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Aerei con proboscidi e palloni per ricuperare gli astronauti Aerei con proboscidi e palloni per ricuperare gli astronauti Miirictta (Georgia), gennaio. (a.v.) Dal campo degli stabilimenti aeronautici Lockheed di Marietta, in Georgia, si è in questi giorni levato per ricevere il battesimo dell'aria il primo velivolo specialmente studiato per recuperare gli astronauti che dopo i voli spaziali finissero su montagne inaccessibili, deserti oppure in mare aperto. E' una particolare versione del grande quadrimotore a turboelica Lockheed « Hercules », che a differenza degli aerei di serie ha motori più potenti, una complessa apparecchiatura elettronica per rilevare il rientro in atmosfera dei veicoli spaziali e, sulla prua, una proboscide biforcuta. La singolare protuberanza l fa parte di uno speciale sistema, denominato Filton, che consente di recuperare persone e oggetti fino a 225 chili di peso senza che l'aereo debba toccare il suolo o il mare. Individuato il punto di caduta della capsula e localizzato l'astronauta superstite, l'equipaggio dell'aereo lancia, con il paracadute, uno speciale involucro, capace di galleggiare, che contiene un pallone a elio e una tuta a cui è agganciata una fune di nylon lunga 150 metri. Il pilota spaziale da recuperare indossa la tuta, gonfia di gas il pallone e lo lascia librare in aria per tutta la lunghezza della corda. A questo punto torna in azione l'aereo, che si abbassa fino a 150 metri di quota, riduce la velocità a 190-240 chilometri all'ora e con la proboscide biforcuta aggancia la fune tirata in aria dal pallone, mentre la speciale tuta indossata dall'astronauta ammortizza al massimo lo strappo che l'uomo subisce in quel momento. Subito dopo comincia a funzionarle un verricello sistemato nella proboscide biforcuta e, mentre l'aereo riprende quota e velocità, la corda di nylon si arrotola lentamente attorno ad esso, finché, circa 5 minuti più tardi, il pilota spaziale salirà sull'aereo dal portellone posteriore della fusoliera.