"Organizzeremo squadre mobili decentrate intorno alla città,,

"Organizzeremo squadre mobili decentrate intorno alla città,,Dichiarazioni del Questore a "La Stampa,, "Organizzeremo squadre mobili decentrate intorno alla città,, 11 dott. Buttigliene: «La sicurezza della cintura diventa urgente perché la delinquenza agisce ormai anche nei centri della provincia. Si tratta di organizzare una vasta rete preventiva con mezzi veloci, radiocollegati» Monto per collasso il padre del bandito assassino In una breve intervista a « Ln Stampa > il questore dott. Buttiglione ci ha dichiarato ieri: <La rapina è sempre un delitto grave perdio uno (lei primi beni del cittadino c Quello di poter andare liberamente per la strada, di giorno e. di notte, senza essere disturbato. Ed essere sicuro nella propria casa. Ma quando il cittadino legge la notizia di una rapina dubita, della sua sicurezza. Per onesto, ogni rapina ci impegna al massimo >. In meno di una settimana i rapinatori hanno colpito due volte — a Settimo e a Villastellone — ma hanno resistito poche ore olla controffensiva della Squadra Mobile. Osserviamo che la maggior pai-te delle aggressioni avvengono da qualche tempo nella < cintura » della città, o poco oltre, in cittadine, cioè, dove, lino a qualche anno fa, gli episodi criminali erano eccezione. Risponde il dott. Buttiglione: ti centri della "cintura" fanno ormai parte, almeno topograficamente, di Torino. So no la grande periferia della città >. E in città, negli ultimi tempi, la vigilanza si è inten silicata. Uomini e mezzi della polizia sono stati organizzati su basi razionali. Circolano au tomezzi in continua perlustra zione, ventiquattro ore su ven tiquattro. Vi sono pattuglie che si vedono e altre che non sì vedono. Tutte collegate via radio all'ufficio operativo del la Centrale. <Coìitiamo sulla celerità — ci dice il Questore —. Ad un allarme le auto non devono più partire dalla sede centrale, ma per radio viene dirottata sul posto la macchina che vigila in (niella zona. Anche le auto dei commissariati sono collegate radiofonicamente. Abbiamo messo tra il poliziotto e il delinquente meno spazio possibile, e ciò ha già dato buoni risultati*. E' stata intensificata in città l'azione preventiva e quella repressiva della polizia. Per la delinquenza e diventato più diffìcile muoversi. Il rapinatore o il ladro ha scelto la « gran de periferia >; cittadine, la cui popolazione è raddoppiata in dieci anni, ma nelle quali la forza pubblica e rimasta invariata. Per ora, polizia e carabiriie:! cercano di ovviare alla n'iarcajiza di uomini con i veloci mozzi radiocomandati. < Ma quanto prima — ci dice il dott. Buttigliene — si vedranno tante piccole "Squadre Mobili" decentrate, e pur sempre coordinate e amalgamate con quella centrale t. Ciò è importante non solo per la massima rapidità dell'intervento, ma ar.che -ir !a maggiore conoscenza ti'.', ambiente e della delir.-u'r.z.s. -ccale. < Si tratta — continua il Questore — d: un complesso di attività che ;i va amplian■ do e rafforzando. Son siamo ancora alla " fase ultima". A questa, purtroppo, non arriveremo mai, non potremo mai dir* di aver raggiunto una completa e perfetta efficienza, perché la. delinquenza si rinnova continuamente e si fa sempre più agguerrita. E noi, continuamente, dobbiamo rinnovarci e rafforzarci. Bai ministero ho già avuto un aiuto considerevole. Attendo ancora il resto >. Conclude dandoci i dati dell'opera preventiva che si svolge nel silenzio degli uffici: dal 1° luglio la Questura ili Torino ha rimpatriato circa 200 persone con precedenti pe nali; ne ha diffidate altrettan te; una cinquantina sono state denunciate per essere sottoposte a vigilanza speciale. Questi interventi hanno evitato parecchi reati. * * I rapinatori ohe hanno ucciso l'orefice di Villastellone sono in carcere, in celle separate. Appena arrestati, avevano confessato ampiamente alla polizia e avevano riconfermato il racconto al magistrato. Ignoravano che l'orefice fosse morto. Quando l'hanno saputo, si sono visti a un passo dall'ergastolo. E hanno cominciato a negare. Negano con disperazione anche l'evidenza. Aldo Colombi e Cataldo Terrone, interrogati sulla sparatoria, hanno detto: <Non ci siamo accorti che Xiloli abbia siiarato-i. Luigi Zitelli — che nel primo interrogatorio aveva detto: «Tifi sono spaventato ed il colpo mi ò partito accidentalmente» — ora ripete: <Non ho sparato. Avevo la pistola, ma non ho assolutamente sparato >. Abbiamo scritto ieri che Zitoli aveva ricevuto, lunedì, poche ore prima della rapina, un telegramma da Corato di Bari, spedito dal fratello, che lo invitava ad andare a casa perché il padre stava male. 11 giovane era rimasto un po' indeciso, poi aveva scelto la rapina. Suo padre 6 morto ieri. Si chiamava Michele Zitoli, aveva 57 anni, era un macellaio che aveva cercato di tenere i figli tutti con se, nel suo negozio, ma due gli erano scappati. Si era crucciato so prattutto per Luini, andato a cercare fortuna che era ancora un ragazzo, senza un forte carattere, facilmente influenzabile. Michele Zitoli soffriva di cuore. Ultimamente da Torino gli erano arrivate notizie cattive (Luigi era disoccupato, Luigi frequentava pessime compagnie) e si era aggrava to. Hanno tentato invano di nascondergli la notizia che Luigi aveva ucciso durante una rapina. Ha saputo ed è morto di crepacuore, i E' stato accertato che Zi¬ toTLpmd toli aveva avuto la pistola dal Terrone, autista della banda. Lunedì sera, dopo il delitto, per disfarsene, i due l'avreb mil boro venduta a Simone Carlone per 6000 lire. Ieri il magistrato dott. Moschella ha convocato l'amica di Zitoli. Questo interrogatorio potrebbe essere assai utile per chiarire le t posizioni > e le responsabilità dei tre banditi. Del resto, lo stesso Zitoli, così reticente quando parla delle sue responsabilità, è decisamente accusatorio nei confronti di Colombi e Terrone. Tende a recitare la parte della «vittima», dell'individuo trascinato al delitto da complici astuti ed esperti. L'orefice Bottiero fotografato al mare con la figlia

Luoghi citati: Bari, Corato, Torino, Villastellone