La /tosisi in gioco Le* votazioni di ieri nell'aula affollata di Fausto De Luca

La /tosisi in gioco Le* votazioni di ieri nell'aula affollata La /tosisi in gioco Le* votazioni di ieri nell'aula affollata Roma, 17 dicembre. ] cSul nome di Fanfani è ] pconfluito questa sera un pri mo blocco di voti « esterni », datigli dai parlamentari del psiup che hanno abbandonato la candidatura di Malagugini sostenuta dimostrativamente nei primi giri di scrutinio. I socialproletari si sono mossi in aiuto di Fanfani, probabilmente per non essere preceduti da gruppi della destra: oggi infatti si aveva la sensazione che i missini stessero per compiere a propria volta una conversione analoga, mentre Lauro e alcuni monarchici napoletani votavano per Fanfani già da ieri. E' apparso quindi urgente caratterizzare la candidatura di Fanfani come di sinistra, per agevolare l'eventuale spostamento dei voti comunisti a suo favore. Leone intanto ha perso una trentina di voti. Dalla quota dei 319 raccolti nel la prima votazione, è sceso a 301 nella seconda, 298 nella terza, 290 nella quar ta. E' da immaginare che siano affluiti gradualmente a Fanfani che a propria volta ha progredito da 18 a 53 a 71 per arrivare a 117. Facendo i calcoli, se gnando a profitto di Fanfa ni quella quindicina di voti originariamente dispersi fra Taviani e Sceiba, più i 36 conferiti in blocco dai socialproletari più quelli per duti, come si è detto, da Leone, i conti tornano, approssimativamente. Con anche maggiore esattezza si può dire che il candidato ufficiale della de si trova in crisi, e il significato di questa battaglia elettorale appare quindi evidente: è una occasione colta da varie parti per ottenere una rottura nell'interno del partito di maggioranza. La lotta è contro il gruppo dirigente moro-doroteo, attaccato da Fanfani con l'impeto che egli pone in tutte le sue imprese. Richiamato all'obbedienza verso i deliberati del partito, avrebbe risposto di non poter ritirare una candidatura che ufficialmente non ha mai avanzato. Anche Gronchi, nel 1955, in circostanze analoghe aveva risposto nello stesso modo al segretario del suo partito, che era allora Fanfani per l'appunto; il precedente illustre sembra potersi consolidare a costituire una prassi, che assai semplicemente si chiama indisciplina. Di questa, che è purtroppo caratteristica della de, sinistra e destra sono naturalmente tentate di approfittare La posta in gioco, per gli estranei, non è difatti un mutamento dei rapporti in terni di forza tra le varie correnti democristiane, ben sì una crisi di quella for mula di centro-sinistra che a suo tempo Fanfani ha di chiarato non irreversibile. Fino a questo momento il candidato dei partiti alleati alla de, l'onorevole Saragat, si è mantenuto saldo sulle sue prime posizioni, ma è chiaro che la formula sarà salvata solo a condizione di un accordo fra i cosiddetti laici e i moro-dorotei [ sostenitori di Saragai non credono opportuno per ora trattare un compromesso perché in questo momento è il loro candidato quello che « tiene » meglio a pa> i-agone del candidato parallelo concorrente; ed esita, per ora, anche la de perché in questo momento il suo potere contrattuale, per esprimerci nel linguaggio dei sindacalisti, è indebolito. I due raggruppamenti di csfcdpsbdrpqV centro-sinistra contiàuano pertanto a sorvegliarsi a vi cenda, e nel frattempo si sviluppa l'operazione Fanfani. Pareva stamattina che i comunisti fossero sul punto di gettare sulla bilancia il peso dei propri voti. Li'Unità si era scoperta in modo abbastanza evidente a favore di Fanfani, che è il candidato preferito di una corrente del partito che fa capo al direttore dello stesso quotidiano, Mario Alicata. Vi sono state molte proteste; tuttavia nel pei è forte anche una corrente contraria a Fanfani, e alla fine ha prevalso un più prudente consiglio di Longo. Contro le impazienze di Alicata, i comunisti hanno deciso di continuare ad aspettare, per rendersi conto esattamente delle forze di cui Fanfani può disporre all'interno della de. Nel quarto giro hanno pertanto votato ancora per Terracini, lasciando volentieri che i socialproletari andassero come una pattu glia in avanscoperta. Come il pei valuti adesso i risultati della sortita non è chiaro. Si dice che il pei si attendesse un'affermazio' ne migliore da parte di Fanfani: detratti i voti del psiup, appare infatti che Fanfani conta su ottanta voti, circa, nell'interno del¬ B11111111111111111M11 ! 1111M111111111 ì 111111MI i 1111 la de, mentre se ne calcolavano necessari dai 110 ai 120 perché il pei si risolvesse alla conversione. Se domani Fanfani non dovesse raggiungere la quota considerata di sicurezza, i comunisti potrebbero rinunciare ad impegnarsi sul suo nome, e muterebbero tutte le prospettive di accordi interpartitici. Oggi si è avuta anche un'altra piccola sortita, quella di Pastore che ha raccolto 12 voti. Dato il modesto esito, i sindacalisti democristiani hanno negato di aver voluto compiere una qualsiasi azione dimostrativa, dichiarando affatto casuale il pronunciamento di pochi amici a sostegno del|*Mgtanqg—Frleader di « Forze nuove Sia o no credibile l'affermazione, resta il fatto che manca ogni elemento di giudizio sulle reali possibilità di Pastore come terzo uomo per uno scioglimento della contrapposizione fra Leone e Saragat, e quindi il campo delle voci che continuano a correre per identificare l'eventuale terzo uomo rimane vasto anche stasera. Se ne hanno a favore di Merzagora, di Piccioni, Taviani, Bucciarelli-Ducci, gli stessi, insomma, della vigilia, dopo pLgsquattro scrutini in due gior-|nate di votazioni. \ [ Vittorio Gorresio [ 111111111 ; ! 111111M11 i 1 > 11111111111111T11 i 11111111111 f 1 *foni prospettive sicure, così n (Nostro servizio particolare) Roma, 17 dicembre. Ne alla terza né aliti quarta votazione c'è stata oggi a Montecitorio l'attesa schiarita per la scelta del nuovo Presidente della Repubblica. La giornata di oggi segnava il passaggio dalla, maggioranza dei due terzi richiesta ancora per la terza votazione (61,2 voti) alla maggioranza assoluta (1,82) utile per l'elezione dalla Quarta votazione in poi. Ma, anche se nella terza è continuato il calo dei voti per Leone mentre crescevano quelli per Fanfani, anche se nella quarta c'è stata la prima, significativa conversione di voti — quelli del psiup confluiti su Fanfani — il risultato è stato bianco, né si potevano scorgere sulla base di queste indica- presidente dell'Assemblea, on Bucciarelli Ducei, ha indetto per il pomeriggio di domani, alle ore 16, la quinta votazione. La convocazione degli elettori del Presidente per le 16 dice chiaramente che domani sera ci potrebbe essere, se necessaria, anche una sesta votazione. Il carattere particolare della giornata ha trovato riscontro nell'interesse del pubblico che, scarsissimo fino a stamane, ha finito invece per affollare completamente le tribune nel corso della serata. Anche nell'aula non c'è più la confusione di ieri: specialmente durante lo scrutinio c'è silenzio e ordine perfetti, i parlamentari stanno |((j banc'fej e oonteggiano ; vofì \per j candidati. Per brevità, si [contavano solo i voti per Fan- 1 ■ 1111 ■ 11 f 1111111M11111111111 1 111111J11111111 • 1 RISULTATI Dl TUTTI GLI SCRUTINI MERCOLEDI' IERI 1* votaz. 2* vote;:. 3* votaz. 4' votaz. Presenti .... 941 944 948 943 Votanti . . . . 933 938 942 937 Astenuti .... ; 8 6 6 6 Maggioranza . . 642 642 642 482 LEONE G. . . . 319 304 298 290 TERRACINI ... 250 251 253 249 SARAGAT ... 140 138 137 138 FANFANI ... 18 53 71 117 MARTINO G. . . 55 56 56 54 DE MARSANICH . 38 36 38 41 MALAGUGINI . . 34 36 36 — TAVIANI ... 11 8 5 — SCELBA .... 6 6 2 1 PASTORE ... 1 1 1 12 Voti dispersi . . 18 13 13 7 Schede bianche .39 34 32 28 Schede nulle . . ! 4 2 — — a i i e o funi: sale.' Di quanto sale? Quanti voti vengono ancora sottratti a Leonet Nel transatlantico, spruzzato di profumo e adorno di rosse stelle di Natale, animazione vivissima durante tutta la giornata. I discorsi vertono sempre sulle possibili combinazioni per i vari candidati, si fanno calcoli, si delineano prospettive politiche, si sondano le varie soluzioni. La situazione resta fluida, a qualsiasi livello, anche a quello dei leaders dei partiti, non si scopro no le carte; gli stessi comunisti, tradizionalmente noti per la loro compattezza, sono profondamente divisi e non sembrano aver fatto ancora una scelta definitiva. La cronaca delle operazioni di voto registra poche novità rispetto a ieri. Sono tornati i ministri assenti per i lavori del Consiglio atlantico: il ministro della Difesa Andreotti e il ministro degli Esteri Saragat, candidato dei socialdemocratici, dei repubblicani e dei socialisti. Entrambi so7io arrivati nel primo pomeriggio e hanno partecipato alla quarta votazione. Saragat, che nel transatlantico era stato molto festeggiato dai deputati amici, ha sostato in aula brevissimamente, ha votato ed è uscito subito. Poiché i nomi di Fanfani, Leone e Saragat, che in queste pri me giornate si presentano in gara, sono tra loro lontani ■manca l'incontro al voto che caratterizzò i nove appelli del 1962. Allora Saragat e Segni, incontrandosi, si stringevano la mano o si salutavano col capo sorridendo. Questa volta ognuno sta per suo conto. In aula, durante lo scrutinio, non si scorgono né Leone, né Fanfani, né Saragat. Nel 1962 nella tribuna riservata ai familiari dei parlamentari si notavano la signora Leone, elegantissima con un'acconciatura primaverile, e la signora Fanfani. Stavolta anche le signore sono arsenti. Alle 10,30 il presidente Bucciarelli Ducei dichiara che la seduta è ripresa e ordina l'appello. I maggiori uomini politici compaiono in aula solo nel momento in cui devono votare. Moro arriva e si siede un attimo al banco del governo su una poltrona di sottosegretari e subito intorno a lui si fa un piccolo capannello. Lo stesso accade quando entrano Leone e Fanfani. Rumor arriva a passo lesto, vota e scompare. Tutti i leaders dorotei giungono a votare solo quando viene fatto l'appello degli assenti alla prima < chiama*: c'era stata una loro riunione ed erano stati avvertiti di non tardare oltre Von. Bonomi e Von. Biasutti, entrambi infermi, vengono egualmente in aula e depongono le loro schede nell'insalatiera verde e oro. Carlo Le vi, sempre con l'occhialino, continua a fare sfoggio di ab' bigliamento disinvolto: ieri in camicia azzurra, oggi a scac chi bianchi e neri. Alle 12 l'appello è finito c comincia In scrutinio. Per quel che già si sa, tutti i gruppi sono fermi sulle loro posizioni, tutti cioè votano per i loro ctvsca1pa candidati. C'è da vedere soltanto come e di quanto < lievita» il nome di Fanfani e se scende quello di Leone. Ma le cose si fanno ehiare^soltanto alla fine dello spoglio, alle 12,1,2. Occorrono dieci minuti per il controllo, poi vengono annunciati i risultati: Presenti 948 Astenuti 6 Votanti 942 Maggioranza 642 Hanno ottenuto voti: Leone 298 Terracini 253 Saragat 137 Fanfani 71 Martino 56 De Marsanich 38 Malagugini 36 Voti dispersi 21 Schede bianchj 32 I 21 voti dispersi sono andati: cinque a Taviani, quattro a Pella, tre a Medici, due a Sceiba e a Paolo Rossi, uno a Parri, Pastore, Tapini, Piccioni e Sgarlato (deputato democristiano). Non hanno votato 13 parlamentari: i due presidenti, l'ex capo dello Stato Antonio Segni, il ministro Saragat, sei democristiani, un liberale, un monarchico, tre social-proletari. Subito dopo il presidente Bucciarelli Ducei indice la quarta votazione per le ore 18. Montecitorio si affolla molto tempo prima. C'è nell'aria un principio di nervosismo. Si afferma da ogni parie che il gioco delle parti non subirà modificazioni importanti: i comunisti sempre per Terracini, i social-proletari per Malagugini. i liberali per il presidente del partito Gaetano Martino, i missini per De Marsanichi i monarchici astenuti, psi, psdi e pri per Saragat, democristiani divisi tra Leone e Fanfani più i voti dispersi e quelli tenuti di riserva nel gruppo delle schede bianche. Ma queste assicurazioni si rivelano inesatte quando alle 10,20 comincia lo spoglio. Escono d'infilata: Terracini, Fanfani, Fanfani, Terracini, Leone, Leone, Terracini, Leone, Saragat, poi Martino, De Marsanich, ma niente Malagugini. La prima impressione risulta cotifermata nel corso dello scrutinio. Si funno i calcoli.- Fanfani ne aveva 71, più i 36 voti del psiup, fa 107: quanti ne prenderà di più? Quando Fanfani raggiunge i 90 voti c'e un brusìo in aula, che si ripete quando supera la frontiera dei 107. Alle 20,03 vengono letti i risultati: Presenti 943 Astenuti 6 Votanti 937 Magg. assoluta 482 Hanno ottenuto voti: Leone 290 Terracini 249 Saragat 138 Fanfani 117 Martino 54 De Marsanich 41 Pastore 12 Voti dispersi 8 Schede bianche 28 I dispersi sono andati: due a Tapini, uno a Sceiba, a Pao- lo Rossi, Merzagora, Elisabetta Conci, Gronchi, Parri. Oltre ai sei monarchici astenuti, non hanno votato venti parlamentari: i due presidenti, i senatori a vita Segni e Paratore, otto democristiani, due liberali, un missino, tre social-proletari, un monarchieoi un comunista. 111111M!i<111111r11111ilIf ir11 i1111! 11111111( !1111111u111r I ministri Saragat, a sinistrzione Termini dopo l'arrivo parte al Consiglio della Na Il presidente ha quindi fatto l'annuncio di rito: < Non essendo stata raggiunta da alcun candidato la maggioranza assoluta di voti dei componenti l'Assemblea, occorre procedere ad una nuova votazione che avrà luogo domani 18 dicembre alle ore iti ». Fausto De Luca 111111111111111 :ira111n!irr;11n11s11111 ! r111i ti ì i ; : i :11j a, ed Andreotti ieri alla Sta da Parigi dove hanno preso to (Tel. « Associ fi tecl Press»)

Luoghi citati: Parigi, Pella, Roma