reagire — i rivoltosi li minacciavano di morte se non avessero consegnato le chiavi e cercavano di strangolare con un lenzuolo stretto attorno al collo il Caccone — e invocare aiuto, mentre respingevano l'aggressione. Per questo motivo il Serra, che qualche anno fa fu già protagonista di una clamorosa evasione dalle carceri di Serravalle Scrivia, u'ovandosi in una cella vicina, visto che il tentativo di evasione stava per fallire, non si sarebbe uni to ai compagni. Un altro de tenuto invece, Roberto Rapetti, pure di Novi, prossimo alla scarcerazione, si schierò con gli agenti di custodia per domare la rivolta. Dopo l'esposizione dei fatti il presidente passa all'interro gatorio degli imputati. Il Ser ra, malgrado venga accusato dai compagni, nega di avere partecipato alla preparazione del piano di fuga e afferma anzi di avere collaborato con il Rapetti e gli agenti di custodia. Gli altri tre, confermando le accuse del Serra, ammettono di avere deciso l'evasione, ma tutti negano di avere colpito gli agenti Tulinio e Caccone, quasi che i poveretti, presentatisi stamane in aula malconci e zoppicanti, si fossero feriti da soli. Dopo l'interrogatorio dei quattro rivoltosi vengono esaminati alcuni testimoni e quindi viene chiamato il medico dott. Orani, al quale il Tribunale affida una perizia medico-legale per stabilire la gravità delle lesioni riportate dagli agenti: uno di questi, il Caccone, ha avuto, tra l'altro, alcuni denti spezzati. Il processo deve quindi essere rinviato al 4 febbraio prossimo. I quattro giovani, tutti detenuti in attesa di giudizio per furti, rapine, atti di libidine e tutti, ad eccezione del Camastra, pregiudicati, rischiano per questo fatto una condanna dai quattro ai cinque anni di reclusione. f. m.
Persone citate: Bruno Oddone, Marcello Ferrari, Orani, Rapetti, Roberto Rapetti, Sergio Serra
Luoghi citati: Alessandria, Camastra, Novi Ligure, Serravalle Scrivia
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