Un satellite italiano verrà lanciato da una base americana

Un satellite italiano verrà lanciato da una base americana Nel corso della settimana Un satellite italiano verrà lanciato da una base americana Servirà ad effettuare misurazioni sulla densità dell'aria Si chiamerà San Marco e le operazioni saranno compiute da tecnici italiani • Un successivo lancio avverrà da una piattaforma marina nell'Oceano Indiano Nostro servizio particolare Washington, lunedi mattina. La Commissione Italiana per le ricerche spazia U la settimana prossima metterà in orbita il primo satellite progettato e costruito dagli italiani. Il satellite San Marco è destinato ad effettuare misurazioni prolungate della densità dell'aria. Il lancio sarà effettuato dalla base di Wallops Island in Virginia, avverrà prima del111 dicembre da tecnici italiani addestrati dalla Nasa. Il vettore sarà un razzo a quattro stadi «Scout» a propellente solido denominato < San Marco Scout 1». Sarà la prima volta che le operazioni per il lancio dì un satellite saranno effettuate sul territorio degli Stati Uniti da tecnici stranieri. Infatti due satelliti della Gran Bretagna ed uno del Canada sono stati messi in orbita da personale americano. Il lancio del satellite S. Marco dovrà servire come addestramento per i tecnici italiani in vista di un'operazione di lancio da una piattaforma marina. Servirà anche per sperimentare il veicolo spaziale Son Marco per un successivo lancio in un'orbita equatoriale dalla piattaforma marina nell'Oceano Indiano. Il satellite italiano fornirà misurazioni della densità dell'aria e effettuerà rilevazioni sulle caratteristiche della ionosfera in relazione alle interferenze con le trasmissioni radio a lunga scadenza. Sul lancio la Nasa ha' fornito i seguenti particolari tecnici: «Il satellite San Marco del peso di 254 libbre (chilogrammi 115,212) sarà lanciato in direzione est dall'isola di Wallops. L'inclinazione rispetto all'equatore sarà di 37 gradi e 7 primi. L'orbita, a quanto si prevede, avrà un perigeo (punto più basso) di circa 214 chilometri ed un apogeo (punto più alto) di circa 677 chilometri. «Gli strumenti della sonda spaziale di forma sferica di citi. 66,04 sono stati collaudati in due voli suborbitali effettuati l'anno scorso dall'isola di Wallops nelle giornate del 20 aprile e 2 agosto. In quell'occasione venne usato come vettore un razzo a due stadi " Shotput ". «Questo primo tentativo di misurazione continua delle forze resistenti dell'aria su di un veicolo spaziale è stato reso possibile dalla realizzazione di due sfere con un allacciamento non rigido», dice il comunicato della Nasa. «Quando la sfera esterna leggera incontra la densità della ionosfera viene ritardata dalla resistenza dell'aria in una certa misura. L'involucro interno più pesante continua tuttavia a viaggiare indisturbato tranne che per le forze trasmesse dagli allacciamenti flessibili. Il risultato è che la distanza fra la sfera esterna e l'involucro interno " galleggiante ", muta. «Un secondo esperimento con gli strumenti collegati all'involucro interno, servirà ad accertare certe caratteristiche nelle trasmissioni radio a lunga distanza. « Entrambi gli esperimenti saranno condotti nelle condizioni ideali quando 11 satellite San Marco sarà lanciato in un'orbita equatoriale dalla piattaforma marina». Il progetto è stato realizzato dal prof. Luigi Broglio, presidente della Commissione italiana per le ricerche spaziali. Broglio è anche direttore generale del progetto San Marco. Quello che gli americani chiamano il carico utile, ossia l'insieme degli strumenti di rilevazione, è stato realizzato dal prof. Broglio e da un gx-uppo di tecnici italiani al Centro di ricerche aerospaziali di Roma. Gli altri scienziati e tecnici italiani che hanno collaborato al progetto sono: il prof. Giovanni Polvani, presidente del Consiglio nazionale delle ricerche e presidente dell'Istituto nazionale per le ricerche spaziali; il generale Cesare De Porto, presidente ad hoc del gruppo di lavoro San Marco dell'Istituto nazionale ricerche spaziali. L'ambasciatore Egidio Ortona, direttore generale per gli Affari economici al ministero degli Affari Esteri; il profv Carlo Buongiorno, assistente direttore generale del progetto, il dott. Giorgio Ravelli, direttore della Sezione strumentale del progetto San Marco. Tecnici per la parte strumentale: dott. Ugo Ponzi, esperimenti d'equilibrio; dott. Carlo Arduini, addetto al sistema di controllo termico; dott. G. Barresin, telemetrista carico strumentale; dott. G. Pellegrineschi, sistema strumentale rf; dott. V. Mazzaglio, esperimenti simulatori spaziali; professor P. F. Ceccacci, esperimenti ionosfera; G. Tarabra, struttura strumenti. Rilevazione e valutazione dati: prot. Paolo Santini, analisi orbita; dott. Severino Glor gi, traduzione dati; dott. Fabrizio Barbieri, acquisizione dati. Esperimenti strumentali: professor Luigi Broglio, esperimenti d'equilibrio; prof. Nello Carrara, esperimenti ionosfera. Gruppo lancio veicolo: prof. M. D. Sirinian, vice direttore collaudo; dott. G. Spampanato, operatore collaudo; dott. G. F. Manarini, supervisore elettronico. Controllo range: dott. Solimena, strumentazione range; dott. A. Berlese, ufficiale al sistema di controllo di sicurezza. Tommaso Ochiltree

Luoghi citati: Canada, Carrara, Gran Bretagna, Roma, Stati Uniti, Virginia, Washington