Un teste sviene in aula ricordando la strage della famiglia ad Auschwitz
Un teste sviene in aula ricordando la strage della famiglia ad Auschwitz Un teste sviene in aula ricordando la strage della famiglia ad Auschwitz E' un americano di 55 anni, ex detenuto nel campo di sterminio Ha riconosciuto due dei più feroci aguzzini del « Lager » nazista (Nostro servizio particolare) Francoforte, 14 gennaio. L'udienza odierna al processo contro ì 22 aguzzini del campo di sterminio nazista di Auschwitz ha assunto toni altamente drammatici quando un testimone, ex detenuto nel Lager, ha riconosciuto nel corso di un confronto uno dei carnefici che sterminò la sua famiglia. Subito dopo, mentre in aula la tensione era giunta al culmine, l'uomo si accasciava svenuto, sopraffatto dall'emozione del momento, costringendo il presidente, giudice Hofmeyer a sospendere l'udienza per mezz'ora circa. Alto, slanciato, il teste americano Milton Buki di 55 anni ha iniziato con il ricordare di essere uno dei due sopravvissuti di un gruppo di 900 prigionieri costretti sotto la minaccia delle armi dai guardiani delle SS a cremare i corpi delle vittime delle camere a gas. Rinchiuso nel Lager dal 12 di¬ cembre 1942 fino al giorno in cui il campo venne evacuato, il 18 gennaio 1945, il Buki riuscì a fuggire durante la « marcia della morte* da Auschwitz a Mauthausen, nascondendosi in Austria finché venne liberato di.gli alleati nel maggio del 1945. Ma nel campo di Auschwitz erano aitati massacrati 18 membri della sua famiglia, tra cui la moglie, la figlia di otto anni, i genitori, un fratello ed una sorella. Presidente — Raccontate in che modo i prigionieri venivano avviati verso le camere a gas. Teste — I condannati venivano spinti dai guardiani i quali si servivano di cani addestrati lanciandoli contro i ritardatari ed i recalcitranti. Spesso, coloro che si ribellavano a quella sorte infame, venivano abbattuti con un colpo di fucile o di pistola alla nuca ed e i n o o e n , e i loro corpi gettati dentro fosse in cui ardeva il fuoco ». Il presidente ha quindi ordinato un confronto diretto tra il teste e gli imputati, facendoli sfilare davanti a lui in mezzo al pretorio. Ad un tratto, Il Buki è balzato in piedi ed agitatissimo ha puntato la mano contro uno degli imputati, gridando: « E' lui. Quello t: Radule, che ha diretto per più di un anno le prime due camere a gas del campo ». Dopo avere urlato queste parole, il Buki impallidiva e si accasciava sulla sedia, vinto dall'emozione. Si riprendeva subito dopo, ma scoppiava, senza potersi controllare, in un pianto dirotto. Il presidente sospendeva allora la seduta per una mezz'ora per dar modo al teste di riprendersi e poter così continuare la deposizione. L'ex sergente delle SS Oswald Kaduk, definito anche da altri testi come uno dei più crudeli e brutali del campo, non ha battuto ciglio al riconoscimento da parte di una delle sue vittime. E' poi ripreso il racconto allucinante, pieno di orrore e di terrore del teste. Il quale ha spiegato in che modo il Kaduk ed i suoi complici portarono a termine lo sterminio di migliaia di persone. «A volle, quando i prigionieri erano o troppo vecchi o troppo malati per potersi spogliare con sveltezza prima di entrare nella camera a gas, Kaduk ed i suoi compagni li uccidevano sul posto gettando quindi i corpi in mezzo alle fiamme. Spesso le vittime erano ancora i-ive ». « Una volta, udii Kaduk promettere ad un giovane prigioniero ebreo salva la vita se avesse cantato una canzonetta mentre 300 suoi correligionari venivano gassati. Il ragazzo cantò, ma quando tutti i suoi amici e compagni furono sterminati, Kaduk gli si avvicinò! e l'uccise con un colpo di pistola. « Non posso dimenticare la volta che un ragazzino appena arrivato al campo, in attesa di entrare nella camera à gas, venne verso il mio gruppo e ci pregò di nasconderlo. Kaduk se ne accorse e venne verso di noi; prese il fanciullo per le mani e lo trascinò fino ad una fossa in cui ardeva il fuoco. Tirò fuori la pistola, lo uccise e ne lanciò il cadavere tra le fiamme. Questo episodio avvenne più o meno quando Kaduk inviò alla camera a gas anche mio fratello e mi impedì persino di porgergli un po' d'acqua prima di essere ucciso ». Prima di terminare la sua deposizione Buki, si è rivolto ancora una volta verso il banco degli accusati ed ha quindi dichiarato di riconoscere anche un altro imputato come una delle guardie più feroci del campo: Stefan Baressky ex caporale delle SS. « Quando lasciai Auschwitz — ha concluso il teste — non pensavo certo che sarebbe venuto il giorno per una resa dei conti». a, p.
Persone citate: Kaduk, Milton Buki, Oswald Kaduk, Stefan Baressky
Luoghi citati: Austria, Francoforte
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