Slanci di rinnovamento nella vita della Chiesa

Slanci di rinnovamento nella vita della Chiesa Slanci di rinnovamento nella vita della Chiesa La Controriforma o l'attuale Concilio: tempi diversi con caratteristiche comuni Tra il 1530 e il 1580, carità»; Confraternite cilio Vaticano II, si a 11 Concilio Vaticano II ha dato luogo ad una letteratura d'occasione. Direi che in una futura storia letteraria italiana questi anni saranno considerati una svolta: il ritorno nel filone dei libri diffusi, quelli che formano l'opinione pubblica, di argomenti religiosi, dopo un lunghissimo periodo in cui letteratura su tali argomenti coincideva con libri chiesastici, di assoluta ortodossia, riservati ai credenti che non avevano bisogno di essere convinti. In questa letteratura sul Concilio poco posto trovano peraltro i raffronti con altri momenti di grande rilievo nella storia della Chiesa. Dirci così, senza ricorrere al troppo abusato termine di crisi : la storia della Chiesa come di molte altre istituzioni può rappresentarsi come un fiume con pendenze disuguali, sicché a tratti l'acqua ristagna, a tratti assume andamento torren tizio. Avrei desiderato che questi libri insistessero di più nel confronto con gli altri momenti della vita della Chiesa, dove si ebbe anahy go ritmo: in pochi anni mo dificate molte cose che erano rimaste immutate per secoli. Uno di questi fu certo la Controriforma, gli anni intorno al Concilio di Trento (tra il Sacco di Roma ed il 1580, all'incirca) : che terrei ben distinti dal periodo stagnante del Seicento, sicché non parlerei a proposito della condanna di Galileo di clima della Controriforma, che già era lontana. Ripensavo a ciò visitando in questi giorni la mostra romana ( alla Sapienza, l'antica Università) Aspetti della Riforma cattolica e del Concilio di Trento: una mostra allestita dall'Archivio di Stato, con l'opera particolarmente intensa della dr. Edvige Aleandri Barletta, che ne ha pubblicato uno splendido catalogo, denso di richiami e di note critiche, con capitoli esplicativi dei singoli tratti del Cinquecento religioso che formano di per sé una bella monografia. Compaiono i santi popolari della Controriforma: Filippo Neri, Camillo De Lellis nelle varie tappe della sua vita, prima della fondazione dei ministri degl'infermi, Gaetano da Thiene, Ignazio di Loyola nelle prime difficoltà romane, ed i due generali dei Gesuiti che lo seguono. Attraverso i documenti passano i grandi prelati del tempo: Gian Pietro Carafa prima dell'ascesa al pontificato, nel periodo preconciliare Girolamo Aleandro e Gaspare Contarini, al Concilio Jacopo Sadoleto e Reginaldo Polo. L'opera di rinascita cattolica s'inizia in pieno Rinascimento. Si esplica come più immediata e spontanea manifestazione attraverso ìe Confraternite; iniziativa di laici, che attendono oltre che alla preghiera ed alla meditazione ad opere di carità, sicché da esse nascono nuovi ospedali (difficile immaginare gli squallori della Roma del Rinascimento sotto altri aspetti splendida, e le visioni di piaghe purulente, il lezzo d'infermi mai ripuliti, che s'incontrava ad ogni angolo della città). Sorge così anche un ospedale per i pazzi, che, almeno in un primo periodo, usa metodi nuovi e più umani: non catene, non percosse. Dalle Confraternite si originano pure ricoveri per i pellegrini, non più ristretti a quelli di una sola nazio ne, come n'erano sorti nel Medioevo; nasce un mona stero delle Convertite, che dà tuttora il nome ad una via nel cuore di Roma, accanto a quello che per noi è sempre il Caffè Aragno Per assicurarsi che siano convertite vere, spinte da spirito religioso e non dal bisogno, lo statuto esclude i'à le inferme, le vecchie e le brutte; mentre S. Ignazio fonderà un rifugio di Santa Marta, in cui tutte le donne che vogliano mutare vita sa ranno accolte senza discri minazioni. La rinascita cattolica si concreta altresì nella crea zione di nuovi Ordini che, T ci fu nella cattolicità un laiche e Ordini religiosi ssiste ad un'opera non al pari di quello dei Gesuiti, cercano di porre subito rimedio al grande male del tempo, i chierici che cercano benefici e prelature, con lo stabilire che i loro iscritti non potranno conseguire alcun ufficio né onore; a differenza degli Ordini contemplativi o volti agli alti studi teologici sorti nei secoli precedenti, questi nuovi vogliono attendere alla istruzione dei giovani ed alla cura degl'infermi; così i Teatini, i Barnabiti, i Fatebenefratelli, le Orsoline. Insieme si hanno le « riforme » dei vecchi Ordini, e così nascono i Cappuccini, i Carmelitani riformati. C'è anche l'opera culturale, l'edizione del Catechismo, la revisione del Breviario, e sorge in Roma la Tipografìa Camerale diretta da Paolo Manuzio. La riforma, se si vuole conservare il vecchio nome, del nostro secolo avrebbe certo problemi più vari, prospettive più ampie (oggi in iiiiiiiiiiiiimiiHiiiiiiMiiNiiiiimiiiiiiiiiiiiMi 'intensa ripresa di vita cristiana - E' il momento dei grandi «santi della nuovi presero nobili iniziative umanitarie - Ora, nel clima creato dal Con diversa di rinascita cattolica: nella fede come nella solidarietà sociale primo piano i rapporti tra la Chiesa e le religioni non cristiane, il modo di presentare il Cristianesimo ai popoli afro-asiatici), ma non del tutto diverse. Se anche non vediamo più per le strade appestati o visi sfigurati da orribili piaghe, le miserie del corpo sono presenti come allora, le stesse cure materiali non sovrabbondano e non dovunque giungono, ed i conforti che possono recarsi attraverso la parola, per le vie dello spirito, a chi soffre, sono i medesimi. Il problema delle donne perdute da cercar di recuperare è vivo corr.o nel Cinquecento. Come allora, una ripresa di vita cristiana non può fare affidamento su mezzi estrinseci, ma solo sull'esempio, che alla sua volta presuppone un rifiorire di fede, una capacità di rinuncia, di vivere i princìpi del Cristianesimo per cui occorre sacrificare quasi tutti i propri impulsi, le proprie iiiminiiiiiiiimilliiilillilllliii iiiiiitiiiiiiiii tendenze istintive, per preoccuparsi degli altri, dei compagni di via, anche di quelli che ispirano piuttosto avversione che simpatia, anche di quelli che sentiamo più lontani da noi. Il pericolo dello sfarzo, delle grandi ricchezze che col Rinascimento avevano dato a chi le possedeva anche le gioie dello spirito, quadri, arazzi, splendidi libri, oggi si è tradotto nel pericolo che incombe su tutti, della ricerca della casa sempre più comod?, dei sempre nuovi agi. Nessun cristiano confiderà nello spunto anticomunista del « da noi si vive meglio » fino al giorno in cui meglio non significherà: con più amore per il prossimo, più capacità di rinuncia, più attitudine alla meditazione, più desiderio di purificarsi. E' continuato e continua il rinnovamento degli Ordini religiosi, con la nuova forma degl'istituti secolari: la promessa di castità, po itiijiiiiiiririitiiiiiFii JiiiiiiiiiiiiiTiiiiiitiiif verta ed obbedienza, ma non l'abito, ma la vita in gran parte nel secolo, in attività comuni ai laici. E se le Confraternite appaiono istituzioni isterilite, sono sorte molteplici nuove forme del laicato, che muovono in direttive non troppo diverse dalle Congregazioni o Confraternite del primo Cinquecento. Se le strutture politiche ed economiche del mondo esteriore sono in quattro secoli profondamente mutate, nulla è cambiato nell'essenza dell'uomo, nei suoi problemi fondamentali, nelle sue angosce; nessuna rispo- qta è stata Hata afnrnhipmn sta e stata aata ai prowema fondamentale: donde veniamo, dove andiamo. Momenti di raccoglimento e di ripresa nella vita della Cattolicità, di cui uno per l'Occidente precipuo fu la Controriforma, possono essere riconsiderati, in attesa dell'ultima sessione del Vaticano n. A. C. Jemolo iiiiiiTiiiriiiiiiiiiiriiiiftriiiiiririiiifiiTitiiiTtiiiji

Luoghi citati: Barletta, Roma, Thiene, Trento