La Banca d'Inghilterra interviene per sostenere i titoli dello Stato

La Banca d'Inghilterra interviene per sostenere i titoli dello Stato La Banca d'Inghilterra interviene per sostenere i titoli dello Stato Ieri in Borsa, dopo tre ore di continui ribassi, l'Istituto di emissione ha annunciato di essere pronto ad acquistare tutti i valori pubblici disponibili - La caduta si è fermata, ma le quotazioni non hanno ricuperato il terreno perduto - Nuovi motivi di inquietudine per la sterlina (Dal vostro corrispondente) Londra, 17 dicembre. La posiziono della sterlina è di nuovo motivo di inquietudine. Sarebbe errato riparlare di crisi o di un grave indebolimento: ma — come dice il Financial Times — la valuta britannica è da qualche giorno trattata « con esitazione > sui mercati esteri. La sterlina «a pronti» è abbastanza stabile, ma le quotazioni a termine devono essere sostenute da acquisti da parte della Banca d'Inghilterra. Il fenomeno è tanto più deludente in quanto non è passato neppure un mese rial colossale credito di tre miliardi di dollari e dal prelievo dal Fondo monetario internazionale di un altro miliardo di dollari. Oggi, la Banca d'Inghilterra è intervenuta anche per sorreggere in Borsa i titoli di Stato. Non avveniva da anni. Appena aperte le contrattazioni, i valori statali diminuivano di parecchi punti. Dopo tre ore, visto che la caduta continuava, il rappresentante della Banca d'Inghilterra presso lo «Stock Exchange» annunciava d'essere pronto a comprare tutti i titoli pubblici disponibili. Alcuni grossi acquisti bastavano a fermare la discesa ed a risollevare le quote, ma soltanto pochissimi valori tornavano al livello rii ieri. La diagnosi di questo malessere non è diffìcile. Come ammettono ufficiosamente gli stessi funzionari governativi, la «crisi di fiducia» non si è ancora dissolta. Ieri, veniva anzi acutizzata (ed ecco il motivo dell'odierno slittamento dei titoli di Stato) dalla bilancia commerciale di novembre. Le cifre rivelavano che, nonostante l'imposizione alla fine d'ottobre della soprattassa del 15 per cento sulle importazioni, gli acquisti dall'estero avevano continuato ad aumentare. In ottobre, le importazioni superarono le esportazioni di 02 milioni di sterline: il mese scorso, di ben 103 milioni. Si attendono ora con impazienza e apprensione le statistiche di dicembre. Se saranno scoraggianti come quelle di ieri, sorgeranno forti dub'-i sull'efficacia della soprattassa. Il redattore finanziario del foglio londinese della sera Evening Standard esamina oggi questa situazione e scrive che la Banca d'Inghilterra deve ancora « lottare duramente » per impedire alla sterlina di «riammalarsi». « La sterlina — leggiamo — ad onta del massiccio aiuto estero, non è in condizioni floride. Gli stranieri la guardano ancora sospettosi. Neppure il tasso di sconto al 7 per cento sene da calamita. Prevale la cautela». Tale prudenza è condivisa — secondo VEvening Standard — dagli stessi uomini d'affari inglesi, i quali preferiscono comprare valuta estera per i loro impegni a termine. Il giornale conclude: < Nessuno pone in dubbio i pregi dei piani a lunga scadenza, e l'accordo di principio, firmato ieri, sulla politica dei redditi, dei prezzi e della produttività, ha fatto buona impressione; ma il tempo corre, e, per febbraio, al più, tardi, i nostri creditori stranieri vorranno vedere qualche risultato. E' da sperare che, per allora, il deficit nella bilancia dei vagamenti sia notevolmente diminuito. In ciuci mese, il credito temporaneo di tre miliardi di dollari dovrà essere iti gran parte rinnovato, e difficilmente Wilson riceverà Nitori aiuti se non mostrerà qualche sostanziale progresso, o, in caso negativo, se non prometterà di ridurre con maggiore vigore la domanda interna». m. ci. In 6 mesi 445 società Usa hanno aperto uffici all'estero Metà delle iniziative americane oltremare sono assorbite dall'Europa occidentale (Nostro servizio particolare) New York, 17 dicembre. (a.) Dallo studio di una importante ditta di consulenza economica di New York risulta che nei inumi sei mesi di quest'anno ben 415 società americane rii varia importanza hanno aperto proprie succursali o agenzie all'estero. La massima parte rii esse ha aperto stabilimenti rii produzione o uffici di vendita, mentre le altre hanno concluso accordi per lo sfruttamento di propri brevetti o hanno ampliato succursali precedentemente istituite. Il numero costituisce un record senza precedenti. Lo studio mette in evidenza come molte rii queste ditte si siano avventurate con le loro succursali estere anche in campi estranei o comunque diversi dai settori della loro attività in America. L'Europa occidentale as¬ sorbe una buona metà di tutta l'attività estera rielle imprese americane, mentre il resto si svolge nell'America del Sud (26 9r), in Asia (16%), in Africa (3%) e in Oceania (5 %). dal novembre '63 al novembre '64, del 5%. Anche il volume degli affari è andato espandendosi, per quanto in misura limitata. I titoli più trattati durante l'anno sono stati in primo luogo i metaniferi, seguiti dai titoli siderurgici, dai chimici e dagli automobilistici. Il valore di tutti i titoli quotati nelle Borse germaniche è di ottantotto miliardi di marchi (circa 13.500 miliardi di lire), con un aumento del 5 % sul valore medio giornaliero del 1963. Durante l'anno in corso si sono avute nuove emissioni azionarie per un miliardo e 100 milioni dì marchi. Le Borse tedesche salite del 5% in dodici mesi (Nostro servizio particolare) Francoforte, 17 dicembre. (s.) La Commerzbank ha pubblicato la sua analisi annuale dell'andamento delle Borse germaniche. L'indice delle quotazioni, calcolato dalla Commerzbank su sessanta titoli primari, è salito, 1111111111111111 [ 1111111111 II 11111 II ! 11 111M11111111T11M ( ] 111M11 i 111 [ 1111t 1111 i F111} 11 i I I} 111M111 ( I