I due fratelli De Chirico dalla genialità alla monotonia

I due fratelli De Chirico dalla genialità alla monotonia t ARTE ED ARTISTI I due fratelli De Chirico dalla genialità alla monotonia Decine di pittori e scultori nelle mostre aperte oggi a Torino Un nuovo slogan natalizio è «comprate quadri, regalate quadri », e perciò le mostre si moltiplicano, ogni pittore, ogni gallerista spara le sue -riserve, non ci si salva più dalla pittura, che con cotesti incitamenti ci faranno detestare: come se la scelta di un quadro, da godere a lungo appeso al muro, non fosse un fatto tutto personale, il frutto di una meditazione appassionata. Segnaliamo, di conseguenza, nell'impossibilità di recensirle, alcune delle mostre aperte in questo scorcio d'anno. Anzitutto la consueta esposizione natalizia del «Circolo degli artisti », un centinaio d'opere dei soci riuniti in una simpatica festa di famiglia che schiera sulle pareti firme notissime e trova sempre lieta rispondenza in un pubblico diffidente delle avventure artistiche troppo arrischiate. Poi nel * ridotto » della galleria Codebò una selezione di peintres du dimanche (se n'è inaugurata giorni addietro un'altra a Biella e ne abbiamo su questo giornale ampiamente parlato) rappresentati da Allegretti, Cappuccio, De Angelis, Metelli; nel « Centro internazionale di ricerche estetiche » opere della pittrice Takako Idemitsu che Michel Tapié addita agli amatori con poche righe in tono oracolistico; « Al Ponte », cioè in corso Regina Margherita 72, è attiva la « Associazione nuovi pittori *; nella galleria * San Diego» (via delle Orfa ne 7) c'è un gruppo di pittori lombardi. Li. V Bartolini, Bon tempi, Castellani, Labò. Polesello; a « Il punto », dove nella sala superiore Mario Castagneri presenta limpidi paesaggi, continua la riesumazione del -i Secondo Futurismo ». questa volta con collages di Pippo Orfani; nella galleria i Viotti » una personale del giovane palermitano Filippo I Panseca, impegnato a far rinascere cautamente e larvata ! mente, dice la presentazione figure umane e scorci di paesaggio. Continuiamo l'elenco con la « Mostra della tavoletta e del bronzetto» (prezzo fisso: 40 mila lire per i dipinti, 60.000 per le sculture) allestita presso il «Piemonte artistico »; alla galleria « Boterò » bronzi e argenti, disegni e gioielli più o meno astratti di Franco Ru figliano commentati da Filip po Scroppo; a « La Scaletta . di corso Vittorio Emanuele 98 Pitture di Guido Codagnnne che replicatamente espose a Torino con successo Una settantina di pittori e scultori torinesi hanno generosamente donato lavori riuniti in via Principe Amedeo 16. per con tribuire con la loro vendita all'adattamento della nuova sede della Camera del Lavo ro. Altri 47 artisti, all'insegna di «Regalatevi un quadro», presentano opere nel porticato interno del Palazzo San Paolo: e la galleria «L'Approdo» ha organizzato un «Omag gio alla natura morta-- con 33 dipinti di conosciuti autor: da Funi a Gazzera da Tozzi a Tornea Un punto d'arrivo notevn le ci sembra segnato da Gui do de Bonis coi disegni e i dipinti raccolti nella saletta «Dantesca» della libreria Fogola. Giustamente, per esaminarli, Renzo Guasco muove dal Tempo dell'Art Xouveau (ci rifacciamo al titolo dell'interessante libro di Italo Cremona, ora uscito e tempestivamente recensito da Ragghiane su La Stampa). Molto Liberty, infatti, c'è nell'immaginare e nel fare del de Bonis, ma aggiornato da un gusto vivacemente attuale che tien conto anche di esperienze recentissime, sì che fra il « floreale » convinto di un Bistolfi e quello un po' ironico del giovane pittore si avverte, implicitamente, un gioco dialettico che alterna l'adesione con la critica. E veniamo, nella galleria « La Bussola », ai due personaggi maggiori della sce-ì na artistica torinese di que- ì sti giorni: a Giorgio De Chi-! rico vivente ed operante, e ad Alberto Savlnlo morto nel 1952. Se Giorgio ha orgogliosa-1 mente proclamato: «Ciò chej ho tentato in arte nessuno lo tentò prima di me», il fratel-1 lo Andrea, che firmava Alberto Savinio, diceva d'essere, «l'artista più libero, più ricco| di mezzi, più completo». A1 parte l'immodestia, c'è un piz- j zico di verità in queste affermazioni, almeno relativamente all'arte dei tempi moderni:! De Chirico è l'inventore della ; pittura metafìsica del nostro secolo (ve ne sono dei precedenti nei secoli passati) e Sa-1 vinio può vantare una vena fantastica forse più ricca e varia eli quella dei più famosi ' surrealisti. L'originalità di entrambi è indiscutibile, ma l'originalità è irripetibile, e ba¬ ti 111 ni t j 1111111111111 > il i ii n il ■ 111111 li 11111 ■ 111 il 11 sta una forzatura minima a renderla tediosa. Ecco perché un quadro paradossale o grottesco di Savinio può essere entusiasmante se contemplato isolato, mentre da una dozzina di suoi quadri, come nel caso presente, nasce un senso di noia e di monotonia. Quanto a De Chirico, si sa come la sua «trovata» (il «Manichino») sia stata di breve stagione; e la prova ne è — qui visibile — che le tarde ripetizioni del maestro appaiono afflosciate, prive di nerbo come delle fiacche copie. Cento volte meglio il suo romantico Cavaliere nel bosco. mar. ber. ■•■■■■■■■■■■■■iiiiiiiiiiiiiianiiiiiiKiiiiiit iiim

Luoghi citati: Biella, Piemonte, San Diego, San Paolo, Torino