II nuovo Capo dello Stato giura a Montecitorio stamane alle 11

II nuovo Capo dello Stato giura a Montecitorio stamane alle 11 II nuovo Capo dello Stato giura a Montecitorio stamane alle 11 L'ultima votazione è cominciata ieri alle 17 - L'aula era gremita, nelle tribune del pubblico molti diplomatici - Nella maggioranza dei par di gran sollievo perché si sapeva che Saragat sarebbe stato eletto - Quando passa Nenni i socialisti applaudono tra le intemperanze di a lamentari c'era aria leuni socialproletari (Nostro servizio particolare) Roma, 28 dicembre. Alle ore 18,46 un lungo vivissimo applauso dei deputati e dei senatori in piedi nell'aula di Montecitorio ha salutato il momento in cui il presidente Bucciarelli Ducei ha letto la scheda che segnava per l'on. Giuseppe Saragat il raggiungimento della maggioranza prescritta di 482 voti e faceva di lui il nuovo Presidente della Repubblica italiana. L'applauso è durato duo minuti e ha accomunato tutti i gruppi che hanno votato per Saragat. Spiccavano, ad isole, alcuni gruppi di parlamentari rimasti seduti: i socialproletari tra i socialisti e i socialdemocratici, i liberali tra i socialdemocratici e i democristiani, ìntine all'estrema destra la pattuglietta monarchica e i neofascisti. Il presidente Bucciarelli Ducei ha poi continuato la lettura delle schede. Il presidente del Consiglio, Aldo Moro, che sorridente e visibilmente soddisfatto aveva seguito io spoglio sulla parte alta del settore destro della de, si è alzato e si è recato al banco del governo insieme a numerosi ministri (Taviani, Bo, Tremelloni, Pieraccini) e a molti sottosegretari. C'è stata allora dai banchi missini qualche protesta di cui non si è all'errato il senso; Bucciarelli Ducei è subito intervenuto richiamando all'ordine i disturbatori. La lettura delle schede è terminata col nome di Saragat alle ore 18,56. Per il controllo sono bastati cinque minuti. Alle 19,01 il presidente ha comunicato i risultati: Presenti 937 Votanti 927 Astenuti 10 Maggioranza 482 Hanno ottenuto voti: Saragat 646 (Nuovamente i parlamentari si sono levati in piedi — democristiani, socialdemocratici, repubblicani, socialisti o comu- nisti — e hanno a lungo applaudito, mentre gli altri gruppi restavano ostentatamente seduti). Bucciarelli Ducei ha continuato: Martino 56 De Marsanich 40 Paolo Rosai 7 Voti dispersi 24 Schede bianche 150 Schede nulle 4 E ha aggiunto: « Proclamo eletto presidente della Repubblica l'on. Giuseppe Saragct». L'applauso si è rinnovato, questa volta, ancora più intenso, mentre si alzavano in piedi — essendoci ormai l'annuncio ufficiale — anche i so¬ cialproletari e, dopo qualche esitazione, i liberali e una parte dei missini. I monarchici soli restavano seduti insieme a qualche parlamentare del msi. Ma appena cessava il battimano, il segretario del partito monarchico Covelli si alzava in piedi con gesto teatrale e gridava « Viia la monarchia». Gli faceva eco un coro di indignazione. Ma l'onorevole Covelli, sbracciandosi, continuava ad alzarsi e a sedersi con un dito levato in aria gridando « Vira il re, viva il re ». Poi le sue grida incomposte sono state coperte dai commenti e ai è sentita la voce del segretario della Camera che leggeva il verbale della seduta e della ventunesima, risolutiva, votazione. Sono state ripetute le cifre « l'annuncio dell'elezione di Saragat, c'è stato ancora un applauso e l'assemblea ha gridato « Viva la Repubblica ». Il presidente ha quindi annunciato che si sarebbe recato dal Presidente della Repubblica per comunicargli ufficialmente l'esito della votazione e per consegnargli copia del processo verbale. Poi informava che la seduta comune delle Camere per il giuramento del nuovo Capo dello Stato si terrà domani alle ore 11. Ha così avuto termine, al tredicesimo giorno (sì era cominciato il 16 scorso) e alla ventunesima votazione, la lunga travagliata vicenda dell'elezione presidenziale, la più difficile dalla costituzione della Repubblica. La giornata si era aperta in un'atmosfera stranamente depressa. I parlamentari giungevano a Montecitorio bagnati e infreddoliti. Su Roma, dalle prime ore della notte, infuriava una vera tempesta, con spruzzi di neve, violente grandinate e poi rovesci di acqua gelata, resa sferzante da un forte vento del Nord. Nel «Transatlantico- era diffusa la consapevolezza che la soluzione stava per essere agguantata, era matura, occorrevano solo le ultime mosse risolutive: la decisione comunista e quella democristiana, dopo l'appello di Saragat < a tutti i gruppi democratici e antifascisti » perché sostenessero la sua candidatura. Ma proprio per il senso della imminente soluzione, tutti erano adesso più cauti. AUa speranza della grande maggioranza dei parlamentari (e quella di oggi è stata fino a tutto 11 pomeriggio soltanto la < giornata della speranza ») era unita la preoccupazione per la gravissima situazione che si sarebbe creata se la conver¬ genza su Saragat non si fosse verificata. L'on. La Malfa, che aveva offerto uno spunto risolutivo invitando tutti i gruppi a decidere « in modo autonomo » di votare per Sai-agat, evitando l'insormontabile difficoltà di dirette negoziazioni, appariva nervoso e preoccupato. «.Aspettiamo pazientemente» diceva agli amici. I capi comunisti non si vedevano. Numerosi invece i socialisti. Essi, nella nottata, avevano fatto il gran sacrificio, dichiarandosi disposti a rinunciare alla candidatura di Nenni per tornare ad appoggiare Saragat. Si aveva notizia dell'incontro notturno tra Nenni e Saragat, dell'abbraccio tra 1 due esponenti socialisti che aveva cancellato il disagio creatosi negli ultimi due giorni quando i loro due nomi erano risultati appaiati in una sterile gara di supremazia. I lombardiani avevano a loro volta abbandonato l'orientamento favorevole a Fanfani ed enumeravano le ragioni che motivavano la loro decisione d: sostenere Saragat. Lombardi, Giolitti, Codignola erano concordi, con varie espressioni, nel dichiararsi contenti che alla fine stesse prevalendo una soluzione politica. Si scherzava poco e le poche battute erano amare. Entrando nel palazzo i parlamentari avevano trovato chiuso anche il secondo corridoio che porta dall'atrio al «Transatlantico». « Pericolo di crollo > avvertivano gli ingegneri di Montecitorio. «Se ?ioh facciamo presto, ci dovremo trasferire all'aperto » ha commentato un deputato. Sul tardi, mentre terminava l'appello della ventesima votazione (cominciata alle 10 in punto), arrivava Nenni. Si fermava solo il tempo di votare e andava via. Si apprendeva poi che sua moglie, la signora Carmen, era stata colta da malore. Per questa ragione, Nenni anche alla seduta conclusiva appariva solo per il voto e poi si ritirava per tornare a casa. In serata si apprendeva che le condizioni della signora Nenni erano nettamente migliorate e non destavano preoccupazioni. Il ventesimo scrutinio ripeteva i risultati del giorno prima, salvo un calo di voti per Saragat e un aumento di quelli per Nenni, modeste varianti alle quali nessuno era più disposto ormai ad attribuire un significato politico: Presenti e votanti 932 Maggioranza 482 Hanno ottenuto voti: Nenni 385 Saragat 323 Martino 59 De Marsanich 40 Fanfani 7 Paolo Rossi 7 Voti dispersi 11 Schede bianche 100 I voti dispersi erano stati così attribuiti: quattro a Merzagora e a Leone, uno a Pella, Piccioni e Pastore. I liberali e 1 missini avevano votato per '. loro candidati di bandiera, l sette monarchici, i cinque repubblicani e un rilevante numero di dissidenti democristiani avevano imbucato scheda bianca. Risultavano non votanti 31 parlamentari: i due presidenti, dodici democristiani, tre monarchici, due missini, quattro socialproletari, due comunisti, due socialdemocratici (compreso Saragat), un liberale, due socialisti, il valdostano Caveri. Nell'intervallo pomeridiano la situazione finalmente si sbloccava: i comunisti avevano deciso di votare per Saragat, i democristiani non muovevano obiezioni, risultava assicurata al leader socialdemocratico una larga massa di voti, capace di annullare tutte le interne dissidenze dei vari gruppi. Alle 16,30, mezz'ora prima dell'inizio della ventunesima votazione, il « Transatlantico > già sapeva che Saragat era praticamente eletto. Si notavano volti scuri, ma la larga maggioranza dei parlamentari si mostrava contenta, in tutti un senso di sollievo. La Malfa era festeggiatissimo, L'on. Armato (de) lo ha incrociato esclamando: «.Ecco il vincitore». E Carlo Levi: «Sembraivi tutto un errore il tuo, ma devo riconoscere che hai avuto ragione nel sostenere tenacemente Saragat ». La | Malfa ha risposto: « Dobbiamo essere contenti che alla fine una linea politica ha trionfato di tutti gli intrighi, cos'i come avvenne nel 191)6 per la nascita della Repubblica». Contento anche l'on. Amendola, che ha vinto nel suo partito la lotta contro i gruppi che preferivano Fanfani a Saragat. «Per alcuni di noi — egli ha detto — poteva essere questione ai simpatia, tra Nenni e Saragat. Ma siamo soddisfatti che si sia trovata una soluzione politica con l'elezione di un esponente della sinistra». Alle 17, quando cominciava l'appello per la ventunesima votazione, l'aula era gremita, nelle tribune del pubblico, dei diplomatici, dei familiari dei parlamentari, anche gente in piedi. Dai settori della stampa le macchine della televisione e Sals Alle 19,01 il presidente Bucciarelli Ducci ha letto i risultati della ventunesima votazione: Present! 937 xtstenuti 10 Votanti 927 Maggioraiiza 482 SARAGAT 646 MARTIN© 56 DE MARSAN1CH 40 ROSSI PAOLO 7 Voti dispersi 24 Sclieile bianche 150 Seliede iiulle 4 Dopo aver letto i risultati, accolti dall'Assemblea con un lungo e prolungato applause, il presidente Bucciarelli Ducci ha detto: «Proclamo eletto presidente della Repubblica Ton. dott. Giuseppe Saragat».

Luoghi citati: Pella, Roma, Ton