La Chiesa esamina l'attività del sacerdote cuneese Lanteri

La Chiesa esamina l'attività del sacerdote cuneese Lanteri La Chiesa esamina l'attività del sacerdote cuneese Lanteri La causa di canonizzazione - Visse al tempo della Rivoluzione francese e si trasferì a Torino all'inizio del Risorgimento Nato a Cuneo nel 1759, mori (Dui nostro corrispondente) Città del Vaticano, 12 gennaio. La causa di beatificazione e canonizzazione del teologo Pio Brunone Lanterì ha compiuto un nuovo passo avanti. Nella cosidetta riunione « preparatoria» che si è tenuta questa mattina a Roma presso la Congregazione dei Riti, i cardinali, i prelati ed i consultori hanno espresso voto favorevole al proseguimento della causa. Si avrà presto la riunione detta « generale » dove si decreterà la eroicità delle virtù del Lanteri. Da quel momento l'insigne sacerdote sarà proclamato « venerabile ». Pio Brunone Lanteri è un sacerdote vissuto in Piemonte — ed in particolare a Torino — tra la fine del secolo XVIII e l'inizio del seguente a Pinerolo nel 1830. Per un sacerdote di quell'epoca le difficoltà apostoliche erano forti: il regime repubblicano impiantato in Piemonte dal Direttorio rivoluzionario francese e la maniera politica dì condurre le cose da parte di Napoleone creavano continui problemi. Il Lanteri seppe affrontare le situazioni con la chiarezza che gli derivava dalla profonda cultura teologica. Seppe soprattutto credere nel laicato cattolico rivoluzionando l'«Amicizia cattolica» (una associazione segreta sorta per la difesa dei principi cattolici) e trasformandola in un organismo vivo il cui scopo era di scendere apertamente in polemica con le idee anticlericali. Vi aderì il meglio del patriziato torinese specialmente da quando il Lanteri, che era stato ordinato sacerdote a Torino nel 1782, si fece notare per la sua abilità e per la sua intelligenza. In brevissimo tempo aveva dato alle stampe una trentina di volumetti polemici sui temi più scottanti. Merito particolarissimo del Lanteri fu l'aver collaborato alla fondazione de L'amico d'Italia diretto e redatto quasi per intero dal marchese Cesare D'Azeglio. Un giornale che non usciva al principio che una volta al mese, in un modesto formato, in ottavo piccolo a fascicoli di una cinquantina di pagine. Divenne ben presto un modello all'altra stampa cattolica d'Italia. Con l'Ape di Firenze, e con la Voce della verità di Modena, L'amico d'Italia dette il via al giornalismo cattolico. Gli aderenti all'» Amicizia cattolica » vennero sovente agitati come spauracchi dai liberali davanti agli occhi del giovane sovrano Carlo Alberto. Per questo si ebbero persecuzioni e repressioni di cui fu vittima anche il sacerdote cuneese. Al Lanteri si deve anche la fondazione della congregazione religiosa degli Oblati di Maria Vergine, un istituto religioso che ha opere di assistenza spirituale, in partico lare della gioventù, in ogni par te d'Italia e del mondo. f. p.

Persone citate: Carlo Alberto, Cesare D'azeglio, Lanteri, Pio Brunone Lanteri, Pio Brunone Lanterì