Ferrari Aggradi: «L'accordo sui cereali è un successo per l'Italia e l'Europa»

Ferrari Aggradi: «L'accordo sui cereali è un successo per l'Italia e l'Europa» Ferrari Aggradi: «L'accordo sui cereali è un successo per l'Italia e l'Europa» Era l'ostacolo più diffìcile per una politica agricola comune - « L'integrazione economica è l'unica strada per l'unità politica » - A Bruxelles sono state riconosciute le buone ragioni del nostro Paese (Nostro servizio particolare) Roma, 16 dicembre. Reduce da Bruxelles, il ministro dell'Agricoltura Ferrari Aggradi ha illustrato oggi alla stampa il significato degli accordi raggiunti ieri in materia di prezzi dei cereali. Egli ha tenuto anzitutto a. sottolinearne l'importanza ai fini dell'unificazione economica della comunità. < L'integrazione economica — ha detto — è l'unica strada per raggiungere l'unione politica, dopo il fallimento di altre iniziative >. Nel campo economico 11 settore agricolo è il più importante: una volta risolti i problemi dell'agricoltura — a parere del Ministro — non si troveranno più ostacoli. Ora, l'avere stabilito l'unificazione dei prezzi dei cereali, significa aver risolto il problema più difficile dell'agricoltura e imboccare la strada irreversibile del Mercato comune dell'agricoltura. Passando al merito degli accordi di Bruxelles, Ferrari Aggradi ha sostenuto che la delegazione italiana è riuscita a far accettare due principi fondamentali: la < globalità > di visione di tutti 1 problemi in discussione e l'« equilibrio > fra 1 trattamenti da riservare ai diversi settori, anche sul piano finanziario. Non era perciò possibile occuparsi solo dei cereali e non anche degli ortofrutticoli, che è problema che interessa enormemente l'Italia. E' stato infatti deciso, sia pure soltanto in linea di massima, che anche per la frutta e gli ortaggi dovranno valere i criteri della pre¬ ferenza comunitaria e della protezione con dazi mobili (prelievi), già adottati per i cereali e i prodotti zootecnici. Analogamente, in virtù del principio dell'equilibrio fra i vantaggi e gli svantaggi derivanti a ciascun paese, non era accettabile un sistema di finanziamenti da parte del fondo di orientamento agricolo comunitario che gravasse quasi soltanto sui paesi prevalentemente importatori, come la Germania e l'Italia. La commissione della Cee ha finito per riconoscere le buone ragioni del nostro paese a tale riguardo, ammettendo che il contributo italiano al fondo, già fissato nella misura del 28 per cento si riduca al 18 per cento per l'esercizio 1965-66 e al 22 per cento per l'esercizio 1966-67. Ottenuta partita vinta per 1 punti fondamentali, la nostra delegazione ha ritenuto opportuno transigere per il resto, per evitare il pericolo — con un rinvio a gennaio — di rimettere tutto in discussione. Ecco perché, ha detto Ferrari Aggradi, gli accordi di Bruxelles < rappresentano un successo per l'Italia ma una grande vittoria per l'Europa >. ar. ba.