Pechino ripete che non interverrà alla conierenia «scismatica» di Mosca di Massimo Conti

Pechino ripete che non interverrà alla conierenia «scismatica» di Mosca II eonvegwt** cvmunistu à Hssut» ni §" marzu Pechino ripete che non interverrà alla conierenia «scismatica» di Mosca (Dal nostro intinto speciale) Mosca, 30 dicembre. « Il partito comunista indonesiano non parteciperà alla Conferenza scismatica di Mosca >: sotto questo titolo, che riassume un giudizio polemico sull'incontro intercomunista del 1° marzo proposto dai leaders sovietici, il settimanale cinese Peking Review (nella edizione inglese pervenuta a Mosca) riferisce la notizia di un incontro Ira l'ambasciatore russo a Giakarta Mikailov e D. N. Aidit, presidente del Comitato centrale del partito comunista indonesiano. Secondo la Peking Review il leader indonesiano ha rifiutato l'invito sovietico di partecipare alla conferenza di marzo: « Il Comitato centrale del partito comunista indonesiano ha fatto sapere nella sua risposta che esso non prenderà parte ad alcuna conferenza interna zionale fin tanto che non sarà stala compiuta un'adeguata preparazione e fin tanto che i partiti comunisti di tutti i paesi ?ion parteciperanno all'incontro stesso. In altre pai-ole, in considerazione del fatto che non è stata completata un'adeguata preparazione e che non sì è assicurata la partecipazione di tutti i partiti, il partito comunista indonesiano non sarà presente all'incontro del l" marzo. D. N. Aidit Ita spiegato all'ambasciatore sovietico clic invece di tenere la conferenza sarebbe stato meglio non convocarla affatto: la conferenza infatti finirebbe col dividere ancora di più il movimento comunista e acuire le sue contraddizioni interne ». La dichiarazione indonesiana è preceduta da un analogo documento firmato dalla frazione filo-cinese del partito comunista australiano, che parla anch'esso di adeguata preparazione all'incontro e di partecipazione di tutti i partiti fratelli. Anche il partito comunista neozelandese, in un'altra dichiarazione, riconosce le difficoltà connesse all'unità di tutti i partiti, «anche se l'allontanamento dell'arci-revisionista Kruscev ha aperto possibilità di riunificazione ». Avallando ed interpretando le dichiarazioni dei comunisti indonesiani, i cinesi hanno precisato quindi il loro pensiero sull'iniziativa di Mosca, definendola scismatica; e hanno voluto far sapere che i loro alleati non vi aderiranno fin tanto che tutti i partiti, in primo luogo quello cinese, non si saranno risolti a parteciparvi. Occorre tener presente che in diversi paesi asiatici — in Giappone ed in Australia, per esempio — esistono da tèmpo due partiti comunisti, gli uni filocinesi, gli altri filosovietici. Quando parla di un incontro di tutti i partiti, Pechino pretsnde anche la partecipazione dei filocinesi. Ed anche se si tratta di movimenti con scarso seguito, come quello australiano, essi, al momento opportuno potranno formalmente figurare tra i partiti contrari alle iniziative di Mosca, falsando la prospettiva dello schieramento anti-russo. Oggi come in passato i cinesi perseverano nel tentativo di dilazionare il più possibile il confronto ideologico con l'Urss, convinti che il tempo lavori a loro favore. La polemica ora è indiretta e per di più contenuta nei limiti di un corretto scambio di idee. Ma i pretesti per disimpegnarsi dallo show-down sono quelli di un tempo. Il documento indonesiano serve a convalidare l'opinione che la divisione del mondo comunista in due grandi sfere d'influenza è un fatto compiuto e che (inettere a confronto i due blocchi significherebbe convalidare, anche formalmente, la frattura. E' questa una confessione di debolezza: Mao teme di uscire battuto dal confronto di idee con i capi sovietici. Per converso, questa linea di condotta serve a motivare l'interesse di Mosca per la conferenza del 1" marzo. La scadenza dell' incontro preparatorio del 15 dicembro scorso fissata da Kruscev è stata aggiornata ed i termini dell'invito non sono più perentori come nei mesi passati. Però l'impegno resta valido. La fermezza di questi disegni è testimoniata anche dalla ricerca di consensi che Mosca sta conducendo tuttora tra i partiti ancora incerti nella scelta. Massimo Conti « Una rivista cinese diffusa in Russia polemizza con le decisioni dei nuovi capi sovietici ed elenca i «partiti fratelli» che non parteciperanno al raduno - La frattura nel blocco comunista è ormai irrimediabile

Persone citate: Kruscev, Mao, Peking