Il maestro ricordato da un vecchio scolaro
Il maestro ricordato da un vecchio scolaro Il maestro ricordato da un vecchio scolaro n o i r Abbiamo il primo ricordo di Eligio Perucca quando, ancor giovane, nel 1923, subentrò come straordinario a Quirino Maiorana nella cattedra di fisica al Politecnico di Torino. Chi scrive questa nota era allora uno delia numerosissima schiera di allievi del biennio preparatorio, tra 1 quali si era accesa una rumorosa sedizione che aveva per fine di non lasciare allontanare il Maiorana (chiamato alla cattedra di fìsica dell'Università di Bologna) e di impedire a Perucca di far lezione. Ne era motivo (se la memoria bene ci aiuta) la generosità con cui il Maiorana agli esami soleva concedere assoluzioni anche per i meno perdonabili peccati di asineria. Presso il Politecnico di Torino svolse poi il Perucca tutta la sua attività accademica: dal '26 come ordinario di quella cattedra di fisica, nel '46 come preside della Facoltà di ingegneria, dal '47 al '55 come direttore del Politecnico; in questi ultimi anni con incarichi di minor peso, ma con un cumulo di meritati onori, Come studioso, il Perucca si dedicò a ricerche che lo la sciarono un poco estraneo a quel furore proliferante che la sua disciplina conobbe in questi ultimi decenni. Molto egli si dedicò agli im portanti, ma impopolari « ignorati problemi di metrologia e al perfezionamento degli strumenti: inventò un nuo vo elettrometro, inventò un monocromatore; indicò un metodo per ottenere finissimi fili di silice adatti per 1 reticoli degli strumenti di misura; con dusse studi sui fenomeni di superfìcie tra liquidi diversi a contatto, nonché tra liquidi solidi, e sulle pressioni che si esercitano sopra le superflci dove battono le onde sonore; ricerche accurate dedicò alla luce polarizzata (ideando spe lB jciali rivelatori!, alle leggi sul 'a conduzione elettrica, all'elet|trocapHlarità, al"effetto Volta j alla fotoelettricità, alla elettrizzazione per strofinìo tra solidi e gas. Ricerche tutte diligenti, puntuali, fuori dei grandi filoni che hanno reso popolare la fìsica modernissima. Una cura minuziosa nel de finire 1 concetti si riscontra j nella sua opera più importante: Fisica, generale e sperimentale (ediz. Utet), accuratissima non soltanto nel testo, ma per puntigliosa volontà sua perfino nei criteri tipografici 1 (un carattere a sé per le gran dezze nsicne e un altro digt-m. ]to per indicare t particolari delle figure e dei diagrammi); un'opera preziosa di studio e di consultazione. Popolare e diffuso è pure il suo Dizionario dell'ingegnere, sempre nelle edizioni Utet, da lui diretto e redatto da un gruppo di tecnici e studiosi, la più parte facenti capo al Politecnico torinese. Eligio Perucca era nato a Potenza nei 1890, aveva fatto gli studi alla Scuola Normale dcrspsMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiini di Pisa e aveva iniziato la sua carriera di insegnante a Torino, giovanissimo, come assistente all'Università, poi cerne professore nei licei. Un gran numero di giovani ha appreso fisica dalle lezioni sue, sui suol libri. Amava moltissimo la sua disciplina: avrebbe voluto vederla bene inquadrata, in una architettura stabile e solenne, e tentò per quanto gli fu possibile di renderla tale nel suo testo sopraccitato. Ma gli capitò di vivere in un tempo in cui essa per parecchie delle sue parti andò a soqquadro. Si risentiva egli d'ogni minima improprietà di linguaggio che qualcuno usasse per i concetti scientifici: avversò i tentativi recenti di introdurre nell'insegnamento della fìsica innovazioni, rese in parte necessarie e comunque suggerite dal mutato stato dei tempi; ma erano appunto risentimenti che gli nascevano da una nobile e tenace passione. Allo scomparso il saluto dei suol allievi, per la penna di uno di essi, annoso oramai egli pure. Didimo
Persone citate: Eligio Perucca, Maiorana, Perucca, Quirino Maiorana
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