Barbare usanze e pregiudizi in un processo a Torino

Barbare usanze e pregiudizi in un processo a Torino Barbare usanze e pregiudizi in un processo a Torino Sposata da due anni uccise il marito perché non erano mai vissuti insieme L'imputata, ventottenndi rivoltella - La coppila ragazza al cinema E' cominciato ieri all'Assise di Torino (presidente Moscone, p. ni. Bonn cane. Santostefano) il processo contro Filomena Selvatico di 28 anni, la giovane lucana che uccise il marito Angelo Le Noci sparandogli quattro colpi di pistola. Il delitto avvenne la sera del 9 marzo scorso, in via —mcsarsAlessandria, nei pressi della;tintoria dove la donna lavorava. I due vivevano separati e il marito dopo aver tentato di ottenere l'annullamento del matrimonio, si era recato ad attendere la moglie per definire i loro rapporti e riacqui- i stare ;a propria libertà Angelo andò all'appuntamento, con la sua « 500 », e rimase ucciso. Fu la fatale conclusione di un matrimonio che era nato sotto il segno di pregiudizi atavici e di usanze medioevali. Lui era di Venosa, lei di Lavello due paesi in provincia di Potenza. Si conobbero nel 1959, quando il Le Noci, che già si era trasferito a Torino e lavorava alla Fiat, tornò al paese per una breve vacanza. In quella occasione il giovane si interessò di Filomena, le parlò e l'accompagnò un paio di volte al cinema. Tanto bastò per scatenare le dicerie di tutta la contrada. Filomena era « compromessa » e Angelo fu costretto a sposarla, minacciato dai parenti di entrambe le famiglie. Le nozze furono celebrate il 31 dicembre 1961, ma per un'altra barbara usanza loca le gli sposi rimasero separati. Avrebbero dovuto cominciare la convivenza a Pasqua. E invece non la cominciarono mai, il matrimonio non fu consumato. Angelo cominciò le pratiche per l'annullamento e Filomena raggiunse Torino nella vana speranza di unirsi finalmente al marito. Secondo l'accusa (i parenti del Le Noci si sono costituiti parte civile con il patrocinio degli avv. Quaglia e Noya) Fi lomena si decise ad uccidere quando capì di aver perso irrimediabilmente il marito. Non poteva lasciar passare l'affron to che. secondo la mentalità paesana, la « disonorava ». La Selvatico, difesa dagli avv. Disgrosso e Guidetti Ser ra, è una donnetta insignificante, con scarse attrattive. E cresciuta in un ambiente severo e retrogrado, ha esperienze e orizzonti limitati. Appena giunta a Torino si senti sper duta e atterrita dalla grande città, dagli usi e dai costumi così diversi dai suoi, trovò al loggio presso le suore della Sacra Famiglia, in via Soana 37. Davanti ai giudici si mostra timida, esitante. Racconta il fatto sommessamente. Selvatico — Mio marito mi aveva telefonato dicendomi che sarebbe venuto od aspettarmi all'uscita dal lavoro, alle 19,20, per parlare. Ormai era con vinto che non avrebbe ottenuto l'annullamento, anche perette io mi ero sempre opposta. Quando uscii dalla lavanderia vidi la macchina di Angelo le ina presso il marciapiede e mi avvicinai. Egli spalancò la por fiera e. puntandomi una pi stola, mi disse: « Lasciami li bero, altrimenti ti ammazzo ». Istintivamente afferrai l'arma, gliela strappai di mano e sparai Presidente — Come ha fatto a impadronirsi della pistola? Era piuttosto difficile, tanto più che lei aveva un pacco in una mano e la borsetta nell'altra. Selvatico — Avevo sul brac ciò un involto contenente un soprabito, che avevo appena stirato, e la borsetta era pure infilata nell'altro braccio Le mani erano libere. Come ho fatto non so: tutto accadde in pochi secondi. Presidente - Ma perché ha sparatot Ormai suo marito, ancom seduto nell'auto, non aveva più la pistola e quindi non la minacciava più Selvatico — Ho avuto pan ra. Se fosse riuscito a riprendersi l'arma avrebbe sparato a me Presidente - ;?i istruttoria lei ha detto, invece, di * aver fatto fuoco volontariamente, per paura, ma anche per rab bia» E infatti I volpi raggiunsero suo marito al cuore, al fegato e nnn addirittura alla schiena Selvatico - No, ho sparato solo per paura Presidente - E la pistolaf E' proprio sicura di averla strappata di mano a suo marito? Non la impugnava lei, nascondendolo sotto il pacco del soprabito? Selvatico - lo non ho mai avuto armi Di chi è la pistola? E' uno dei punti-chiave della causa, che l'istruttoria non ha potu to risolvere La donna sostie ne ohe era del marito, mentre i parenti del morto afferma no concordemente che Angelo Le Noci era disarmato « Non sapeva com'era fatto una pistola ha detto una delle sorelle -; Angelo non aveva nemmeno tritio il i*rri»in militare » Il primo de- testiinun -tu che in veste di parte civile e il padre dell'ucciso Alfonso Le Noci, « Mio figlio — dice vztf e, è nativa di Potenza a era stata costretta a due volte - L'uomo d — non voleva saiierne di quel matrimonio. Sono stato io a costringerlo a sposare Filoninna Selvatico. " La devi sposare, ali dissi, altrimenti ti ammazzo". I parenti della ragazza volevano fare uno scandalo ». Il gruppo delle so-ille di Angelo è sconcertante. Sono tutte vestite di nero, con il velo in testa Un lutto che non Unisce mai. La più anziana, Principia, reca sul petto, come una medaglia, la miniatura di Angelo incorniciata d'oro. Antonietta che ospitava il fratello a Torino, dice: «Era sempre la Selvatico che telefonava ad Angelo. So anche che pretendeva da mio fratello 3 milioni per rendergli la libertà, ma Angelo le rispose: " Io lavoro, non vado a rubare. Ci potremmo intendere sulle ~>00-600 mila lire"*. Precisa la testimonianza di Mauro Agliano, un giovane postino amico dell'ucciso. Egli accompagnò il Le Noci all'appuntamento con la moglie, ma scese dalla macchina un isolato prima. «Non'volevo essere presente a discorsi strettamente privati ». L'Agliano aggiunge: « Udii ì quattro colpi e vidi la Selvatico chinata verso la macchina, attraverso la portiera aperta. Poi il mio amico, ferito mortalmente, scivolò dal sedile e fin) sul marciapiede. Anche l'altra porta si era spalancata. Mi precipitai verso di lui e raccolsi la sua ultima parola, in dialetto. Aiutami", mi disse. Quando arrivammo all'ospedale era già morto ». Il processo continua stamane, g. a. iii)iiii[!!)i:tiiibiii:i:L]iii:Lii]]LSMiiij!LiLiii[iiiiiiii Mandò 400 - Nel marzo scorso, per strada, sparò al consorte quattro colpi lle nozze dai familiari perché il giovane aveva accompagnato esiderava la separazione: sul contrasto nacque la tragica lite L'imputata Filomena Sel iiiiMiiii ii!i!MiiiiiiiiiiitiriiiiiiiMiiriiiii[iiiit mila prigion vatico durante l'udienza in iriiiiiiiifiiiiiiiiiitii3iijiiiiijiiiiiiiiiiiiriiiiriiiiiiiii nieri nelle ca Corte d'Assise a Torino iiiiiiiTiiiiiit[iiiMiiiiiiiiiiiii ili iiiiiiiit mere a gas