Washington ritiene che i capi russi accetteranno l'invito a recarsi in America di Nicola Caracciolo

Washington ritiene che i capi russi accetteranno l'invito a recarsi in America 11 messaggio del Presidente stillo astato dell9Unione» Washington ritiene che i capi russi accetteranno l'invito a recarsi in America In politica estera il Presidente ha annunciato nel suo discorso che verrà in Europa e che il Sud Vietnam non sarà abbandonato Un senatore pacifista protesta contro "l'ingiustificabile uccisione di ragazzi americani nel Sud-est asiatico" - In politica intema sarà fatto uno sforzo gigantesco per creare una "grande società" - Il programma di Johnson non troverà ostacoli al Congresso: «Nessun Presidente dal '36 — scrive I'"Evening Standard" — ha mai avuto un seguito parlamentare tanto largo» (Dal nostro corrispondente) Washington, 5 gennaio. Il presidente Johnson è felice dell'eco suscitata nel Paese dal suo messaggio sullo « stato dell'Unione ». L'ha detto il suo addetto stampa Reedy, il quale ha precisato che è stato ricevuto alla Casa Bianca « un numero straordinariamente alto di telegrammi di congratulazione ». Anche le reazioni degli uomini politici americani e della stampa sono state in generale favorevoli. Il messaggio, un documento di circa quattromila parole che il Presidente ha letto ieri di fronte ai due rami del Congresso riuniti, per il modo con cui era formulato e per le proposte che conteneva era per molti versi inaspettato: un paio di settimane fa il Presidente aveva avvertito i giornalisti nel corso di una conferenza-stampa di non aspettarsi troppo dal testo del messaggio. La sua intenzione era — aveva detto — di usare con grande cautela del potere senza precedenti che gli viene dalla misura della sua vittoria elettorale. Invece, come nota uno dei corrispondenti da Wasliington del New York Herald Tribune, « mentre parlava, Johnson ha allentato tutti i freni. Il suo messaggio sullo stato dell'Unione è stato vasto, deciso e ambizioso e, in effetti, ha fornito i lineamenti — benché non sempre in maniera chiara — dei suoi piani, dei suoi sogni e delle sue speranze per la repubblica nei prossimi quattro anni ». Tutti i commentatori politici sono d'accordo nel notare il grande ottimismo del discorso di Johnson. Il leader del gruppo repubblicano al Senato, Dirksen, ha notato acidamente: «E' una scintillante immagine del Paradiso ». Dopo una breve introduzione in cui il Presidente ha spiega to il significato che per lui ha il termine «grande società», il messaggio si divide in due parti, quella che riguarda la politica estera e quella che riguarda la situazione interna degli Stati Uniti. Per la politica estera una grossa novità: Johnson ha in vitato i nuovi leaders dell'Urss a visitare gli Stati Uniti. E' il risultato di un lungo processo di discussioni e di studi nel governo americano su come ri lanciare e dare maggiore impulso al processo di distensio ne internazionale. cPer molti mesi — scritte uno degli editorialisti deK'Evening Star di Washington, Crosby Noyes ci sono state sul tema- della visita varie e vaghe conversazioni private senza che nessu no si decidesse a formulare la proposta chiaramente. Johnson evidentemente ha deciso il tuffo la scorsa settimana nel suo ranch nel Texas ». Nota tuttavia l'articolo: «Non si tratta ancora dì un invito formale. Ci si è limitati a mettere, con qualche ora d'anticipo il governo sovietico al corrente della proposta ». Il governo americano è d'altronde convinto che la risposta dovrebbe essere favorevole. Del resto su questo argomento specifico del messaggio fino a questo momento non si sono avuti commenti negativi. La politica di distensione indubbiamente ò uno dei punti sui quali sarà più facile per Johnson ottenere quel vasto conse7iso nazionale che è uno degli obbiettivi fondamentali della sua politica. Contrari a una simile impostazione — ed è significativo che nessuno di essi abbia finora preso la parola in proposito — sono solo gli squalificati esponenti della frazione goldwateriana e in genere dell'estrema destra americana. Anche la proposta del Presidente per un viaggio in Europa, diretto a rafforzare i legami con i paesi della Nato, è stata commentata favorevolmente. La stessa accoglienza ha avuto la proposta per intensificare gli aiuti all'Ameri¬ cstedsSsOerznhnsgnal—UsemnJiepldpcg l i i a ca Latina. Invece alcune ri-1 sserve ha provocato quella par-ìte del discorso che si occupajdella situazione nel Vietnam \ Sull'Asia Sud Orientale John-i son è stato volutamente vago.ìSi è limitato a dire: « Il no- j stro obbiettivo nell'Asia Sudi Orientale è soltanto la pace »\ e a ripetere che gli Stati Uni- j ri «oit /tanno nessuna tolteti- zione di abbandonare il Viet-j nam del Sud ai comunisti. Noniha invece fatto nessun accen-ìno alla possibilità di rappre-^soglie o di minacce contro il j governo comunista del Viet-\nnm del Nord e questo gli ha\attirato le critiche di tutti oo-\loro — un gruppo numeroso. — che ritengono che gli Stati'Uniti farebbero bene a dimo-[strare più aggressività e più Ienergia in quella parte del;mondo. hIl New York Herald Tribù- \ne .si limita a constatare cheiJohnson ha « dato poche infoi' inazioni » siti modo con cui egli si propone di venire a capo della guerra. Un editorialista come Bartlett (che scrive per una catena di almeno una sessantina di giornali) ha detto: « Lo sforzo di Johnson per sdrammatizzare agli occhi dell'opinione pubblica la guerra nel Vietnam è certamente un'abile manovra di politica interna ». L'articolo conclude con un ammonimento: sLa storia della guerra fredda insegna che parole energiche adesso possono evitare azioni energiche più tardi ». Le critiche alla posizione del Presidente sul Vietnam non vengono solo dai fautori della maniera forte. Il senatore Wayne Morse, dell'Oregon, che sostiene una posizione pacifi- 1 sfa, è stalo assai più enerr/ico: «Il popolo americano non può esserp ancora per molto tempo ingannato sulla cosiddetta "difesa della liberìth" nel Vietnam. Solo Topi nione pubblica americana può i porre termine all'ingiustifica bile uccisione di ragazzi ame j ricani nel Vietnam», Non c'è dubbio che, nelle inj tensioni del Presidente, la parite più importante del messagìgio e tuttavia i/uella che ri^guarda la politica interna, la j costruzione cioè della « gran\de società». E' questa la chia\ve fondamentale per compren\dere la visione politica di un . uomo convinto che la rivo'.u'rione economica, scientifica e [tecnologica avvenuta negli ul Itimi anni negli Stati Uniti ;comporti la possibilità — anzi ha necessità — di cambiare \rapidamente le forme stesse idella vita associata degli ame- e l n a e e ricani. Una serie di frasi nel suo discorso danno la misura di ciò che egli ritiene fattibile: « Dobbiamo dare inizio a un programma educativo che assicuri ad ogni bambino americano il più completo sviluppo della sua mente e delle sue capacità; propongo un attacco massiccio per fare delle città americane luoghi migliori per vivere; dobbiamo raddoppiare quest'anno le spese per la lotta contro la povertà; dare a tutti cure mediche e sicurezza sociale; applicare la legge sui diritti civili e garantire a tutti il diritto al voto ». Le reazioni a questi punti, ed in genere a tutto il programma interno del Presidente da parte dei politici ameri- - cani hanno seguito le imposta¬ zioni dei rispettivi partiti: i democratici a favore e i repubblicani contrari. Resta il fatto che privatamente sia gli esponenti democratici die quelli repubblicani sono convinti che allo stato attuale delle cose Johnson ha la forza politica di far approvare dal Congresso la parte essenziale del suo programma. Come scrive Z'Evenìng Standard: « Il Congresso secondo ogni probabilità darà al Presidente tutto ciò che chiede e forse qualcosa di più. Nessun Presidente dal 1936 ha avuto un seguito parlamentare così largo ». Nicola Caracciolo